Perfino il gusto del parmigiano, del prosciutto e dello champagne viene dal catt...

La Donazzan è entrata nell'occhio del ciclone per questa sua proposta: rendere obbligatorio l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole della sua Regione. Dovrebbe essere un'ovvietà se non fossimo un Paese sciocco e smarrito.

Perfino il gusto del parmigiano, del prosciutto e dello champagne viene dal cattolicesimo…

da Quaderni Cannibali

del 08 settembre 2008

Con una modesta proposta per la scuola, il nostro Paese potrebbe tornare ad avere un futuro. Quale proposta? Scoprire Gesù Cristo. Sarebbe la Rivoluzione. Che significa……

 

Elena Donazzan. Ricordatevi questo nome. Potrebbe diventare la nostra Sarah Palin. Non arriva dal bianco Alaska, ma dal Veneto bianco. Oggi è assessore regionale e chi la conosce sa che stoffa, che preparazione e che piglio ha. Pure l’aspetto, alquanto piacevole, e la giovane età ne fanno un personaggio. Rodato in quel vivaio di passioni politiche che è Alleanza Nazionale. Dunque la Donazzan è entrata nell’occhio del ciclone per questa sua proposta: rendere obbligatorio l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole della sua Regione. Dovrebbe essere un’ovvietà se non fossimo un Paese sciocco e smarrito.

 

 

Fortini, Cacciari e Benigni

 

Franco Fortini, critico letterario e poeta di estrema sinistra fu il mio professore (più amato) all’università. Un giorno di febbraio arriva in aula e comincia a leggere ad alta voce un magnifico poema. Alla fine chiese se qualcuno sapeva cosa aveva letto. Era il “Mercoledì delle Ceneri” di T.S.Eliot. In effetti quel giorno si celebrava tale ricorrenza liturgica. Fortini ne chiese il significato. La gran parte non lo sapeva. Lui cominciò una filippica. In sintesi disse: “voi siete in una facoltà di lettere a studiare l’arte, la letteratura, la filosofia, la storia e domani probabilmente andrete nelle scuole a insegnare. Ebbene, non potrete capire mai niente di tutto questo e neanche del paese dove vivete e di questa città (Siena), senza conoscere perfettamente il contenuto della fede cattolica e quello che ha significato”.

 

Parola di un grande professore ebreo e marxista. Più o meno le stesse cose mi “gridò”, qualche anno dopo, in una intervista per “Il Sabato”, Massimo Cacciari, indignato dalla crassa ignoranza del cattolicesimo che aveva riscontrato, anche lui, nei suoi studenti. E’ prevedibile che contro la Donazzan ora l’intellighentsia progressista alzerà gli scudi: è la stessa intellighentsia che nei mesi scorsi si è spellata le mani, nelle piazze d’Italia, per applaudire le letture dantesche di Roberto Benigni. Ebbene la Divina Commedia è un compendio perfetto di teologia cattolica e non si capisce neanche una terzina senza conoscere il cattolicesimo.

 

 

Il cielo stellato del Gius

 

Sostanzialmente eliminata dagli studi scolastici dagli anni Settanta in poi, la Commedia oggi è stata riscoperta da coloro che l’avevano abolita. Meglio tardi che mai. Ma intanto abbiamo derubato i giovani della Bellezza (quella che contiene il Vero e il Bene) e dobbiamo correre ai ripari almeno da questa generazione in poi. I giovani soprattutto hanno bisogno della Bellezza come del pane, la poesia è la loro casa. Noi li abbiamo derubati e sfrattati dalla nostra storia. E ora si trovano stranieri in questa terra italiana ed europea. Apolidi della vita, erranti nel deserto che avanza. E spesso si vendicano del Nulla in cui li fanno vivere con la violenza.

 

Il più grande educatore del nostro tempo, don Luigi Giussani iniziò le sue “lezioni di religione” al liceo Berchet di Milano, nel 1954, leggendo Leopardi. Pensate un po’: il poeta “ateo e materialista” era indicato da Giussani come colui che più e meglio di chiunque coglie l’essenziale della vita, la nostra natura desiderante, le domande struggenti che vibrano nelle vene dei giovani e letteralmente ci fanno uomini: chi siamo, che senso ha la vita, perché “tutto passa e quasi orma non lascia”, che senso ha il cielo stellato, dov’è la Bellezza le cui scintille si riflettono sul volto di ogni donna…Gesù Cristo è venuto e ha detto di essere lui la risposta a queste domande.

