"Pace a voi!" La Liturgia di queste settimane è tutta pervasa dall'annuncio gioioso della più inaudita delle notizie: un morto è tornato a vivere e in tanti sono testimoni di questo fatto: gli Apostoli, i discepoli, alcune donne.... “Il Crocifisso è il Risorto!” Festeggiamo inoltre la Festa della Divina Misericordia!
del 27 aprile 2011
 2° DOMENICA di Pasqua1 maggio 2011  “Pace a voi!”  Letture:Atti 2, 42-471 Pietro 1, 3-9Giovanni 20, 19-31             La Liturgia di queste settimane è tutta pervasa dall’annuncio gioioso della più inaudita delle notizie: un morto è tornato a vivere e in tanti sono testimoni di questo fatto: gli Apostoli, i discepoli, alcune donne.... “Il Crocifisso è il Risorto!” Quel sepolcro vuoto pesa come un macigno non solo sui capi ebrei, ma sul cuore di tutti noi che con quel vuoto ci dobbiamo confrontare e al quale dobbiamo dare una risposta. [1]
          Che ne è stato di Gesù? La risposta non è indifferente: dire che è risorto significa proclamarne la divinità e allora le cose cambiano. Con Dio non si scherza!
          1. C’è un rimprovero che leggiamo nei Vangeli della Risurrezione: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?...” Gesù risorto è vivo, è il Vivente! C’è di fatto il pericolo di pensare a Gesù come a un morto, a un defunto, che ci ha detto delle cose belle, che, morendo, ha dato la vita per noi... Ricordiamo fatti legati alla sua vita che restano relegati al passato; il crocifisso è statico, coperto di polvere, spento nei confronti della vita quotidiana. Questo è il nostro dramma: cerchiamo tra i morti il Vivente e releghiamo tra i defunti la Vita!
          Invece l’esperienza degli Apostoli, che Giovanni riporta nel brano di Vangelo odierno, va proprio nella direzione opposta. Il mostrare le mani e i piedi con il segno dei chiodi ha l’intento di dire: “Colui che è stato crocifisso ora è qui, davanti a voi! Sono io, Risorto, il Gesù della croce!” E’ di importanza cruciale questa continuità tra la passione, morte e risurrezione! E il Risorto, stando con i suoi amici, mette subito in chiaro le conseguenze della sua risurrezione:
          - Lui, il Risorto, è il Vivente che continua a vivere e ad assistere la sua piccola comunità di credenti (la Chiesa). La sua è una presenza che dona coraggio e pace ai suoi amici: “La pace sia con voi!”
          - Il Risorto ha bisogno degli uomini perché i frutti della sua morte e risurrezione siano dono per tutti: rende gli Apostoli dispensatori del perdono dei peccati che è stato frutto della sua morte cruenta sulla croce. “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi; a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”
          - La sua assistenza alla Chiesa (la comunità dei credenti radunata nel suo nome) sarà assicurata dall’invio dello Spirito Santo: “Ricevete lo Spirito Santo!”, quello spirito che Gesù consegnò al Padre sulla croce nel momento della sua morte. “... emisit spiritum!”
          Questi tre grandi doni del Risorto (la pace, il perdono dei peccati, lo Spirito Santo) ci aiutano a camminare in ‘novità di vita’, a ‘cercare le cose di lassù dove si trova Cristo assiso alla desta di Dio’. 
          2.   Che simpatico quel Tommaso che è passato alla storia come l’incredulo, la pecora nera del gruppo. Eppure istintivamente ci piace, perché rispecchia noi, o almeno una parte di noi: la nostra difficoltà a credere, a consegnarsi; il nostro orgoglio che non vuole cedere, confondendosi con la massa... la nostra pretesa di verifica, di dimostrazioni,   ...   Un illuminista ante tempus!
          Basta un incontro con il Risorto, che lo invita a non essere più incredulo, ma credente, perché dal suo cuore nasca una delle preghiere più belle del Vangelo: “Mio Signore e mio Dio!”. In questa semplice espressione di tre parole è contenuta la fede ricuperata, la consegna disarmata, l’adorazione profonda e la riconoscenza del dono ricevuto. 
          3.   Siamo in cammino verso un’altra Pasqua: la Pasqua dello Spirito Santo, che si chiama Pentecoste. In questi 50 giorni occorre portare frutti di vita rinnovata. Quali sono le cose che ti proponi? Su quali fronti vuoi impegnarti e lavorare? Ti sei confessato per Pasqua? Se non l’hai fatto, provvedi al più presto! Coraggio!
          In questo tempo ripeti migliaia di volte al giorno l’invocazione “Padre per Gesù donami lo Spirito Santo”
È un ottimo modo per camminare verso la “Pasqua dello Spirito Santo!” 
          4.   Festa della Divina Misericordia: è stato Giovanni Paolo II a volere questa festa la prima domenica dopo Pasqua. E in questa domenica verrà proclamato beato!
          Il mistero pasquale è un mistero di misericordia e la misericordia è l’Amore di Dio al nostro livello di creature e di peccatori. La misericordia un giorno finirà; resterà solo l’Amore puro. Per intanto offriamo a Gesù la possibilità di amarci nella sua infinita misericordia.
Una preghiera!
                                                                                                                    
          [1] La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro. Ognuno di noi ha il suo macigno.
          Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro.
E’ il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione del peccato.
          Pasqua, allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.
Don Tonino Bello.
 
don Gianni
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