Qual è l'importanza del S. Rosario?

“Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace”, scrive Giovanni Paolo II nella citata Lettera apostolica del 2002, “anche per i frutti di carità che produce”, tra cui il “desiderio di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei bambini in tutte le parti del mondo”; di “testimoniare le beatitudini nella vita di ogni giorno”; di “farsi ‚Äòcirenei' in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla disperazione”. Di diventare, in una parola, “costruttori della pace nel mondo” e di “sperare che, anche oggi, una ‚Äòbattaglia' tanto difficile come quella della pace possa essere vinta”.

Qual è l’importanza del S. Rosario?

da Teologo Borèl

del 06 ottobre 2006

A) NOTIZIE STORICHE SUL ROSARIO:

 

Quando nasce la preghiera del Rosario?

 

Esso ha origini antichissime. Sembra infatti che risalga al XII secolo, quando già da tempo era recitato dai monaci Certosini.

 

Ben presto, poi, si diffuse in tutto il mondo cattolico, assumendo caratteristiche diverse, ma conservando sempre l’invocazione a Maria Santissima. La popolarità del Rosario è confermata anche dal gran numero di confraternite e sodalizi che, sia nel passato che ai giorni nostri, portano il suo titolo.

 

La ricorrenza liturgica in onore della Madonna del Rosario si celebra il 7 ottobre.

 

Fu Papa Gregorio XIII a trasferirla in tale giorno, sostituendola a quella di S. Maria della Vittoria che il suo predecessore S. Pio V aveva istituito per commemorare l’affermazione a Lepanto della flotta cristiana su quella turca che minacciava le coste venete.

 

Che cosa hanno detto alcuni papi circa il Rosario?

 

Diffusosi rapidamente nella Chiesa, il Rosario venne ben presto regolato, riconosciuto ufficialmente e raccomandato ai fedeli da Sommi Pontefici.

 

• Il Papa che per primo ne determinò ufficialmente la fisionomia essenziale, gli conferì il carisma ecclesiale, rilevò i suoi pregi e lo raccomandò quindi al popolo di Dio, fu il domenicano San Pio V. Memorabili sono la bolla Consueverunt del 1569, vera magna charta del Rosario e la Salvatoris Domini del 1572, scritta dopo la vittoria della cristianità a Lepanto.

 

• Altro grande pontefice del Rosario fu il Papa Leone XIII. Devotissimo egli stesso di questa preghiera, vi dedicò ben 22 documenti. L’additò come “maniera facile per far penetrare e inculcare negli animi i dogmi principali della Fede cristiana”.

 

Nell’anno 1883 stabilì che “tutto il mese di ottobre dell’anno in corso e per l’avvenire sia consacrato e dedicato alla celeste vergine del Rosario”. Dell’anno 1891 ricordiamo la significativa definizione che diede del Rosario: “come la tessera della nostra Fede e il compendio del culto a Maria dovuto”. Nel 1892 giustifica le sue raccomandazioni di pregare il Rosario dicendo che in esso “sono così bene e così utilmente riuniti un’eccellente forma di preghiera, un mezzo efficace per conservare la Fede e un ideale insigne di virtù perfetta: è ben giusto che i veri cristiani lo abbiano spesso tra le mani e lo meditino piamente”. Nel 1898 giunge ad affermare che il “Rosario costituisce la più eccellente forma di preghiera privata e il mezzo più efficace per conseguire la vita eterna” e che “nell’ora suprema i devoti del Rosario saranno consolati dalla materna tenerezza della vergine Maria e si addormenteranno dolcemente sul suo seno”.

 

• Il papa Pio X stimò e amò il Rosario recitandolo fedelmente prima e durante il suo pontificato. Egli affermò: “il Rosario costituisce l’orazione per eccellenza riunendo alla meditazione dei misteri della nostra religione e alle più sante preghiere, la mediazione della vergine santissima. Dobbiamo nutrire la più cara speranza che per mezzo di questa pratica il Signore ci accordi le migliori grazie”. Nel suo testamento raccomandò il Rosario come “la preghiera che, sempre dopo quella liturgica, fra tutte è la più bella, la più ricca di grazie, quella che più piace alla santissima vergine Maria”.

 

• Con importanti encicliche e discorsi hanno esaltato e raccomandato il Rosario Benedetto XV e Pio XI, a cui viene attribuita la frase provocatoria, sovente riportata: “potrei convertire il mondo se avessi un esercito che recitasse il Rosario”.

