Rinviata la cresima...Commenti

Pubblichiamo alcuni interventi apparsi sul web a commento della decisione di non dare la Cresima ad alcuni ragazzi... nient'affatto preparati e motivati...

Rinviata la cresima...Commenti

da Teologo Borèl

del 29 ottobre 2007

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Avanti, con fiducia caro don Roberto, ti scrivo pubblicamente in merito alla decisione di non ammettere alla cresima – per il momento – i 62 ragazzi candidati della Parrocchia di Finale E. Capisco lo stato d’animo che ti ha indotto a una tale scelta, ma non condivido il contenuto pastorale e educativo della tua decisione. Ti capisco, perché in 25 anni di ministero parrocchiale anche a me è venuta tante volte la ragionevole tentazione di tirare giù le serrande di qualche gruppo parrocchiale – anche solo a titolo dimostrativo – e di mandare tutti a casa. Lo scarto tra le nostre sacrosante attese e i nostri risultati educativi così deludenti è il nostro pane quotidiano: nostro, cioè non solo di noi preti, ma anche di tutti gli operatori laici e religiosi impegnati nell’educazione alla fede. È una tentazione ragionevole, perché in questi casi ci sono sempre motivi più che ragionevoli per chiudere bottega: i tuoi li hai spiegati molto bene e tanti hanno condiviso questa scelta. Ma si tratta di una tentazione subdola e pericolosa per la nostra fede. È la tentazione dell’autorità che, stanca di servire i piccoli, si mette a gridare più forte di loro e picchia i pugni sul tavolo per farsi rispettare. Siamo e restiamo servi inutili… È la tentazione dell’efficienza (o della redditività): se l’investimento non rende, è meglio congelare il capitale e mettere gli operai in cassa integrazione. Siamo inviati nel mondo senza bisaccia né denaro… È la tentazione del perbenismo che pensa (o pretende) di cambiare le persone e di portarle ai nostri standard di comportamento. Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati… Come sicuramente ti avranno già detto in tanti, anch’io ti invito a non vivere questa esperienza come una sconfitta. Allora, non ritirarti dietro la linea Maginot del dogmatismo sacramentalista. Il Vangelo è grazia, apertura, relazione. Se ci mettiamo sulla difensiva, non lo testimoniamo a nessuno. Quando a Finale riprenderete il cammino con i 62 cresimandi, bisognerà andare loro incontro con il sorriso e l’abbraccio della Chiesa-madre e non con la bacchetta della Chiesa-maestra. Solo così questi ragazzi e le loro famiglie capiranno la serietà del tuo richiamo e non lo scambieranno per una ripicca, più educata ma non meno stupida delle loro provocazioni. Sei una persona adulta e perciò non hai bisogno di consigli su come fare. Dal basso dei miei quotidiani errori pastorali e educativi ti invito a leggere questa vicenda triste non come un brutto temporale passeggero, ma come un segno dei tempi che cambiano. Il nostro Ufficio Catechistico Diocesano già da alcuni anni ha avviato una bella e propositiva sperimentazione con i ragazzi dell’iniziazione cristiana. Lasciati tentare – stavolta è una tentazione buona! – e aderisci anche tu con i catechisti di Finale a questo nuovo approccio catechistico, che valorizza i ragazzi e i loro genitori. Potrà aiutarvi a trasformare la maleducazione in curiosità e l’indifferenza in coinvolgimento. Non si tratta di mettere in soffitta la dottrina cristiana, ma di passare da una logica di sacramentalizzazione abitudinaria a uno stile di evangelizzazione gioiosa. Ti assicuro che è un bel salto di qualità, anche per le mie paturnie di eterno insoddisfatto. Un abbraccio di stima e amicizia.

d. Paolo Boschini, parroco e tuo prof. alla FTER

 

 

Anch'io sono un parroco. Purtroppo la globalizzazione ha globalizzato anche l'indifferenza e la superficialità. Qui il fenomeno non si presenta grossolano come in Italia, ma è anticipato alla prima comunione che si sta trasformando nella celebrazione dell'addio alla Chiesa. Con molta inquietudine sto lottando per una maggior serietà. Ho letto con molto interesse le tue testimonianze. Credo che sia veramente la linea da seguire. Una lode a te che, spero anticipando quello che dovrebbe essere responsabilità della pastorale, hai preso l'iniziativa di condividere inquietudini ed esperienze di formazione. Un abbraccio.

P. Zeno

 

 

Mercoledì sono iniziati gli incontri di catechismo con il gruppo dei cresimandi (I media) ed è stato un disastro. Ragazzi molto scalmanati, catechiste deluse ed arrabbiate, molti genitori assenti dal cammino dei figli (alla riunione di presentazione del cammino ce n'erano 17 su 60). Cosa fare? Mentre pensavo a queste cose ho letto questo articolo. Desidero ringraziare Don Roberto per gli spunti di riflessione. Penso, infatti, che la situazione descritta sia comune in molte parrocchie. Fotocopierò questo articolo e ci ragionerò insieme alle catechiste. Grazie.

