Gesù disse: “Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro...” (Matteo 6,7 ss).
del 14 ottobre 2008
Padre
Tu non sei un Dio lontano e straniero, ma il Padre, Colui cui il Figlio eterno, fatto uomo per noi, si rivolge col nome della tenerezza, della confidenza, dell’abbandono fiducioso e pieno: “Abbà”! Con Lui anche noi possiamo chiamarTi Padre, sapendo che lo sei: perché il Tuo amore non si fonda sui nostri meriti, ma unicamente sulla Tua bontà, mai stanca di cominciare ad amare. Tu sei Padre - Madre nell’amore perché il Tuo amore è gratuito e sempre nuovo: veramente, Tu non ci ami perché siamo buoni o belli, ma ci rendi buoni e belli perché ci ami! A Te, Dio eterno, altissimo onnipotente e buono, ciascuno può dire con fiducia totale: Padre mio, io mi abbandono a te. Fa’ di me ciò che Ti piace. Qualunque cosa Tu faccia di me, Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la Tua volontà si compia in me e in tutte le Tue creature: non desidero nient'altro, mio Dio. Rimetto la mia anima nelle Tue mani, Te la dono, mio Dio, con tutto l’amore nel mio cuore, perché Ti amo ed è per me un'esigenza d’amore il donarmi e rimettermi nelle Tue mani senza misura, con una confidenza infinita, perché Tu sei il Padre mio (preghiera di Fr. Charles de Foucauld)
 
nostro,
Tu non sei un padre generico, per cui i figli sono indifferenti, tanti da non poterli amare uno per uno. Tu sei il Padre “nostro”: e in questo aggettivo c’è ognuno di noi, con la sua piccola, unica, grande storia, che è tale ai Tuoi occhi come agli occhi di nessuno. Per Te ognuno di noi è importante, quale che sia il colore della sua pelle, la cultura da cui viene, la storia cui appartiene, la lingua che parla, le conoscenze o i mezzi che ha. Per Te nessuno sarà mai dimenticato: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani” (Isaia 49,15-16). Qualunque cosa Tu faccia, Padre, siamo scritti sul palmo della Tua mano: perciò, non ti dimenticherai mai di nessuno. E perciò ognuno di noi può dirTi veramente: “Padre mio!”. E questo ci fa sentire fratelli, vicini perché custoditi da uno stesso amore: il Tuo. Siamo accomunati nella gioia e nel dolore, perché affidati ad uno stesso Padre - Madre di tenerezza e di misericordia. È il Tuo amore personale per ciascuno che fa di noi la Tua famiglia, il popolo del Tuo amore ricevuto e donato.
 
che sei nei cieli,
Tu non sei un padre - madre come lo si è in questo mondo. Certo, per ognuno di noi è importante avere un padre e una madre. Chi non ha avuto questo dono, o non ha conosciuto l’amore di chi gli ha dato la vita, porta nel cuore una grande sofferenza. Eppure, proprio perché ci sei Tu, che sei nei cieli e così scruti e conosci nel profondo tutti e ciascuno e sempre, nelle notti e nei giorni della nostra vita, nessuno sarà mai veramente abbandonato e solo. Tu sei lì a custodirci nell’amore, a vegliare per noi, ad aspettare con trepida attesa il nostro ritorno, dopo tutte le avventure della nostra libertà. Veramente, lassù qualcuno ci ama: Tu! E questo ci basta per avere speranza, per sapere che un giorno le Tue braccia ci accoglieranno, come quelle del più tenero, della più tenera fra i padri e le madri. Perché Tu dai cieli infiniti vegli su tutti e ami ciascuno di amore infinito!
 
