“Jolly”. Hanno deciso di chiamarlo così, alla clinica ostetrica dell'ospedale di Padova, il braccialettino da infilare al polso del partner della mamma, facente funzioni di papà ‚se è maschio di “mamma due” se è femmina. A.A.A. cercasi padri e madri veri. Lo chiedono i figli, e scusate se è poco.
“Jolly”. Hanno deciso di chiamarlo così, alla clinica ostetrica dell’ospedale di Padova, il braccialettino da infilare al polso del partner della mamma, facente funzioni di papà – se è maschio – di “mamma due” se è femmina. “Jolly”, come la carta dalla faccia scema. Quella senza identità, che dove la metti sta. Un inchino alle madri lesbiche – e che non si dica che l’ospedale patavino è maschilista & retrogrado! – e un inno al trasformismo, così caro alla società liquida nella quale stiamo affondando. Leggo la notizia e penso che è evidentemente così poca la considerazione che oggi si nutre per i “padri”, che già che c’erano potevano scrivere “due di briscola”. Più onesti. La rimozione del maschio e panzane politically correct
Prendi una bilancia, mettici da una parte una Very Important Person e dall’altra 800 mila sconosciuti e vedrai se la bilancia non pareggia! Devono aver pensato così i giornalisti che per distogliere l’attenzione dalla Manif pour tous che ha inondato il centro di Parigi, han puntato i riflettori su Jodie Foster. Al Golden Globe, l’attrice (che probabilmente deve aver pensato la stessa cosa dei suddetti giornalisti) ha fatto pubblicamente il suo coming-out.
Nel dare risalto alla notizia, Alessandra Clementi ha scritto che «l’attrice ringrazia la sua compagna, la produttrice Cydney Bernard, e i due figli avuti con lei». Anche la Foster definisce la compagna «la mia eroica co-genitrice». Vabbé che trattasi di Vip, vabbé che la (eu)genetica postmoderna una ne pensa e cento ne fa, ma la panzana politically correct che Charlie e Kit sono figli di Jodie e Cydney la raccontino al gentile signore che ha donato il suo sperma, senza il quale – piaccia o no – di Charlie e Kit non ci sarebbe neanche l’ombra. Vuoi giocare al genitore? Ecco un bambino-a-tempo
Essere genitori è indiscutibilmente un impegno: tempo, energie, responsabilità educativa. Meglio la proposta della Share Economy, l’economia della condivisione, così come viene lanciata oggi da Repubblica: «Il co-parenting, la ricerca di “genitori a tempo parziale”, che vogliano provare le gioie della maternità e paternità. Senza esagerare». Appunto. «Senza esagerare». Bambini usa e getta. Bambini come giocattoli, a soddisfare i desideri capricciosi di adulti annoiati. A.A.A. cercansi padri e madri veri. Lo chiedono i figli, e scusate se è poco.
Di Sara Luisella
Tratto da http://www.culturacattolica.it
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