Omelia della 2° Domenica del Tempo Ordinario

Omelia di don Gianni sul Vangelo di Domenica 16 Gennaio. “Ecco l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!” esclama Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui. Noi, nella Messa, ripetiamo per 3 volte questa espressione, prima della comunione; poi il sacerdote lo ripete una quarta prima di distribuire il pane consacrato.

Omelia della 2° Domenica del Tempo Ordinario

da Teologo Borèl

del 14 gennaio 2011

 

2° DOMENICA del tempo ordinario16 gennaio 2011  “Su di te manifesterò la mia gloria”   Letture: Isaia 49, 3-6                      1 Corinti 1, 1-3                                  Giovanni 1, 29-34            Vorrei aprire questa mia omelia con il saluto che Paolo rivolge ai suoi amici di Corinto (seconda lettura): “A voi che leggete queste righe, santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!”  Siamo chiamati ad essere Santi!            A questo mirano le omelie settimanali: far crescere la santità del tuo cuore e della tua vita! Questo è il tuo e il mio compito più importante: il resto, se non entra in questa prospettiva, vale poco!           Leggi con calma le letture indicate; se non lo fai per tuo conto, il frutto del commento avrà un effetto limitato. Ti chiedo questo impegno personale nel contattare dal vivo, direttamente la Parola di Dio. Ormai è da tanto tempo che ci frequentiamo e io ti chiedo con forza questo impegno.   1. “Mio servo tu sei! Su di te manifesterò la mia gloria!”  La prima lettura racconta la vocazione del profeta Isaia, ma è anche la tua vocazione, cioè il sogno che Dio ha sulla tua vita, fin da quando hai emesso il primo vagito. È un sogno speciale, particolare, solamente tuo, segnato dalla tenerezza e dalla gioia di un Padre buono. Vediamo insieme alcuni elementi:

È una chiamata che affonda le sue radici nel cuore di Dio, dunque è da sempre. Ogni donna, ogni uomo è sbocciato dall’amore di Dio fin dall’eternità. La parola eternità noi non riusciamo a com-prenderla, perché siamo limitati, chiusi in un certo spazio e in un determinato tempo, ma è straordinario che Dio abbia pensato a ciascuno di noi … da Dio, cioè da sempre! “Mi ha plasmato suo servo dal seno materno”

 È una chiamata dagli orizzonti vastissimi, capace di abbracciare tutto il mondo: “Tu porterai la mia salvezza fino all’estremità della terra!” Di fronte a certi progetti a corto respiro, di piccolo cabotaggio, il sogno di Dio si presenta sconfinato: vuol fare di te “una luce per la nazioni”. Apri gli occhi e il cuore a quanto ti circonda, impara a guardare le notizie della televisione e dei giornali come cosa tua: guerre, violenze, ingiustizie, … come pure i tanti atti di eroismo, di donazione, di pace… Il mondo è tuo, ti appartiene, deve essere illuminato dalla tua luce! E quando non ti restasse più nulla, ti resterebbe sempre la preghiera e Dio con te e noi con Lui possiamo fare cose grandi.

 È una chiamata ad essere servi! “Mio servo sei tu… mi ha plasmato suo servo… è troppo poco che tu sia mio servo…”  Gesù ci ricorderà che siamo strumenti che devono fare tutto quello che possono e nella misura in cui restiamo tali portiamo frutto e in noi “si manifesterà la sua gloria”.

 

Domenica scorsa abbiamo meditato sul nostro battesimo, guardando al battesimo di Gesù; nella Parola di Dio di questa domenica il tema del battesimo viene ripreso attraverso la vocazione del profeta Isaia, la chiamata del popolo di Israele…    2. Il servo è l’Agnello! In aramaico queste due parole hanno un unico vocabolo “talya” e già questo ci suggerisce tanti collegamenti, intuizioni, spunti di meditazione...

 “Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!” esclama Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui. Noi, nella Messa, ripetiamo per 3 volte questa espressione, prima della comunione; poi il sacerdote lo ripete una quarta prima di distribuire il pane consacrato.

 Gesù è l’agnello di cui parla il profeta Isaia: “Era come agnello condotto al macello, era come pecora muta di fronte ai suoi tosatori e non aprì la sua bocca” (53, 7)

Gesù è anche il Servo ingiustamente perseguitato e ucciso: “Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la mia faccia agli insulti e agli sputi... (50, 6).

Gesù, agnello ucciso e servo sofferente, è Colui che realizza il sogno del Padre.

L’Agnello di Dio e il Servo sofferente sono immagini del Cristo crocifisso, grazie al quale noi “fin d’ora siamo figli di Dio!”. E Gesù muore mentre venivano sgozzati gli agnelli che dovevano servire per la cena pasquale, Lui l’agnello della Pasqua vera ed eterna, della Liberazione vera e definitiva.   3. Tu sei il mio Figlio amato, tu sei tutta la mia gioia! Questa frase l’abbiamo sentita leggere domenica scorsa, ma tra le righe riecheggia anche in questa domenica e, a mio avviso, è la Buona Notizia che Gesù, il Figlio, è venuto a comunicarci, una buona notizia che supera ogni immaginazione e ci dice qualcosa del cuore del Padre.  Tu sei mio figlio: questa è la voce scesa sul nostro battesimo e ci ha dichiarati figli. Veniamo da lui, come ogni figlio viene da un padre. È Lui la nostra sorgente, “da Lui siamo stati generati!” 

Sei un figlio amato! “Prima che tu agisca, prima di ogni merito, che tu lo sappia o no, ogni giorno appena ti svegli, il tuo nome per Dio è ‘amato’. Immeritato amore che precede ogni risposta” (E. Ronchi)

 Sei la mia gioia: Dio trova piacere a stare con te e ti dice: “Tu sei la mia gioia!” Solo un amore immotivato spiega queste parole. Amore puro, amore vero.

           Come vedi la parola di Dio di questa settimana riempie il cuore di festa e di esultanza e illumina anche i nostri momenti bui. Preghiamo insieme gli uni per gli altri per diventare “LUCE” per quanti incontriamo sulla nostra strada. Un abbraccio perché anche tu sei un po’ … la mia gioia.                                                                                                                                                                       

don Gianni

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