“Non bisogna cedere al pessimismo!”, ha esclamato. “La violenza va ripudiata! La forza morale del diritto, trattative eque e trasparenti per dirimere le controversie, a partire da quelle legate al rapporto tra integrità territoriale e autodeterminazione dei popoli, fedeltà alla parola data, ricerca del bene comune”.
del 25 agosto 2008
Nel dopo Angelus di questa domenica, Benedetto XVI ha parlato delle ripercussioni a livello internazionale della crisi apertasi in Caucaso e dei crescenti contrasti tra Russia e Georgia.
“La situazione internazionale registra in queste settimane un crescendo di tensione che vivamente preoccupa”, ha detto il Papa rivolgendosi ai pellegrini presenti a Castel Gandolfo per il consueto appuntamento domenicale.
“Dobbiamo constatare, con amarezza, il rischio di un progressivo deterioramento di quel clima di fiducia e di collaborazione tra le Nazioni che dovrebbe invece caratterizzarne i rapporti”, ha avvertito.
La recrudescenza della crisi in Caucaso si è avuta con il conflitto armato iniziato il 7 agosto scorso, quando le truppe russe hanno respinto un attacco portato dell’armata georgiana contro l’enclave filorussa dell’Ossezia del Sud.
Successivamente, anche dietro le pressioni della comunità internazionale, le truppe russe hanno acconsentito a lasciare il territorio della Georgia entro il 22 agosto, dopo 10 giorni di occupazione.
Allo stesso tempo, però, il Vice capo di Stato Maggiore russo, Anatoly Nogovitsyn, ha annunciato che Mosca si è riservata il diritto di mantenere il controllo su alcuni punti chiave dell'autostrada che collega il Mar Nero a Tbilisi, e sul percorso tra il porto di Poti e l’aeroporto di Senaki, anche una volta ripiegate le truppe.
Il 19 agosto, poi, si è tenuto un consiglio straordinario che ha riunito i Ministri degli Esteri dei 26 Paesi della Nato, i cui risultati sono confluiti in un testo conclusivo, che ha condannato l’uso “spropositato della forza” da parte di Mosca nel Caucaso, minacciando ripercussioni, ed ha espresso la volontà dell'Alleanza atlantica di sostenere l'integrità territoriale della Georgia.
La risposta di Mosca non si è fatta attendere a lungo e all'avvertimento ha fatto seguito la dichiarazione da parte della Russia del “congelamento provvisorio” di ogni forma di cooperazione militare con la Nato.
La dura presa di posizione da parte della Russia è stata anche innescata dalla firma di un accordo bilaterale tra Washington e Varsavia per la costruzione in Polonia della base antimissile americana che prevede l'installazione entro il 2012 di dieci missili capaci di intercettare e distruggere in volo eventuali missili balistici a lunga gittata.
Da parte sua, il Governo della Georgia ha affermato che il ritiro russo non è stato affatto completato, in violazione del documento firmato dalle parti, mentre il Parlamento di Tbilisi, su richiesta del Presidente Mikhail Saakashvili, ha prorogato lo stato di guerra fino all’8 settembre.
Lo stesso governo dell'Ossezia del Sud ha però accusato la Georgia di concentrare unità militari lungo il confine con la repubblica separatista e di aver sparato colpi d'arma da fuoco verso alcuni villaggi di frontiera intimando agli abitanti di andarsene. Tuttavia, Tbilsi ha negato perentoriamente e ha ribadito che le truppe georgiane si stanno ritirando come previsto dall'accordo per il cessate il fuoco.
Parlando questa domenica da Castel Gandolfo, il Papa ha inoltre ribadito la necessità di “approfondire la consapevolezza di essere accomunati da uno stesso destino, che in ultima istanza è un destino trascendente, per scongiurare il ritorno a contrapposizioni nazionalistiche che tanto tragiche conseguenze hanno prodotto in altre stagioni storiche”.
“Non bisogna cedere al pessimismo!”, ha esclamato. “La violenza va ripudiata! La forza morale del diritto, trattative eque e trasparenti per dirimere le controversie, a partire da quelle legate al rapporto tra integrità territoriale e autodeterminazione dei popoli, fedeltà alla parola data, ricerca del bene comune”.
“Trasformiamo questi pensieri e questi auspici in preghiera – ha detto con forza –, affinché tutti i membri della comunità internazionale e quanti, in particolare, sono rivestiti di maggiore responsabilità, vogliano operare con generosità per ripristinare le superiori ragioni della pace e della giustizia”.
Intanto, il Generale Anatoly Nogovitsyn ha affermato che il Governo della Georgia e la Nato stanno preparando un nuovo attacco contro l'Ossezia del Sud, accusando in particolare la Nato di intensificare la presenza di navi da guerra nel Mar Nero con la scusa della missione umanitaria di soccorso.
Nel replicare alle accuse, la Nato ha reso noto il 22 agosto che nel Mar Nero sono in corso esercitazioni di routine, previste da tempo e che non hanno alcun legame con la crisi tra Georgia e Russia.
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