Quei luoghi dell'anima che fermano la nostra fretta

«Ho ritrovato in Tonino Guerra una riflessione, che da tempo mi porto nel cuore, ripensando ai luoghi dell'anima, che tonificano la vita e ti danno respiro per affrontare il futuro: “Abbiamo bisogno di luoghi che siano uno specchio per le nostre riflessioni. Luoghi che ci allontanino dalla vita che stiamo facendo, luoghi per fermare la nostra fretta e aspettare l'anima”»

Quei luoghi dell'anima che fermano la nostra fretta

da Quaderni Cannibali

del 12 maggio 2010

 

           Luogo dell’anima per la mia amica Cri è il camposanto, dove ogni giorno, nell’intervallo del lavoro, corre in bicicletta per salutare suo marito, morto in un incidente stradale, causato da un distratto che non ha osservato il segnale stradale. È luogo dell’anima anche per Betty, che ogni tanto ha bisogno di recarsi sulla tomba di Max per chiedergli come mai è scappato dalla vita, in un modo tragico, senza un preavviso, una delle tanti morti di cui si parla poco perché portano tristezza, malinconia.

           Luogo dell’anima è anche la casa di Stefano, dalla quale è stato cacciato e alla quale torna spesso, senza salire per capire dalla macchina che è parcheggiata in cortile se la mamma ha ancora lo stesso uomo o un altro. Forse l’altro lo prenderebbe in casa! Invece deve stare in comunità, anche se si trova bene con quei genitori, non suoi, ma che lo hanno accolto con tanta bontà.

           Luogo dell’anima è l’angolo buio dell’abbazia, dove un prete è sempre pronto a perdonare Lorenzo con un gesto che lui non ha ancora fatto nei confronti del papà che ha abusato della sorellina di nove anni: «Fino a che lo faceva con mia sorella di 15 dicevo niente, ma poi l’ho denunciato… Non riuscivo a perdonarlo, il prete mi ascoltava e mi consolava, mi parlava sempre di perdono. Fino a che non lo perdoni, non sarai contento, Ma come si fa?».

           Luogo dell’anima per Angela è stato quella cima di montagna dove per la prima volta aveva incontrato il suo ragazzo, oggi padre dei suoi figli: «Stavo per scivolare sulla neve, lui mi ha preso per mano… Ci siamo rivisti, ci siamo innamorati. Su quella cima in Valmalenco, andiamo tutti gli anni con i nostri figli».

           Luogo dell’anima per Noemi era uno scatolone, dove conteneva tutte le lettere scritte dal suo Attilio quando era militare. Nella scatolone i figli potevano frugare, leggere, gioire di un amore che stava per nascere con il carattere dell’eternità. Lettere e fotografie che testimoniano memorie di vita possono rinfrescare amori, che stanno per appannarsi, sono per i figli una storia da rivivere in modo originale dando un’impronta alla loro vita.

           Luogo dell’anima sono incontri segnati dalla grazia, nei quali una persona scopre di rispecchiarsi magicamente nell’altra. Sono i luoghi dell’amicizia, di esperienze forti, che diventano memoria e tracciano un cammino. Può essere un insegnante esigente, contento di fare “bottega”, come si diceva nei tempi antichi, dove l’allievo sperimenta sotto l’occhio vigile del maestro che ha la passione di insegnare. Mi confidava un noto cardiochirurgo di fama internazionale, un amico carissimo, che la sua gioia, adesso che l’età sta avanzando, è di avere comunicato a tanti giovani la sua esperienza, la sua passione, il suo atteggiamento etico nei confronti degli ammalati. L’incontrare questi maestri fa affiorare la parte bella, a volte ignorata, che rimarrebbe tale senza quell’incontro, che non nasce mai a caso.

           Luogo dell’anima per me è stato l’oratorio dove ho ritrovato la fiducia in me stesso e nella mia famiglia alquanto problematica. Ho trovato chi mi ha aiutato a riscoprire la tenerezza di mia madre, l’affetto virile di mio padre, la gioia di avere fratelli operosi e creativi, per cui è ritornata ad essere per me e lo è tuttora prezioso luogo dell’anima.

           Luoghi dell’anima sono i luoghi della fede: un santuario, un monastero, luoghi che nel silenzio permettono di leggerti dentro, di entrare negli altri, di incontrarti con Dio. Il Beato Charles de Foucauld, un ufficiale francese, lo ha ritrovato nel deserto come Carlo Carretto. come la mia amica entrata in clausura, suor Giacinta: «Incontrando il suo sorriso, mi confidava Luigi, ho scoperto che Dio esiste».

           Per spiccare il volo verso orizzonti più alti, più lontani e non lasciarci avvolgere dalle gabbie di un mondo falso nelle sue illusioni, occorre riandare spesso ai luoghi dell’anima. Anche per mantenere patti per la vita intera, giuramenti fatti di fronte a Dio.

don Vittorio Chiari

http://www.chiesadimilano.it

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