Professionali o liceo? Falso problema

Il post terza media è un bivio davanti al quale si trovano ogni anno decine di migliaia di famiglie. E il più delle volte il percorso della formazione professionale viene percepito come canale di ripiego per chi con lo studio ha qualche difficoltà. «Un pregiudizio e uno stereotipo». La formazione per l'avviamento al lavoro stenta.

Professionali o liceo? Falso problema

da Attualità

del 21 settembre 2011

 

 

Percorso formativo ufficiale riconosciuto dalla legge, ma non ancora da tutte le realtà regionali.           È il difficile cammino della formazione professionale, che da un paio d’anni è stato riconosciuto come canale per assolvere anche l’obbligo d’istruzione fino ai 16 anni, affiancandosi così a quello scolastico. Un’offerta formativa che solo in alcune Regioni (che hanno competenza costituzionale in materia) ha trovato piena cittadinanza. Parliamo di Liguria, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio e Sicilia, mentre «nelle altre Regioni – commenta don Mario Tonini, presidente nazionale della Cnos-Fap (gli enti di formazione dei Salesiani) e vicepresidente nazionale della Confap – sono soprattutto gli istituti professionali di Stato a gestire questo percorso».           Insomma una situazione in piena evoluzione, anche in modo positivo come dimostra l’intesa firmata nei mesi scorsi nella Regione Liguria proprio con gli enti di formazione professionale dando vita ad un protocollo-pilota a livello nazionale. «Con questa intesa – spiega ancora don Tonini – la Regione amplia la propria offerta formativa con i percorsi triennali, che si concludono con una qualifica, il quarto anno di diploma professionale, l’anno di preparazione all’Esame di Stato, fino al rilascio del diploma professionale di tecnico superiore». Altro punto positivo è la definizione delle 21 qualifiche professionali e degli altrettanti diplomi professionali, che saranno attivati in tutta la Penisola. Passaggio importante anche alla luce del grido d’allarme lanciato dall’Unioncamere che parla di «professionalità di difficile reperimento».           Nell’intero sistema della formazione professionale vi sono oltre 170mila studenti che frequentano i corsi triennali (quelli validi anche per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione ai 16 anni), ma potrebbero essere molti di più se tutte le Regioni attuassero questi corsi non limitandosi alla presenza dei soli istituti professionali statali. Una scelta probabilmente influenzata ancora da qualche pregiudizio sul carattere formativo di questi percorsi, visti solo come «addestramento» a una professione. Del resto il post terza media è un bivio davanti al quale si trovano ogni anno decine di migliaia di famiglie. E il più delle volte il percorso della formazione professionale viene percepito come canale di ripiego per chi con lo studio ha qualche difficoltà. «Un pregiudizio e uno stereotipo», commentano i responsabili dei centri di formazione professionale, che nei propri corsi affiancano alle materie professionalizzanti anche quelle di cultura generale. E la nuova struttura del percorso formativo vuole superare questa contrapposizione.

Enrico Lenzi

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