 

• Di Pio XII è invece la famosa definizione: “il Rosario è sintesi di tutto il Vangelo, meditazione dei misteri del Signore, sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, preghiera della famiglia, compendio di vita cristiana, segno sicuro del favore celeste, presidio per l’attesa salvezza”.

 

• Giovanni Paolo II, il 16 ottobre 2002, ha pubblicato la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, in occasione del 120° anniversario dell’enciclica Supremi apostolatus officio con cui Leone XIII, il 1° settembre 1883, diede inizio alla pubblicazione di una serie di documenti dedicati proprio al Rosario.

 

Pur “caratterizzato dalla sua fisionomia mariana”, scrive Giovanni Paolo II nell’introduzione alla lettera, il Rosario “è preghiera dal cuore cristologico” che con la sua “semplicità e profondità rimane, anche in questo terzo millennio, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità”. Giovanni Paolo II ha proclamato l’anno che va dall’ottobre 2002 all’ottobre del 2003 “Anno del Rosario”, invitando alla recita di questa preghiera, che “porta al cuore stesso della vita cristiana ed offre un’ordinaria quanto feconda opportunità spirituale e pedagogica per la contemplazione personale, la formazione del popolo di Dio e la nuova evangelizzazione”.

 

B) LA STRUTTURA DEL ROSARIO

 

Di quante Ave Maria è formato attualmente il S. Rosario?

 

È formato da 200 Ave Maria, suddivise in decine, raggruppate in 4 cicli di 5 Misteri ciascuno. Ogni corona del S. Rosario è formata da 5 decine. La corona del Rosario è sorta come strumento per il conteggio delle preghiere sul modello di strumenti simili già in uso presso altre religioni, in particolare presso i buddisti (108 grani) e i musulmani (99 grani, cioè quanti sono i nomi attribuiti a Dio dal Corano). Leone X, ad esempio, nel 1516 approvava una ‘corona’ in onore di Nostro Signore che constava di 33 grani piccoli (gli anni di Cristo secondo la tradizione popolare) per la recita di altrettanti Pater con l’aggiunta di cinque grani più grandi (le piaghe di Cristo) per la recita di cinque Ave.

 

Perché nel passato il S. Rosario era formato da 150 Ave Maria?

 

Il S. Rosario di 150 Ave Maria richiamava i 150 salmi che fanno parte della Liturgia delle Ore e che nel passato (ma anche talvolta nel presente) per gli illetterati venivano sostituiti con la recita quotidiana di 150 Pater. Con lo sviluppo della pietà mariana fu proposta al popolo la recita di 150 Ave, quando questa preghiera biblica non aveva ancora la seconda parte, aggiunta verso la fine del XV secolo.

 

C) IMPORTANZA DEL ROSARIO

 

Qual è il rapporto tra il Rosario e la vita quotidiana?

 

“Il nostro cuore - aveva affermato Giovanni Paolo II nel suo primo anno di pontificato - può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità”. E proprio sulla “implicazione antropologica” del Rosario si sofferma il Papa, definendolo il “segreto per aprirsi più facilmente a una conoscenza profonda e coinvolgente di Cristo attraverso Maria”, ma anche un modo per chiedere aiuto a Cristo per “i tanti problemi, assilli, fatiche e progetti che segnano la nostra vita”. Il Rosario è anche una risposta a quella “rinnovata esigenza di meditazione”, tipica della nostra epoca.

 

In che senso il Rosario è la preghiera per la Pace e la famiglia?

 

Pace e famiglia: sono questi, per il Papa Giovanni Paolo II, due ambiti particolari in cui la preghiera del Rosario si rivela capace di “far sperare in un futuro meno oscuro”.

 

• “Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace”, scrive Giovanni Paolo II nella citata Lettera apostolica del 2002, “anche per i frutti di carità che produce”, tra cui il “desiderio di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei bambini in tutte le parti del mondo”; di “testimoniare le beatitudini nella vita di ogni giorno”; di “farsi ‘cirenei’ in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla disperazione”. Di diventare, in una parola, “costruttori della pace nel mondo” e di “sperare che, anche oggi, una ‘battaglia’ tanto difficile come quella della pace possa essere vinta”.

 

• Altro versante critico del nostro tempo, per il quale Giovanni Paolo II chiede un supplemento di impegno, è quello della famiglia. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane, nel quadro di una più larga pastorale della famiglia, può costituire, secondo il Papa, un’ottima occasione per :

 

- alimentare la preghiera familiare tanto importante anche oggi;

- affidare alla preghiera del Rosario, l’itinerario di crescita dei figli;

- aiutare i genitori a colmare la distanza culturale tra le generazioni;

- riscoprire il valore del silenzio;

- favorire lo stare insieme, e il comunicare nella preghiera, fra i vari membri della famiglia.

