“Sì, sì... tutte belle cose, ma Domenico ‚Äì ci verrebbe da dirgli ‚Äì la vita è tutta un'altra faccenda, dai... un pò di buon senso: non esageriamo!”. A guardar bene, alla luce del nostro caro “buon senso”, si dovrebbe riconoscere in Domenico più che un santo, un folle, uno troppo “impallinato”... un quindicenne che ha vissuto una vita, per noi oggi irraggiungibile, fuori dai nostri schemi e che quindi ormai ha ben poco da trasmetterci.
del 01 gennaio 2002
Il MGS Triveneto in occasione del 50º anniversario della canonizzazione di Domenico Savio desidera che i ragazzi e i giovani incontrino da vicino questo ragazzo che ha fatto della santità il suo programma di vita.
“Domenico Savio? Ma per favore… un reperto archeologico, da tenere in qualche museo… E poi uno così, sempre perfettino… sembra fatto di plastica!”
Qualche volta capita di sentire espressioni di questo genere. Il fatto è che per alcuni Domenico è un po’ troppo esagerato, rischia di essere “dolciastro”, più vicino a un manichino che a un ragazzo in carne ed ossa.
Certi valori legati alla sua figura e alla sua storia, ci vanno stretti; oggi sono fuori moda: i nostri giovani hanno bisogno di altro! Sorridiamo con compassione di fronte a uno che ci parla di Gesù e Maria come dei suoi migliori amici, che vive la Messa come il centro della sua giornata e ha una grande devozione per il Santissimo Sacramento… Uno che fonda un gruppo intitolato a Maria Immacolata e passa le sue giornate tra i ragazzi peggiori dell’oratorio di don Bosco per portarli a conoscere il Signore… Uno che continuamente sottolinea il valore della Confessione e l’importanza per un giovane di aver un cuore puro!
“Sì, sì… tutte belle cose, ma Domenico – ci verrebbe da dirgli – la vita è tutta un’altra faccenda, dai… un pò di buon senso: non esageriamo!”. A guardar bene, alla luce del nostro caro “buon senso”, si dovrebbe riconoscere in Domenico più che un santo, un folle, uno troppo “impallinato”… un quindicenne che ha vissuto una vita, per noi oggi irraggiungibile, fuori dai nostri schemi e che quindi ormai ha ben poco da trasmetterci.
É sempre così: la cosa più facile, quando si ha a che fare con il Vangelo e con le persone che l’hanno vissuto o che tentano di viverlo, è di reagire bollando le esperienze che ci propongono o come qualcosa di bello ma per noi irrealizzabile, o ridicolizzandole come retrogradi… da medioevali!
Domenico ci fa paura… e ci dà fastidio. Sì, ci va bene accendere una candelina davanti alla sua statua, magari la sera prima dell’in-terrogazione di matematica, ma non ci va per niente bene che lui illumini la nostra mediocrità e che ci svegli dalla sonnolenza delle nostre giornate.
La sua vita è troppo vertiginosa, troppo esposta al freddo dei mattini di inverno: è meglio stare nel tepore, o meglio nella tiepidezza della nostra normalità, in cui non facciamo del male a nessuno… ma neanche del bene. Domenico è scomodo, perché è “del Signore” di nome e di fatto. E quelli che sono tutti di Gesù ci danno le vertigini.
Caro Domenico, continua ad inquietarci, perché le mezze misure non ci accontentino più... Si può essere veri cristiani solo se si punta alla santità. Non si tratta di fare chissà che cosa. Facci scoprire che il Signore veramente ci vuole bene, che Lui solo è il più grande esperto della nostra vera felicità. Chi si fida di lui non resta deluso. Ad ogni età possiamo vivere la stessa vita di Gesù, per le nostre povere mani può passare il suo amore…
Ospitare nelle nostre diocesi, nei nostri oratori, nelle nostre scuola, l’urna contenenti i resti del tuo corpo, ci ricordi che sei uno di noi, che non sei nato santo, e neppure lo sei diventato automaticamente. Ma anche per te è stato un camminare giorno per giorno, sperimentando la gioia della presenza del Signore, la fatica di donarsi veramente agli altri…Anche tu hai sentito il peso del fallimento, e lo stupore di essere gratuitamente perdonati; conosci meglio di noi la bellezza e la profondità a cui può arrivare un’amicizia, l’entusiasmo nello stare insieme, ma allo stesso tempo sai bene quanto costi fare ogni giorno il proprio dovere.
Di fronte alle tue reliquie, abbiamo finalmente l’occasione di convincerci che la santità non è una bella favola, ma può diventare carne e sangue: anche la nostra carne e il nostro sangue; possiamo sperimentare che non c’è nessuno per cui il Signore non abbia pensato qualcosa di grande, da incarnare nella banalità di ogni giorno. Ricordaci che si può diventar santi stando allegri! Che non c’è difetto, carattere… addirittura peccato che affidato a Gesù, magari attraverso le mani della Madonna, sia un ostacolo insormontabile alla nostra santità!
Programma Tour
Gv 26 febbraio nel tardo pomeriggio a Trieste
Vn 27 febbraio mattino e pomeriggio a Udine
Sb 28 febbraio mattino e pomeriggio a San Donà (VE)
sera: veglia con gli animatori della Festa dei Giovani
Dm 29 febbraio FESTA GIOVANI a Jesolo (VE) - sera a Chioggia
Ln 1 marzo a Porto Viro e in serata a Pordenone
Mt 2 marzo mattino a Pordenone - sera a Mogliano Veneto
Mc 3 marzo Mogliano V.to e in serata a Trento
Gv 4 marzo mattino a Trento in serata a Verona
Vn 5 – Sb 6 marzo a Verona
don Giovanni Battista Borel
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