Pronti, svegli, degni!

E' tempo! Sì, è tempo di Avvento! Siamo all'inizio del nuovo anno liturgico e, ciò che inizia, porta con sé qualcosa del passato, prefigurando già la speranza del rinnovamento del cuore, dei gesti, delle azioni.

Pronti, svegli, degni!

da Teologo Borèl

del 04 dicembre 2007

Tutto ciò va inserito in una dimensione che lega l’esperienza terrena a quella divina, perché è proprio dei giovani volare alto, puntare alle vette più alte, andare al cuore delle cose.  Consapevoli di questo tempo speciale che ci conduce fino al Natale “andiamo con gioia incontro al Signore”, con una prospettiva di futuro gioiosa, quella della casa del Signore, di giungere al termine di questo grande “pellegrinaggio” che dev’essere la vita terrena. “Siamo fatti per cielo”, ma spesso lo dimentichiamo e da qui nascono la noia, la pesantezza, il nulla, l’abbandono, il vizio, la capacità di affrontare le piccole cose, la rottura dei rapporti di fedeltà e amicizia, il mettere da parte di Dio. L’Avvento – ci dice Papa Giovanni Paolo II -  è una riconferma dell’eterno cammino dell’uomo verso Dio; è un nuovo inizio, ogni anno, di questo cammino: la vita dell’uomo non è una strada impraticabile, ma via che conduce all’incontro col Signore! Questo incontro parte dall’interno e coinvolge la persona interamente come quando ci si innamora davvero e tutto sembra acquistare una luce nuova. Il cristiano non incontra una teoria o una filosofia, ma un uomo che è anche Dio, Gesù Cristo. L’aspetto spirituale si unisce con quello storico e concreto, difatti, l’Avvento non vuol essere solo la memoria del periodo storico che ha preceduto la nascita del Salvatore, anche se esso, così inteso, ha già di per sé un altissimo significato spirituale, ma ci vuol ricordare che tutta la storia dell’uomo e di ciascuno di noi va intesa come un grande “Avvento”, come un’attesa, istante per istante, della venuta del Signore, così che egli ci trovi pronti e vigilanti per poterlo degnamente accogliere. Qui ritroviamo tre elementi importanti e tipicamente giovanili in un senso o nell’altro come vedremo: pronti, vigilanti, degnamente.

 

-         Essere pronti è proprio del giovane di oggi; pronto a tutto a volte pure spericolato. Pronti e via, si parte a volte senza meta e senza orari, si parte senza una vera organizzazione; si è pronti e basta. Già, ma l’essere pronti fino all’estremo porta spesso frutti effimeri e così si rischia di restare per strada, in panne, senza soldi, senza nessuno. E’ necessaria una meta, una preparazione, una strategia, una buona compagnia, una guida affidabile. Si tratta di coniugare l’impeto giovanile con l’essenzialità del Vangelo, per essere davvero “pronti” e non correre rischi inutili. Pronti allora, sì, con la fiducia in chi non ci abbandonerà mai, con una parola data che è certa e ricca di speranza.

-         Essere vigilanti sembrerebbe essere il pane quotidiano dei giovani, se intendiamo le notti passate, nei fine settimana o durante l’estate, ben svegli fino all’alba. La vigilanza richiede di essere sentinelle, di essere desti e lucidi, pronti a rimettersi subito in attività. Forse questa seconda parte è un po’ più difficile, dopo certi notti in bianco a volte tra fumi e alcool. Il fatto che sia difficile però dovrebbe stimolare, non è sempre un limite e poiché sappiamo che tanti giovani sono capaci di cose grandi, questa attesa può anche essere una vera e propria preparazione fatta di sacrificio, impegno, servizio, preghiera. Qualche volta è necessario tenere svegli e pronti anche gli altri, coloro a cui si vuole bene, non deresponsabilizzandoli, ma coinvolgendoli in questa nuova prospettiva di attesa.

-         Essere degni è l’altra chiave per prepararsi all’Avvento. C’è un abito esterno ed uno interno e si è chiamati a curarli entrambi e a volte anche a prendersi cura di quello del prossimo. Ciò che è – per così dire – indegno fa di certo moda oggi tra i giovani dal linguaggio, alla gestualità, dall’abbigliamento ai comportamenti. Ma quale ragazzo o ragazza non farebbe di tutto per essere “degno/a” della persona che ama? Chi non si renderebbe pulito ed elegante per un appuntamento importante? La questione è di stile, è lo stile è quello del Vangelo, senza fronzoli, essenziale, deciso, ma sempre carico di fascino e coinvolgente. Vogliamo entrare o no in queste “club” che è il Regno di Dio? Le regole? Non è esclusivo nel senso che non esclude chi ci mette un po’ di buona volontà per esserne degno; si entra anche accompagnati e nessuno paga anche quando sembra che il prezzo sia troppo alto; la consumazione la si paga già su questa terra, a volte con sacrificio, ma la quantità è cento volte tanto; non ci sono buttafuori anzi “buttadentro”; il Padrone garantisce gioia vera e una vita in pienezza senza la necessità di sballarsi. Essere degni, insomma, conviene!

 

Cosa dire ancora in occasione dell’inizio dell’Avvento? Lo lasciamo dire ancora a Papa Giovanni Paolo II: E’ questo tempo liturgico stesso che ci dice appunto che l’umanità intera e ogni uomo ha un futuro felice, nonostante tutto quello che possono portare i tempi, le esperienze umane, la storia, le tragedie. Nonostante tutto quello che vediamo ogni giorno, che sentiamo quasi nell’aria: nonostante tutto l’umanità ha un futuro, ha un avvenire, e un avvenire buono, un avvenire divino. È questo il messaggio dell’Avvento, il messaggio della salvezza. Dio vuole salvarci e ci salva.

 

Che cosa significa tutto questo? Significa puntare a Cristo e a quanti sono di Cristo senza timore, senza pensare di dover dare chissà quali giustificazioni, senza doversi necessariamente chiudere in clausura o esiliarsi dalle cose del mondo. Questo avvenire personale è anche comunitario, ed è possibile in tutte le situazioni, persino le più contrarie. Si tratta di avere fiducia nella stessa giovinezza, in chi vi guida senza interesse e con amore, in chi agisce con coerenza, in chi dà la propria vita tutti i giorni.

 

Marco Pappalardo

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