Don Simone

 

 

Ho letto con molto interesse la mail del 12 u.s. e quella del 13, con la lettera di don Sandro, circa il rinvio della Cresima. Sono un parroco anch'io e godo quando si torna a fare seriamente le cose, anche se molti avranno dovuto disdire (cosa drammatica!?!) i ristoranti prenotati...... Io ho dovuto lottare lo scorso anno con i ragazzi e i genitori dei cresimandi, Ma sono riuscito a spuntarla. È bastata una lettera un po' secca e la dichiarazione che non li avrei cresimati. Piuttosto avrei fatto una dichiarazione per ciascun ragazzo relativa alla frequenza fino alla 1.a media, per chi voleva portarli eventualmente in altre parrocchie. Oltre tutto io sono uno dei preti crismatori della diocesi. Non volevo essere proprio io a dare la Cresima, conoscendo personalmente la situazione. La cosa è cambiata, un genitore a turno assisteva all'incontro di catechismo e relazionava agli altri genitori. Siamo riusciti alla fine della 2.a media a celebrare il Rito Crismale bene. In questo inizio di anno pastorale, al gruppo dopo cresima ci sono tutti (mentre abitualmente sparivano almeno la metà). Credo proprio che dobbiamo pretendere dai genitori che non chiedano la Cresima per i figli se poi non vogliono loro per primi impegnarsi. La Cresima non può essere solo l'occasione per una bella festa di famiglia, con amici e parenti al pranzo in ristorante!! Con cordialità.

Pg. Candellone - parroco di GROSSO TO.

 

 

Salve, sono don Sandro Tirelli, cappellano di San Daniele del Friuli (UD), ma futuro parroco di Villalta e Ciconicco (UD). Ho letto con piacere ma non con sorpresa il fatto di Finale Emilia. Bene, ciò è accaduto anche nell'amena Parrocchia di San Daniele due anni fa, quando anch'io, in accordo con il parroco e con il Vescovo ho sospeso il conferimento della cresima ad una ventina di adolescenti (in questo caso 18enni). Più o meno per gli stessi motivi, ma soprattutto per la grande indifferenza o addirittura rifiuto di ciò che stavano per fare. Non avevo dato una scadenza di due o tre mesi di tempo per la riflessione, ma una data da definire una volta raggiunta la maturità spirituale per ricevere questo sacramento. Io ritengo, al proposito, che la maturità spirituale non dipende dall'età anagrafica, ma dal modo in cui uno si pone di fronte a Dio, dall'educazione ricevuta e dalla capacità di prendersi delle responsabilità, anche piccole. Questa conoscenza si ottiene conoscendo, frequentando, amando le persone. Grazie per questa informazione, che non mi fa sentire solo. Anch'io sono stato un ragazzo «indifferente» a suo tempo, ma ripeto, la maturità spirituale può avvenire anche da adulti. Gesù ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me...»: ha ragione; i bambini vanno educati fin dalla tenera età, ma sono gli adulti «maturi» che si devono occupare di questo compito così importante come trasmettere la fede.

don Sandro Tirelli

 

 

Finalmente comincia ad emergere il desiderio di fare le cose per bene....

Don Gianni Carparelli

 

 

Ringrazio di cuore per avermi mandato questa email, proprio questa sera incontro i genitori dei ragazzi della Cresima per problematiche simili.

Beniamino D'Arco

 

 

Sono pienamente d'accordo sul fatto che la cresima, come ogni altro sacramento, richieda una consapevolezza in chi la riceve e un desiderio di crescita spirituale che nel tempo può realizzarsi con opportuni accompagnamenti di persone che sanno vivere coerentemente la propria fede. Se la celebrazione religiosa fosse sentita già come festa, penso che si potrebbe inserire come si fa per il battesimo o il matrimonio in un qualsiasi giorno, o domenica se si preferisce. Penso anche che sarebbe molto semplice andare nella Cattedrale, se il problema fosse l'impegno del Vescovo. Spero che altri sacerdoti seguano gli esempi citati.

Suor Clelia

 

 

Grazie di avermi inviato l'articolo... è ora di cambiare la pastorale; dal buonismo a tutti i costi alla responsabilità educativa.

Padre Paolo Gamberini

 

 

... secondo il costume non ha penetrato il significato «teologico» reale della Cresima, quale «sigillo», e «sigillo nuziale», che il Padre dona ai suoi figli perché possano vivere la dimensione di battezzati. Negarlo significa privare della «forza dello Spirito Santo», che non è la maturità umana, i candidati alla divina Eucaristia. ...Abbiamo fatto dell'iniziazione ciò che è del battesimo e dell'Eucaristia, riducendola a riti di passaggio....

