È l'attività che spesso facciamo quando si avvicina la conclusione di qualcosa e il conseguente momento (terribile) della decisione. Per decidere, prima di decidere, è opportuno ricapitolare, perchè se decidere vuol dire “tagliare”, ricapitolare serve a vedere meglio, a mettere a fuoco. Perchè ricapitolare serve soprattutto per capire, comprendere, e l'uomo capisce se riparte “da capo”.
del 10 giugno 2011
 
          Non è il tema scelto per il mese di giugno, ma è l’attività che spesso facciamo quando si avvicina la conclusione di qualcosa e il conseguente momento (terribile) della decisione.  Per decidere, prima di decidere, è opportuno ricapitolare, perchè se decidere vuol dire “tagliare”, ricapitolare serve a vedere meglio, a mettere a fuoco. Perchè ricapitolare (che ha dentro la parola “caput”, testa) serve soprattutto per capire, comprendere, e l’uomo capisce se riparte “da capo”. In fondo è un modo di raccontare e il racconto permette una più ampia e profonda conoscenza.
          Diceva Luigi Sturzo che la vita (e quindi anche la vita politica) consisteva nel ricominciare ogni giorno da zero. Nella ricapitolazione l’inizio e la fine si toccano, si riparte dall’inizio proprio per fare il passo ulteriore, per superare l’estremo confine a cui si è giunti, per mettere dei “punti fermi” da cui ancora lanciarsi in avanti. Non cesseremo mai di esplorare/ e la meta di tutte le nostre esplorazioni/ sarà di arrivare al punto di partenza/ e conoscere il luogo per la prima volta. Così T.S.Eliot ne I quattro quartetti.  Ripartire da zero vuol dire vedere il mondo come il primo giorno della creazione. In questo senso è un’esperienza davvero forte assistere alla proiezione dell’ultimo film di T.Malick L’albero della vita che seguendo le orme di Giobbe, mostra Dio che risponde alla domanda “ultima” (perchè il Male, il dolore dell’innocente?) con la visione della prima alba ed una magnifica ricapitolazione: “Dov’eri tu quando ponevo le fondamenta del mondo?” (Gb 38,4). Se vuoi rispondere sul serio a qualcuno come minimo devi risalire ad Adamo ed Eva.
          Per finire, meno solennemente, passiamo ad una cosa apparentemente più dimessa: la letteratura gialla. Non tutti amano leggere i romanzi polizieschi, ma è difficile per ognuno di noi, una volta che, magari stanchi davanti alla tv, abbiamo visto ad esempio una scena di un giallo di Poirot, staccarci dal video prima di aver scoperto “come va a finire”. E prima della scoperta del colpevole, il buon (e irritante) Poirot dovrà ricapitolare tutta la storia: chiamerà davanti  a sé tutti i protagonisti della vicenda e la ripercorrerà per intero dall’inizio alla fine. Noi spettatori ri-vedremo tutte le scene già viste, ri-coglieremo tutti quei dettagli che pure avevamo già colto ma non collegato, e dalla fine, andando a ritroso, dipaneremo la matassa insieme alla saggia guida del geniale detective.
          La ricapitolazione finale permette di comprendere tutta la storia, il suo senso profondo, come un riflettore che getti la luce ma in modo retroattivo su tutti i meandri anche quelli più oscuri della trama. Ricapitolare è quindi illuminare, fare emergere, contare le teste, ponderare, valutare, giudicare, decidere, procedere. E nulla sfugge, nulla deve sfuggire, al setaccio spietato della ricapitolazione che torna su su fino all’inizio e anche prima della storia e  che, quindi, è davvero, “finale”.
 
Andrea Monda
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