sia santificato il tuo nome,
Santo vuol dire ciò che è separato, separato per Te, o Padre. Santificare il Tuo nome, allora vuol dire separarci per Te, perdutamente consegnarci a Te, perché Tu sei la vita, la sorgente e la patria, il grembo adorabile e provvidente della nostra esistenza. Santificheremo il Tuo nome quando anteporremo l’adorazione e l’amore per Te a tutto: come affermava il gesuita tedesco Alfred Delp, messo a morte dai nazisti, “il pane è importante, la libertà è più importante, ma la cosa più importante di tutte è la costante fedeltà e l’adorazione mai tradita”. Se noi ci separiamo da tutto per Te, Tu ci darai tutto il nostro vero bene e ci restituirai a tutti, facendoci partecipi del Tuo amore per ognuna delle Tue creature: è così che ci chiami a farci solitudine per diventare amore! Ci inviti a stare nascosti con Cristo in Te, per fare compagnia al Tuo amore e al Tuo dolore per ogni essere vivente. Tu santifichi in noi il Tuo nome perché ci rapisci a noi stessi e ci restituisci al mondo, ricchi di Te, donati agli altri da Te, prigionieri d’amore che da Te imparano sempre di nuovo a farsi servi, per irradiare a tutti l’amore con cui Tu ci ami. Tu, il Santo, separato per noi, perché noi, poveri peccatori, possiamo essere santi, separati per Te, in Te offerti a ogni creatura.
 
venga il tuo regno,
Il Tuo regno non è nell’ordine del potere di questo mondo: è la signoria del tuo amore nei nostri cuori, ed è la nuova umanità che nasce dove la legge dei rapporti umani non è più quella della forza e della sopraffazione, ma quella della giustizia, del reciproco perdono e della pace. Perciò, il Tuo regno è già venuto in Colui, che in persona è la nostra pace, il Tuo Figlio Gesù; e deve ancora venire, perché quanto in Lui ci è stato rivelato ed offerto prenda corpo nella nostra vita, nella vita dei popoli e nei rapporti fra le nazioni. Il Tuo regno è venuto nella forma del dono e della promessa, viene nella carità vissuta e nella fede, che cambia il cuore e la vita, verrà quanto Tu sarai tutto in tutti e il mondo intero sarà la Tua patria. Verso quell’ora di luce e di bellezza siamo tutti in cammino: e invocare l’avvento del Tuo regno ci aiuta a restare vigili nella speranza, a misurare la scena delle cose penultime sulla bellezza promessa dell’ultimo orizzonte, sospirato ed atteso, quello della città celeste.
 
sia fatta la tua volontà
La tua volontà per ognuno di noi e per il mondo è il bene vero per tutti: “E in la sua volontade è nostra pace: / ell’è quel mare al qual tutto si move / ciò ch’ella cria o che natura face” (Dante, Paradiso, Canto III). Invocare che la tua volontà si compia, significa domandare che la tua bellezza trionfi sull’intera scena del nostro cuore, della nostra vita e della storia del mondo. Aiutaci, allora, a comprendere la tua volontà per ciascuno di noi, e dacci la forza e la gioia di realizzarla.
Liberaci da ogni attaccamento o paura, che ci impedisca di realizzare il tuo disegno nella nostra vita. E donaci la pazienza di attendere i tempi e i momenti che tu hai preparato per noi, senza mai pretendere di forzarti la mano e senza mai confondere le nostre pallide luci con la grande luce che hai fatto risplendere per noi nel Tuo Figlio Gesù. Insieme con lui, aiutaci a dirti con fiducia e pace: “Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebrei 10,7: cf. Salmo 40,8-9). E insegnaci ad adorare la tua volontà su ogni creatura, affinché sappiamo rispettarla in tutti.
 
come in cielo così in terra.
Nel compimento della tua volontà non siamo soli, Padre: ci circonda un nugolo di testimoni, sulla terra, come nel cielo. “Anche noi, dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede” (Ebrei 12,1-2).
Guardando a Colui, che è in persona l’alleanza della terra e del cielo, il Tuo Figlio e Salvatore nostro Gesù, e imitando Lui, noi sappiamo di poter fare la tua volontà nella gioia della comunione dei santi, tirando nel nostro presente l’avvenire della patria promessa. Aiutaci a camminare in questa compagnia bella, che unisce l’eternità e il tempo, e fa della terra anticipo del cielo, permettendoci di vivere i giorni feriali col cuore della festa.
 
