Cementata con eye-liner, kajal e khol, matita, mascara e ombretto (opaco, madreperlato, satinato), cipria, fald e polveri, fissatori, correttori e fondotinta... anche la mia nonna sarebbe potuta scendere in lingerie dalla scalinata di Trinità dei Monti. Ma non sarebbe stata così intrigante come pareva ai miei occhi di bambino...
del 07 marzo 2008
Perché affaticarsi? Oggi le mimose le troverai ovunque: ai semafori e dalle parrucchiere, nella bottega del fornaio e del carpentiere, fuori dalla chiesa, davanti alla discoteca, ai bordi delle strade. Per ricordarti che oggi è la festa della donna! I Rotoli Sacri – custodi gelosi di mille volti tratteggiati di femminilità – non coltivano mimose. E nemmeno regalano l’appalto a qualche fioraio di passaggio: pennellano quadri solenni. Dal giardino della Genesi alla città dell’Apocalisse è un continuo viaggio tra donne innocenti e seduttrici, ispirate e audaci, fidanzate e mogli, concubine, vedove, seduttrici, prostitute, bellissime, terribili, guerriere, ribelli, ispirate, profetesse, misteriose, introvabili. Invidiabili nella loro bellezza! Sono le donne di Dio: quasi altrettanto numerose degli uccelli tra le fronde degli alberi. Le incroci all’inizio e alla fine. Porgono la luce a Dio, lo guardano crescere, giocare e morire, poi lo risuscitano coi gesti semplici dell’amore, gli stessi gesti dall’inizio del mondo: nelle caverne della preistoria o nelle camere surriscaldate delle maternità poco cambia!
Ci son donne artificiali: sono bellissime e accattivanti, attraenti e misteriose, appassionate e tentatrici. Muse ispiratrici! Peccato siano prodigi della tecnica che quando i giornali di gossip smascherano appaiono nuvole tristi di un cielo solo all’apparenza azzurro. Cementata con eye-liner, kajal e khol, matita, mascara e ombretto (opaco, madreperlato, satinato), cipria, fald e polveri, fissatori, correttori e fondotinta… anche la mia nonna sarebbe potuta scendere in lingerie dalla scalinata di Trinità dei Monti. Ma non sarebbe stata così intrigante come pareva ai miei occhi di bambino.
Ci son donne “acqua e sapone”: le guardo e m’incantano. La loro dolcezza ti conquista, il loro sguardo t’avvolge, la loro delicatezza ti fa desiderare di proteggerle. La loro intelligenza femminile t’affascina e ti commuove. La loro attenzione, la loro premura semplice e sincera, la loro castità ti prende. Non le toccheresti neanche con un dito. Ti basta guardarle e lasciarle libere d’essere così come sono! Sono troppo belle: i loro occhi ti guardano, ma ti lasciano libero. La loro mano stringe la tua, ma non la trattiene. Il loro amore t’avvolge, ma non ti chiude.
don Marco Pozza
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