Lamberto Crociani

 

 

Non c’è nulla da scandalizzarsi se i ragazzi non hanno ricevuto la Confermazione! La parola stessa dice: Confermati! Ma in che cosa se non hanno neppure il senso del Soprannaturale? Il Signore Gesù lascia liberi di seguirLo… anche i ragazzi devono fare la loro scelta e che sia seria nei limiti della loro età e comprensione. Per troppo tempo e ancora oggi non si ha questo coraggio di valutare quanti hanno il senso del Soprannaturale e che hanno fato una scelta di voler «amare» tutti, per primi, con gioia. Se non c’è questo non giova nulla il Sacramento e tutto ritorna come prima o peggio! Non è la stessa cosa per quanti oggi si accostano al Sacramento del Matrimonio? Certo c’è un percorso, ma non sono pochi incontri che danno il là a una vita impegnativa e seria come quella di formare famiglia. L’automatismo non paga. In tre secoli i primi Cristiani hanno evangelizzato l’Impero e noi…con il 90% di battezzati non riusciamo a scalfire una politica schizzoide… (e tutti si dichiarano cristiani!). Domandiamo il senso del divino e comunichiamo quello stile che 2000 anni fa Qualcuno ha portato sulla terra e senza mezze misure nel mettersi sotto a tutti. Se non impariamo questo a nulla servono i Sacramenti, anzi suscitano nei più discredito e derisione. «Quando ammettiamo persone nella Chiesa con la pura catechesi», ha affermato il Cardinale Turkson del Gana, abbiamo cristiani nozionistici che mancano di esperienza personale. Con un tipo eccessivamente nozionistico di cristianesimo, quando qualcuno arriva con un’altra idea, o un modo migliore di guardare le cose, sostituendo una nozione con un’altra, la fede si perde». «Ciò di cui c’è bisogno è l’esperienza dell’amore di Dio per noi in Gesù Cristo, non come una cosa di cui parlare soltanto, ma da vivere e sperimentare. Quando avviene questo, c’è qualcosa di duraturo nell’esperienza della persona».

P. Dario

 

 

Pure io quest'anno ho dato una aggiustatina e un ordine a tutto l'impianto del catechismo e mi sono trovato costretto, per una dignità del sacramento, a spostare con gradualità il tempo del conferimento della cresima e della prima comunione. La riflessione è partita da vari punti: In un epoca in cui la maturità è spostata è giusto dare i sacramenti come se nulla fosse cambiato? A 8 anni e a 11 anni si ha coscienza dell'evento portante che stiamo per compiere con il sacramento? È giusto continuare a parlare di catechismo in funzione dei sacramenti? Non è forse meglio pensare un cammino in funzione della crescita umana e di fede dei nostri ragazzi? In tutto questo che rapporto abbiamo, teniamo e pensiamo di avere con le famiglie dei nostri figli? Se spostiamo la cresima in 1° superiore non è forse più facile avere un gruppo di dopo cresima? Inoltre si possono tenere degli incontri di dopo cresima con un programma ben nutrito vista l'età e le problematiche. Se tutto ciò non bastasse... pensare a un cammino di formazione ci aiuta a riflettere partendo dalla parte dei bambini, dei ragazzi e dei giovani dopo. metodo fondamentale per non fallire. Un'ultima domanda me la sono posta.... quanta preghiera viviamo con i nostri ragazzi del catechismo? Nozioni tante, storie tante, gioco e preghiera? Certo rapportata all'età? Ebbene noi in parrocchia faremo ogni 3 incontri di catechismo uno sarà di preghiera..... Ecco in sintesi, breve breve come penso il futuro della preparazione-formazione dei nostri ragazzi. Grazie di avermi letto fin qui.

Fra’ Stefano Giorgetti 

 

 

1) le cose di Dio sono sacre e, anche per colpa di 40 anni di boiate liturgiche, sono ormai state quasi del tutto desacralizzate, quando non profanate. C'è bisogno di recuperare il senso del sacro, altrimenti va tutto in vacca. Su questo dovrebbero riflettere i cattolici alla Albus Silente, che inorridiscono all'idea che si possa celebrare ANCHE il rito di S. Pio V. 2) Non viviamo più da tempo in una società cattolica, dove il momento liturgico in qualche modo coronava e segnava le tappe di un percorso umano cristiano 24 ore al giorno. Oggi risulta sempre più urgente rendersi conto che si è nel tempo della rievangelizzazione quasi da zero del nostro continente. In questo l'invasione islamica in corso sarà utilissima ai crisatiani per riaprire gli occhi: abbiamo molte cose da imparare dai musulmani in termini di fede. 3) anche da un punto di vistA puramente umano, pedagogico, i nostri ragazzi vivono in un mondo che trasmette disvalori e disimpegno da ogni poro. Fare capire che esistono anche cose serie può aiutarli anche nelle altre loro realtà, tipo la scuola e domani il lavoro. Bravo DON!

ZP

 

Io sono d’accordissimo!!! É ora di finirla col cresimare e col battezzare tutti perchè lo fanno anche gli altri.... solo chi crede veramente deve poter accedere ai sacramenti!! E mi stupisco di quei preti che anche da noi, permettono a gente palesemente non credente di sposarsi in chiesa o di battezzare i figli o di fare il funerale religioso.... Io credo si debbano mettere dei paletti belli chiari che solo chi è veramente credente possa tollerare!

Dany

AA.VV.

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