 

Giussani non faceva “propaganda cattolica”. No: insegnava a ragionare, a decifrare la condizione umana e a valutare le risposte. Come sa bene chi lo ebbe come professore, lui letteralmente insegnava la libertà, cioè l’uso della ragione che è la cosa più preziosa. Ma è quello che il cattolicesimo ha fatto per secoli con i popoli europei. Tanto è vero che proprio da questi popoli è sbocciata quella straordinaria capacità di indagine e di conoscenza dell’universo che – tradottasi in scienza e tecnologia – ha letteralmente civilizzato il mondo.

 

 

La rivoluzione

 

Lo spiega benissimo il sociologo americano Rodney Stark nel libro “La vittoria della Ragione”. Sottotitolo: “Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza” (Lindau). E anche Thomas E. Woods in “Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale” (Cantagalli). Dobbiamo ai monaci medievali tutto: perfino il parmigiano, il prosciutto e lo champagne. “Educatori economici” dell’Europa li definì lo storico (laico) Henri Pirenne. E i diritti dell’uomo e il diritto internazionale non sono nati nella teologica “Scuola di Salamanca” ? Perfino Bertrand Russel, nel suo libro più anticristiano, riconosce: “La libertà che vige nei paesi in cui la civiltà ha origine europea (cioè la sola libertà esistente nel mondo, nda) si può storicamente far risalire al conflitto fra Chiesa e Stato nel medioevo”.

 

Infatti, si può capire la Costituzione italiana senza le nozioni cattolicissime di “persona”, corpi intermedi e sussidiarietà? Il comunista (cattolico) Franco Rodano spiegò che perfino la bellezza della campagna umbra (e toscana) si deve al cattolicesimo e specialmente alla Riforma tridentina. Evitiamo – per favore – il solito piagnisteo laico su questa proposta veneta. Perché la Donazzan ha dalla sua anche il meglio della cultura laica. Innanzitutto Kant in quale era convinto che “il Vangelo fosse la fonte da cui è scaturita la nostra cultura”. Poi il “papa laico” Benedetto Croce: “Il Cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo”.

 

 

Laici cioè cristiani

 

Un altro grande intellettuale laico, Federico Chabod, nella “Storia dell’idea d’Europa”, scrive: “Non possiamo non essere cristiani, anche se non seguiamo più le pratiche di culto, perché il Cristianesimo ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda che c’è fra noi e gli Antichi, fra il nostro modo di sentire la vita e quello di un contemporaneo di Pericle e di Augusto, è proprio dovuta a questo gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il verbo cristiano. Anche i cosiddetti ‘liberi pensatori’, anche gli ‘anticlericali’ non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo”.

 

Il simbolo del laicismo italiano, Gaetano Salvemini raccontò un giorno di essersi trovato in una stagione della vita come “sperduto nel buio” e dice di aver trovato una “guida e mi sono trovato bene a lasciarmene guidare. E questa guida è stato Gesù Cristo che ha lasciato il più perfetto codice morale che l’umanità abbia mai conosciuto. Io non so se Gesù Cristo sia stato davvero figlio di Dio o no. Su problemi di questo genere sono cieco nato. Ma sulla necessità di seguire la moralità insegnata da Gesù Cristo non ho nessun dubbio”.

 

 

Guardate un bambino

 

Infine, per guardare all’estero, Richard Rorty (simbolo del neopragmatismo americano): “se si guarda a un bambino come a un essere umano, nonostante la mancanza di elementari relazioni sociali e culturali, questo è dovuto soltanto all’influenza della tradizione ebraico-cristiana e alla sua specifica concezione di persona umana”.

 

E Karl Loewith: “Il mondo storico in cui si è potuto formare il ‘pregiudizio’ che chiunque abbia un volto umano possieda come tale la ‘dignità’ e il ‘destino’ di essere uomo, non è originariamente il mondo, oggi in riflusso, della semplice umanità, avente le sue origini nell’ ‘uomo universale’ e anche ‘terribile’ del Rinascimento, ma il mondo del Cristianesimo, in cui l’uomo ha ritrovato attraverso l’Uomo-Dio, Cristo, la sua posizione di fronte a sé e al prossimo”.

 

Elena Donazzan ha colto nel segno. E non va lasciata sola: una nuova scuola produce un’Italia nuova.

 

 

 

 

 

 

Da “Libero” 7 settembre 2008

Antonio Socci

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