Dacci oggi
Il tuo dono non ci è stato dato una volta soltanto: anche se quello che è avvenuto nella vita, passione, morte e resurrezione del Tuo Figlio è unico e definitivo, ogni giorno abbiamo bisogno di nutrircene. Ogni giorno dobbiamo affrontare la sfida più grande: sostenere la lotta e conservare la fede! Dacci allora proprio oggi, in questo nostro concretissimo oggi, l’aiuto di cui abbiamo bisogno: forse non quello che avremmo voluto o pensato, ma quello che realizza il tuo bene per noi. E fa’ che ogni nostro oggi divenga il tuo, ora di grazia, istante di salvezza, bellezza pregustata del tuo oggi eterno: “Guidami, Luce gentile, nel buio che mi avvolge, guidami Tu! La notte è oscura, e io sono lontano da casa: guidami Tu! Custodisci i miei passi! Non Ti chiedo di vedere l’orizzonte lontano: un passo alla volta è sufficiente per me!” (John Henry Newman).
 
il nostro pane quotidiano,
Dacci il nostro pane quotidiano: il pane, cioè, che è sufficiente per oggi. Non ti chiediamo, Padre, di accumulare ricchezze: sappiamo quanto questo sia illusorio, perché davanti a te che vieni come un ladro nella notte non sono i tesori del mondo a renderci pronti e felici. Il solo pane di cui abbiamo bisogno è quello che ci viene da te: è il pane della vita che tu hai imbandito per noi alla mensa del Tuo Figlio Gesù; è il pane onesto frutto della terra e del nostro lavoro; è il pane condiviso della bontà e della giustizia per tutti; è il pane cotto del regno, di cui questo pane di fatica e di amore è anticipo e promessa. “Signore, dacci sempre questo pane. Gesù rispose: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Giovanni 6,34-35).
Nel tuo Figlio e con lui potremo trovare sempre il pane, di cui abbiamo veramente bisogno per questo nostro oggi: lo crediamo, Padre, perché è lui che ci ha insegnato a chiedertelo e sappiamo che tu non darai mai una pietra al figlio che ti chiede del pane “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano” (Matteo 7,7-11). E aiutaci a condividere il pane che ci doni con chi non ce l’ha.
 
rimetti a noi i nostri debiti
Certo, sappiamo di non meritare in alcun modo i tuoi doni. Con te, siamo sempre e solo debitori, creditori mai. Dacci però la gioia del tuo perdono, quello che ci fa sentire liberi e felici, come mai nulla al mondo potrebbe darci di esserlo. Nessuna colpa è troppo grande ai tuoi occhi, perché il sacrificio del Figlio, che hai consegnato alla morte per noi, lava il peccato di tutti. Tu ci chiedi solo di chiederti il perdono, di aprire cioè il nostro cuore indurito alla dolcezza della tua misericordia, che riversata in noi vuole espandersi come misericordia per tutti. Tu ci aspetti alla finestra e ci corri incontro quando ci vedi venire da lontano: il tuo amore umile rispetta le nostre scelte, ma attende sempre con speranza il nostro ritorno alla tua casa. Prepara, allora, il banchetto della festa: eccoci, siamo qui davanti a te, a chiederti perdono, a gioire con te nella gioia dell’amore ritrovato, a scoprire che tu ci attendi da sempre, e che il tuo desiderio di abbracciarci supera ogni nostra capacità di desiderare l’abbraccio, che libera e salva, e la tua gioia per il nostro ritorno alla vita viene prima perfino della gioia di averci ritrovati. “Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Luca 15,21-24).
 
come noi li rimettiamo
Solo chi ha conosciuto il perdono, può anche veramente perdonare. Chi nella vita ha sperimentato la tua misericordia, chi veramente è stato toccato dal tuo dono, non vorrà più stare sul trono del giudice, ma amerà riconoscersi lì dove la tua misericordia l’ha incontrato, dalla parte dei poveri e dei peccatori. Insegnaci, Padre, a perdonare ed amare come tu ami e perdoni. Donaci un cuore di misericordia, che sia umile riflesso del tuo e ci aiuti ad accogliere chi non si sente accolto da nessuno o teme di non avere diritto ad alcuna accoglienza. Facci creare relazioni liberanti, solidarietà che non creino dipendenze, prossimità nutrite di delicatezza, di rispetto e di attenzione. Rendici apostoli della misericordia, che dicano al mondo con la forza umile della verità ciò di cui hanno fatto esperienza ricevendo il tuo perdono e la pace.
 
