“Ti offro il mio sì a ciò che ho e a ciò che ho perduto..."
Una persona pregava contemplando la sua vita:
"Cammino nel presente qui e ora. Non sono mai stato una persona che fa molti progetti. Non pretendo di conoscere il futuro. Non voglio pensare a come sarò da qui a vent’anni. Non mi importa. Voglio vivere ogni giorno come quello che è, una successione di 24 ore. E così ogni ora, ogni minuto. Al presente. Ciò che conta sono io qui e ora. Ti offro il mio sì a ciò che ho e a ciò che ho perduto. A quello che sogno e a quello che desidero. A quello che mi provoca rabbia. A quello che mi intristisce. Ti rendo grazie, Signore, per avermi reso così immortale in tutto ciò a cui anelo. Perché scopro che nella mia anima c’è un pozzo senza fondo, infinito. Ti rendo grazie per avermi dato la capacità di ridere della vita. E di dipingere con le mie mani paesaggi meravigliosi. Ti rendo grazie perché sono capace di colorare il grigio che a volte mi turba. Di scrivere con parole goffe la profondità della mia anima. Ti rendo grazie perché risvegli in me grandi giardini, e mi fai navigare per mari profondi di cui non conosco neanche l’esistenza. Non voglio sprecare neanche un solo secondo piangendo amaramente per ciò che non è stato possibile”.
Ascolto la chiamata di Gesù a mettermi in cammino. Non accampo scuse. Non voglio adattarmi al mondo. Una missione che è sempre presente. Non è un passato sprecato, né un futuro pieno di angoscia. È la vita oggi, in questo stesso momento. Ricomincio.
Dio mi chiede di alzarmi ora, non quando sarò pronto. Non quando tutte le cose saranno chiare e saprò cosa devo fare. No. Proprio ora. Con le mie limitazioni e le mie paure. Con le mie povertà e le mie stranezze. Con le mie stampelle, con la mia fatica. Oggi do il mio sì alla missione alla quale mi invia.
Padre Carlos Padilla [Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
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