Ecco l'idea: se il “teatro di Don Bosco” è Oratorio, perché non portare l'Oratorio in teatro? O meglio, perché non realizzare un musical (o commedia musicale, come meglio preferite) sull'Oratorio, proprio per far vivere ai ragazzi/giovani in prima persona il clima oratoriano?
del 07 dicembre 2006
 
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Da Don Bosco… 
Come coinvolgere un gruppo di ragazzi e giovani in un’attività stimolante, divertente, che li faccia sentire protagonisti, ma che al tempo stesso sia educativa? Semplice: con il teatro, in modo che ognuno possa dare sfogo alla propria espressività e creatività!
Beh, magari non ci crederete, ma questa geniale intuizione l’ha avuta Don Bosco oltre 150 anni fa. Si, sì, proprio quel Don Bosco che ha dedicato la sua vita ai giovani, che ha fondato i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Cooperatori Salesiani… il patrono della nostra parrocchia, insomma. Per Don Bosco, che ha iniziato a 9 anni a fare il saltimbanco per attirare a sé i ragazzi, l’espressività teatrale deve però avere alcune caratteristiche per essere davvero uno strumento educativo, in grado di far crescere i suoi giovani come “bravi cristiani e onesti cittadini”:
 
- popolare/famigliare            
lo spettacolo da realizzare non deve essere rivolto solo a coloro che possono pagare il biglietto, bensì a tutte le persone che vogliono trascorrere un momento di sano divertimento, da vivere in un clima di famiglia. Questo, tuttavia, non significa allestire una rappresentazione teatrale “semplicistica” o “povera”: se è vero che la scelta di Don Bosco è di tipo educativo (e non quindi di scimmiottare il “grande teatro”), è altrettanto vero che gli spettacoli vanno sempre preparati e realizzati con grande cura, per essere davvero coinvolgenti e per lasciare in tutti un ricordo positivo;
 
- giovanile        
oggi diremmo “giovani per i giovani”, cioè un teatro fatto dai giovani, con i giovani, per i giovani (e le loro famiglie). Il che non impedisce di sognare in grande, anzi… I giovani sono i protagonisti e vengono coinvolti nella recitazione, nella musica, nella parte tecnica: il teatro è sia lo strumento per far sì che ciascuno di loro si esprima in ciò che gli è più congeniale, sia un’occasione di divertimento, crescita e maturazione;
 
- aperto 
lo spettacolo è una festa, che richiede sì disciplina per essere realizzato, ma che consente anche di lasciare spazio aperto al divertimento, alla fantasia e soprattutto alla varietà di contributi che ognuno può portare. Ci vuole uno spirito eclettico, aperto alle idee nuove che sanno coinvolgere i ragazzi, e che sappia raggiungere gli obiettivi educativi che Don Bosco si propone;
 
- contenutistico          
Don Bosco non vuole una rappresentazione fatta così “tanto per ridere” o per “far vedere che si è bravi”: per lui il teatro è uno strumento privilegiato di educazione, e per questo chiede che gli spettacoli (anche se comici o proposti sotto forma di commedia) abbiano un testo ricco di contenuti, affinché siano sempre veicolo di un messaggio di speranza e di crescita umana e cristiana.             
 
Insomma, per Don Bosco il teatro è una forma eccezionale per vivere insieme il clima dell’ORATORIO.
 
 
…alla Parrocchia Don Bosco
 
E veniamo a noi. Negli ultimi tre anni sono stati realizzati dai ragazzi/giovani della nostra parrocchia due musical (“Il re leone” ed “Hercules”): questa volta, ci si è chiesti, perché non provare a osare un po’ di più, domandando loro di realizzare qualcosa di più complesso e impegnativo, ma allo stesso tempo più entusiasmante e in grado di far risaltare maggiormente le loro capacità espressive e creative? E magari con un messaggio ricco di valori e contenuti, proprio come ci chiederebbe Don Bosco?
E allora, ecco l’idea: se il “teatro di Don Bosco” è Oratorio, perché non portare l’Oratorio in teatro? O meglio, perché non realizzare un musical (o commedia musicale, come meglio preferite) sull’Oratorio, proprio per far vivere ai ragazzi/giovani in prima persona il clima oratoriano? E, allo stesso tempo, in grado di coinvolgere gli spettatori e raccontare loro che il vero oratorio non è l’edificio di mattoni (che possiamo chiamare anche centro parrocchiale, patronato, centro giovanile…), bensì quello con la O maiuscola, che si caratterizza per il clima che respiri, per la spiritualità che vivi, per i contenuti educativi e i valori che vengono trasmessi?
E da qui siamo partiti un anno e mezzo fa… i nostri ragazzi e giovani sono stati coinvolti subito, fin dalla fase creativa: hanno scelto le canzoni, hanno proposto idee, hanno realizzato la prima stesura del copione (un BRAVO a Elisabetta e Roberta!), e poi, coordinati da Don Francesco (che aveva la supervisione generale) e da Marta, Lucia e Gilberto (per le coreografie artistiche, i balletti e la recitazione) hanno iniziato a provare, provare, provare… Ed è stato bello vedere come, in corso d’opera, si siano aggiunti altri giovani e alcuni genitori per la parte tecnica/scenografica… Certo, le difficoltà (e le incomprensioni) non sono mancate, c’è stato anche chi si è ritirato, ma l’entusiasmo e la bravura di tutti quelli che sono rimasti (o si sono aggiunti) ha consentito di allestire davvero uno spettacolo ricco, coinvolgente e con quelle caratteristiche che piacevano tanto a Don Bosco… E quale occasione migliore di “fare la prima” proprio in occasione dell’inizio dei festeggiamenti per il 50° della nostra parrocchia?
Il risultato lo avete visto: e speriamo davvero che oltre alle risate, ai balletti, ai colori, il messaggio trasmesso sia davvero uno stimolo per tutti (giovani e non), un’occasione per ciascuno di riflettere su come “contribuire anche noi alla crescita di questo Oratorio. In fin dei conti, Dio non ci chiede cose così impossibili…” PUNTO E A CAPO!”.
Gilberto Ruzzante
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