ai nostri debitori,
Davanti a te, Padre, ci inviti a ricordare quanti da noi aspettano il perdono. Sarebbe certo strano che noi chiedessimo a loro più di quanto tu hai chiesto a noi per perdonarci: ti è bastato vedere un’ombra di pentimento, un barlume di desiderio, un passo mosso dalla speranza, per correrci incontro. Aiuta chi ci avesse fatto del male ad avere in sé ciò che ci hai donato di avere in noi: e fa’ che il nostro amore lo accolga, il perdono lo sani, la gioia della festa condivisa nella tua casa lo appaghi oltre ogni misura di dare o avere, di calcoli, di offese o di pretese. Aiutaci a dire a tutti e a ciascuno, lo sguardo nello sguardo, che il male è scomparso, che è bello sentirsi amati tutti da te ed amarci con la semplicità e la fiducia di figli dello stesso Padre, il Padre di misericordia.
 
e non ci indurre in tentazione,
Non vogliamo illuderci, Padre, che tutto questo sia facile, che il cuore sia cambiato per sempre e il male del mondo non sia più in agguato. Ti chiediamo perciò di non esporci alla tentazione, che sia più forte della nostra capacità di superarla: sappiamo, peraltro, che è quello che tu stesso ci hai promesso. “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla” (1 Corinzi 10,13). Aiutaci a non cedere all’attrazione del male, a quell’angelo di Satana che vorrebbe farci credere che il male sia bene, o che vorrebbe giustificarci con le parole del compromesso e dell’infedeltà: “Che male c’è? Lo fanno tutti!”. No, Padre: aiutaci a ricordare sempre che il male non solo è male, ma fa male, e che solo il bene libera e salva. Aiutaci a credere nella sola forza sanante dell’amore, che è giustizia, misericordia, perdono e riconciliazione, condivisione e solidarietà nell’accogliere e offrire il tuo dono. E anche quando ci sembra che la tua risposta sia solo il silenzio, aiutaci a comprendere che non è così: “Non permettere che dimentichiamo: Tu parli anche quando taci. Donaci questa fiducia: quando siamo in attesa della Tua venuta, Tu taci per amore e per amore parli. Così è nel silenzio, così è nella parola: Tu sei sempre lo stesso Padre, lo stesso cuore paterno e ci guidi con la Tua voce e ci elevi con il Tuo silenzio” (Søren Kierkegaard).
 
ma liberaci dal male.
Sì, Padre: liberaci! Liberaci anzitutto dall’assalto di chi è la potenza del male, l’Avversario sempre pronto a separaci da te, l’Angelo della perdizione, il Diavolo di tutte le nostre sventure, il Maligno che raccoglie in sé il male oscuro del mondo, la forza cattiva pronta a scatenarsi se solo ci separiamo da te. E liberaci dai suoi frutti velenosi, dai peccati che portano alla morte dell’anima, ma anche da quelli che indeboliscono la fedeltà e tolgono la gioia del cuore che riposa in te. E aiutaci a liberare gli altri dal male, a essere testimoni coraggiosi di fedeltà, operai umili e perseveranti della vigna, che attingono alla preghiera rivolta a te, Padre, la forza della vittoria sul male, della perseveranza nel bene.
Fa’ che le nostre labbra non cessino mai di invocarti, con queste parole di luce e di vita che il tuo Figlio ci ha messo sulle labbra, e che lo Spirito grida dal più profondo del nostro cuore. Nell’ora della prova, donaci questa fiducia, che basterà pronunciare queste parole per essere liberati, illuminati nella mente, toccati nel cuore, capaci di cominciare sempre di nuovo ad amare e di perseverare nel bene iniziato. E nell’ora della nostra morte, insieme a Gesù, nel conforto dello Spirito Santo, fa’ che possiamo dirti ancora una volta: Padre nostro… Allora, gli occhi che si chiudono all’incanto del mondo, alla dolcezza degli affetti, alle memorie e alle attese, si apriranno sulla tua bellezza infinita, nella gioia della comunione dei santi in cui nessuno sarà dimenticato, nell’eterno presente del tuo amore sempre nuovo e fedele. Amen!
mons. Bruno Forte
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