 

Esiste anche un Rosario missionario?

 

Sì, ed è molto suggestivo: una decina, quella bianca è per la vecchia Europa, perché sia capace di riappropriarsi della forza evangelizzatrice che ha generato tante Chiese; la decina gialla è per l’Asia, che esplode di vita e di giovinezza; la decina verde è per l’Africa, provata dalla sofferenza, ma disponibile all’annuncio; la decina rossa è per l’America, vivaio di nuove forze missionarie; la decina azzurra è per il Continente dell’Oceania e dell’Australia che attende una più capillare diffusione del Vangelo.

 

D) I MISTERI DEL ROSARIO

 

MISTERI DELLA GIOIA

(Gaudiosi) (lunedì e sabato)

 

• Nel 1° Mistero gaudioso si contempla l’annunciazione dell’Angelo a Maria SS: “L’angelo, entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te… Ecco concepirai un Figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”(Lc 1,28.31).

 

• Nel 2° Mistero gaudioso si contempla la visita di Maria SS. a Santa Elisabetta: “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo” (Lc 1,41).

 

• Nel 3° Mistero gaudioso si contempla la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme: “Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2,7).

 

• Nel 4° Mistero gaudioso si contempla la presentazione di Gesù al Tempio da Maria e Giuseppe: A quaranta giorni dalla nascita di Gesù, Maria e Giuseppe “portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore” (Lc 2,22).

 

• Nel 5° Mistero gaudioso si contempla il ritrovamento di Gesù nel Tempio: “Non sapevate. che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,49- 51).

 

 

MISTERI DELLA LUCE

(Luminosi) (giovedì)

 

• Nel 1° Mistero luminoso si contempla il Battesimo nel Giordano di Gesù: “In quei giorni Gesù venne da Nazaret in Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Mc 1,9-11).

 

• Nel 2° Mistero luminoso si contempla Gesù alle nozze di Cana: “La Madre disse ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui” (Gv 2,5, 11).

 

• Nel 3° Mistero luminoso si contempla l’annuncio del Regno di Dio: “Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, l5).

 

• Nel 4° Mistero luminoso si contempla la Trasfigurazione di Gesù: “Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte a pregare. Mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante” (Lc 9,28-29).

 

• Nel 5° Mistero luminoso si contempla l’istituzione dell’Eucaristia: “Mentre mangiavano, prese il pane, e pronunziata la preghiera di benedizione, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’Alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26,26-28).

 

 

MISTERI DEL DOLORE

(Dolorosi) (martedì - venerdì)

 

• Nel 1° Mistero doloroso si contempla l’agonia di Gesù nel Getsemani: “In preda all’angoscia, pregava più intensamente e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra” (Lc 22,44).

 

• Nel 2° Mistero doloroso si contempla la flagellazione di Gesù: “Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare” (Gv 19,1).

 

• Nel 3° Mistero doloroso si contempla l’incoronazione di spine di Gesù: “I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo” (Mt 27,29).

 

• Nel 4° Mistero doloroso si contempla il viaggio al Calvario di Gesù carico della croce: “Pilato lo consegnò loro. Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il Golgota” (Gv 19,16-17).

 

• Nel 5° Mistero doloroso si contempla Gesù crocifisso e morto in croce: “Giunti al Calvario lo crocifissero... Dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò” (Gv 19,18-30).

 

 

MISTERI DELLA GLORIA

(Gloriosi) (mercoledì - domenica)

 

• Nel 1° Mistero glorioso si contempla la risurrezione di Gesù: “So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto come aveva detto” (Mt 28,5-6).

 

• Nel 2° Mistero glorioso si contempla l’ascensione di Gesù al Cielo: “Il Signore Gesù fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio” (Mc 16,19).

 

• Nel 3° Mistero glorioso si contempla la discesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli con Maria SS. nel Cenacolo: “Apparvero loro lingue come di fuoco; ed essi furono tutti ripieni di Spirito Santo” (Atti 2,3-4).

 

• Nel 4° Mistero glorioso si contempla l’assunzione di Maria SS. al Cielo: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome” (Lc 1,49).

 

• Nel 5° Mistero glorioso si contempla l’incoronazione di Maria SS. Regina del Cielo e della Terra: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi, e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Ap 12, I).

mons. Raffaello Martinelli

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