Preoparate la via del Signore

La necessità di una particolare vigilanza è data dal carattere suadente di una vita adagiata sull'immediato. L'immediato ‚Äòipnotizza' e si propone come il vero appagamento dei nostri desideri, rendendo l'uomo vorace e intontito.

Preoparate la via del Signore

da Teologo Borèl

del 03 dicembre 2009

 

2° DOMENICA DI AVVENTO

6 dicembre 2009

“PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE”

 

Letture: Baruc 5, 1-9                      Filippesi 1, 4-11                           Luca 3, 1-6

                                              

 

 

1. La figura di Giovanni il Battista domina la scena del brano evangelico di questa domenica, Lui, il Precursore.  Il suo operato viene inquadrato in una cornice storica precisa: “nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, ....” per ricordarci che gli eventi che la nostra religione ogni anno ci ricorda non sono favole o invenzioni, ma si sono realizzati, hanno preso corpo in un contesto geografico e storico ben preciso! E tutto questo ha una sua grande importanza.

 

Il Battista fa suo il messaggio del profeta Isaia: “Preparate la via del Signore!” e per far questo occorre spianare le alture, i luoghi impervi e riempire le valli, drizzare i passi tortuosi al fine di rendere agevole la venuta del Messia, di cui “ogni uomo vedrà la salvezza”.  Impressionante per la mentalità del tempo (e non solo di allora) l’espressione “ogni uomo”: c’è un senso di universalità che sorprende e che Gesù farà suo. Colui che deve venire, per il quale occorre preparare la strada, ha un dono di bontà e di salvezza per TUTTI. Unica condizione: preparare la strada!

 

Domenica scorsa nel Vangelo venivamo invitati a essere vigilanti e a pregare in ogni momento. Ti lascio alla lettura-meditazione di un passo che trovo sempre ricco e proprio per questo mi pare bello condividerlo con te:

 

“La necessità di una particolare vigilanza è data dal carattere suadente di una vita adagiata sull’immediato. L’immediato ‘ipnotizza’ e si propone come il vero appagamento dei nostri desideri, rendendo l’uomo vorace e intontito. Più sei sazio di ‘piccoli piaceri’ e più sei vuoto di vera gioia, perché non sei più in stato di esodo, non sei più in un atteggiamento pasquale, sei solo “incurvato” su te stesso.

 

Dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita rendono il cuore pesante e ci impediscono di alzarci, levare il capo e vedere vicina la nostra liberazione. Il cuore pesante ci obbliga a stare ricurvi, a capo chino. Qualche volta noi diciamo di avere un peso sul cuore. Quando qualcosa ci pesa sul cuore è come se una gravezza ci costringesse a star seduti, non abbiamo voglia di uscire, di guardarci attorno... allora per scuoterci o ci buttiamo a capofitto nel lavoro (affanni della vita: lavoro, eccessiva preoccupazione per la casa, per la salute, per il denaro...), o cerchiamo evasioni (dissipazioni: divertimenti, viaggi, avventure...), o stati di esaltazione innaturali (droghe, ubriachezze...).

 

Con tutto questo noi non ci accorgiamo dell’avvicinarsi di Dio e della libertà che ci offre. Il nostro cuore resta pesante; il tempo che passa ci opprime; non riusciamo ad avere né a donare gioia; viviamo – prima ancora che siano arrivate – con la paura della malattia, della vecchiaia, della sconfitta qualunque essa sia; ci lamentiamo di non avere tempo, ma ci mettiamo sempre a correre perché il fermarci a riflettere, pensare, ascoltare ci dà le vertigini...”

 

            2. Preparare il nostro cuore all’accoglienza (preparare la strada....) è il significato concreto della vigilanza attiva, operosa di chi ha nel cuore il desiderio di un incontro, di chi attende qualcuno.

Ma tu attendi qualcuno, ti attendi qualcosa da questo Natale?  Hai il desiderio di un incontro, dell’incontro con l’Emmanuele, con il Dio con noi?

 

Dimmi chi o cosa desideri e ti dirò chi sei, ti dicevo nell’Avvento dello scorso anno.

Ti suggerisco alcuni passi per preparare il tuo cuore all’accoglienza del Festeggiato:

 

Regalati del tempo a ringraziare: rileggi la seconda lettura dove l’apostolo Paolo, scrivendo alla comunità cristiana di Filippi, ringrazia “Ogni volta che mi ricordo di voi, ringrazio il mio Dio”. Passa queste ultime settimane o mesi alla moviola del tuo cuore e della tua mente e cerca i segni della presenza del Signore, i doni che ti ha fatto... le sue orme sulla sabbia della tua vita!  Ti nascerà nel cuore tanta gioia, perché scoprirai di essere amato da Lui, attraverso persone, incontri, situazioni, avvenimenti... prove, fatiche, sbagli, errori, sofferenze...

 

Inginocchiati e sappi chiedere perdono: per vedere la salvezza di Dio occorre convertire il nostro cuore. L’Avvento è tempo di conversione, tempo per preparare la via al Signore, per togliere certi macigni, raddrizzare certe storture, abbassare il nostro orgoglio, riempire di opere buone le nostre mani vuote...  “Se i cristiani perdono il senso della conversione a Dio e se il cristianesimo presenta solo il volto di un umanesimo senza dimensione religiosa, si priva il mondo di un dono divino”.  Concretamente, prepara la tua confessione, come segno della tua conversione a Colui che viene e ai fratelli che ti vivono accanto. Non aspettare l’ultimo minuto: prenditi tempo anche per questo!

 

Offri il tuo impegno-proposito: preparare la strada del Signore è andargli incontro “con le buone opere”. Se ti prendi tempo per stare davanti a Gesù, con calma, facendo tacere il tuo cuore, ti accorgi del settore della tua vita su cui devi impegnarti di più, del peccato che devi eliminare, ... del regalo che Gesù si aspetta da te per questo Natale. Tu lo sai! 

Don Bosco educava i suoi giovani alla santità; li faceva camminare, era santamente esigente. Sai qual è il primo passo? Prendere sul serio la tua vita spirituale, prendendo coscienza che il rapporto con Dio è per te qualcosa di vitale.    Occorre scuotersi dalla sonnolenza di una fede ereditata, spesso superficiale e vaga. Occorre guardare in alto!

 

 

Conclusione: siamo nella novena dell’Immacolata e l’ 8 dic.  ne celebreremo la festa. Ti lascio un pensiero di una donna, una mistica del nostro tempo, sul sì di Maria:

 

            “Come un covone afferrato al centro si prolunga verso le due estremità, così la vita di Maria è concentrata intorno al suo ‘sì’, che le conferisce senso e forma e da qui si dispiega sia a ritroso che in avanti... è questa infatti la natura di un sì: lega chi lo pronuncia, ma gli concede ad un tempo piena libertà di realizzazione. Ogni libertà si sviluppa con la dedizione e la rinuncia ad essere privi di vincoli e in un legame proprio questa libertà risulta quanto mai proficua” (Adriana von Speyr)

 

Buon Avvento con Maria.

                                                                                                          Don Gianni

 

don Gianni

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