La bellezza è cifra del mistero e richiamo al trascendente. √â invito a gustare la vita e a sognare il futuro. Per questo la bellezza delle cose create non può appagare, e suscita quell'arcana nostalgia di Dio...Tutti i ragazzi hanno esperienza della gioia che si prova nella musica, nella danza, nel canto, nello sport e in tutte le espressioni artistiche. I workshop e il coinvolgimento di tutti nella Festa vogliono essere un'occasione per cogliere questa straordinaria dimensione della vita che a volte sfugge ma che per noi è un insostituibile indicatore di santità.
del 01 gennaio 2002
Riflessioni su arte e santità in preparazione alla Festa dei Giovani 2004
Voi artisti, abituati a modellare le più diverse materie secondo l’estro del vostro genio, sapete quanto somigli alla fatica artistica lo sforzo quotidiano di migliorare la propria esistenza. Vi invito a praticare la stupenda arte della santità» (Giovanni Paolo II)
La Festa dei Giovani, punta quest'anno a sviluppare il concetto base di tutta la vita cristiana: LA SANTITÀ. Come può una Festa dei Giovani puntare così in alto? Sembra possibile coniugando assieme alcune dimensioni legate strettamente alla santità: gioia, bellezza, arte… decisamente presenti in un evento come questo. Vorremmo allora potenziare al massimo l'espressione artistica perché trasmetta tutti quei valori che inducono al gusto del bello, dell'armonico, del vero... del senso di Dio. Sarà così una Festa dei Giovani pienamente salesiana da cui traspare lo stile proprio di santità dato da don Bosco: gioia vera legata ad un appassionato amore alla vita. Ecco alcuni spunti per riflettere e prepararsi alla festa.
1. Arte come metafora della Santità
L'espressione artistica porta con sé la tensione alla perfezione, la gioia della realizzazione, la fatica della conquista dei risultati, una forte esperienza di gratuità, porta in sé una certa nostalgia per le cose sempre più belle e perfette, l'emozione, la gioia della condivisione, il desiderio di progredire. Di fronte ad un' opera d'arte si compongono talento, bellezza, gioia, fatica, quotidianità, gratuità, armonia. Un'opera d'arte non sai mai come sarà… Si lavora con passione e poi, a volte, l'artista si stupisce di se stesso…
É la metafora della vita, e in particolare di una vita che tende alla perfezione, che tende alla santità.
'Voi artisti abituati a modellare le più diverse materie secondo l'estro del vostro genio, sapete quanto somigli alla fatica artistica lo sforzo quotidiano di migliorare la propria esistenza. Tra l'arte di formare se stessi e quella che si esplica nella trasformazione della materia c'è una singolare analogia. [...] Vi invito a praticare la stupenda 'arte' della santità. Se essa dovesse sembrare troppo difficile, vi sia di conforto il pensiero che in questo cammino non siamo soli: la grazia ci sostiene anche attraverso quell'accompagnamento ecclesiale, con cui la Chiesa si fa madre per ciascuno di noi, ottenendo dallo Sposo divino sovrabbondanza di misericordia e di doni.' (Giovanni Paolo II al Giubileo degli artisti).
2. Bellezza come via di accesso a Dio
“L'arte tocca tutte le dimensioni della nostra esistenza. Nello spirito dell'artista, in particolare, Dio si lascia intravedere attraverso il fascino e la nostalgia della bellezza. Se si è capaci di scorgere nelle molteplici manifestazioni del bello un raggio della bellezza suprema, allora l'arte diventa una via verso Dio, e spinge l'artista a coniugare il suo talento creativo con l'impegno di una vita sempre più conforme alla legge divina” (Giovanni Paolo II al Giubileo degli artisti).
'L'arte continua a costituire una sorta di ponte gettato verso l'esperienza religiosa. In quanto ricerca del bello, frutto di un'immaginazione che va al di là del quotidiano, essa è, per sua natura, una sorta di appello al Mistero. Persino quando scruta le profondità più oscure dell'anima o gli aspetti più sconvolgenti del male, l'artista si fa in qualche modo voce dell'universale attesa di redenzione' (Lettera del Papa Giovanni Paolo II agli Artisti, 1999).
3. Vita come capolavoro
'Non tutti sono chiamati ad essere artisti nel senso specifico del termine. Secondo l'espressione della Genesi, tuttavia, ad ogni uomo è affidato il compito di essere artefice della propria vita: in un certo senso, egli deve farne un'opera d'arte, un capolavoro'. (Lettera del Papa Giovanni Paolo II agli Artisti, 1999).
Non dimentichiamo quel bellissimo episodio che ha come protagonisti d. Bosco e Domenico Savio nel loro primo incontro. Scrive d. Bosco: 'Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia divina aveva già operato in così tenera età. Dopo una conversazione alquanto prolungata, mi disse queste precise parole:
- Ebbene, che gliene pare? Mi condurrà a Torino per studiare?
- Eh, mi pare che ci sia una buona stoffa.
- A che può servire questa stoffa?
- A fare un bell'abito da regalare al Signore.
- Dunque io sono la stoffa; lei ne sarà il sarto; dunque mi prenda con sé a fare un bell'abito per il Signore'.
La vita di Domenico Savio, che ricorderemo e avremo con noi in questo evento, si è rivelata un vero capolavoro di Dio.
4. La 'bellezza' che salva
I Padri Conciliari a conclusione del Concilio Vaticano II hanno rivolto agli artisti un saluto e un appello: 'Questo mondo - hanno detto - nel quale noi viviamo ha bisogno di bellezza, per non cadere nella disperazione. La bellezza, come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell'ammirazione'.
Scrive un noto poeta polacco, Cyprian Norwid: 'La bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro è per risorgere'. Di questo entusiasmo hanno bisogno gli uomini di oggi e di domani per affrontare e superare le sfide cruciali che si annunciano all'orizzonte. Grazie ad esso l'umanità, dopo ogni smarrimento, potrà ancora rialzarsi e riprendere il suo cammino.
In questo senso è stato detto con profonda intuizione che 'la bellezza salverà il mondo' (F. DOSTOEVSKIJ, L'Idiota, P. III, cap. V, Milano 1998, p. 645). La bellezza è cifra del mistero e richiamo al trascendente. É invito a gustare la vita e a sognare il futuro. Per questo la bellezza delle cose create non può appagare, e suscita quell'arcana nostalgia di Dio che un innamorato del bello come sant'Agostino ha saputo interpretare con accenti ineguagliabili: 'Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato!'.
“I vostri molteplici sentieri, artisti del mondo, possano condurre tutti a quell'Oceano infinito di bellezza dove lo stupore si fa ammirazione, ebbrezza, indicibile gioia”. (Lettera del Papa Giovanni Paolo II agli Artisti, 1999).
In sintesi…
Tutti i ragazzi hanno esperienza della gioia che si prova nella musica, nella danza, nel canto, nello sport e in tutte le espressioni artistiche. I workshop e il coinvolgimento di tutti nella Festa vogliono essere un'occasione per cogliere questa straordinaria dimensione della vita che a volte sfugge ma che per noi è un insostituibile indicatore di santità.
Lo staff FdG 2004
Staff FdG 2004
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