Perché un discorso sulla Madonna mi piaccia e mi faccia del bene, occorre che io veda la sua vita reale, che dovette essere semplicissima. Molti cultori della Vergine tendono a porre l'accento sulla sua unicità, considerando irrilevante l'ordinarietà della narrazione mariana. Ma...
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          Nel corso dell'anno liturgico, la Chiesa celebra il mistero di Cristo morto e risorto. In questa celebrazione annuale dei misteri della redenzione, «la santa Chiesa venera con particolare amore Maria santissima madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l'opera della salvezza del Figlio suo: in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere» (SC 103). Inoltre è importante sottolineare che «oltre i tempi che hanno proprietà caratteristiche (Triduo pasquale, Tempo di Pasqua, Tempo di Quaresima, Tempo di Natale, Tempo di Avvento), ci sono 33-34 settimane, durante il corso dell'anno, le quali sono destinate non a celebrare un particolare aspetto del mistero di Cristo, ma nelle quali tale mistero viene piuttosto celebrato nella sua globalità, come nel caso delle 'Domeniche per annum'. Questo periodo si chiama Tempo ordinario».
          Vi è, quindi, un Tempo ordinario anche nella pietas mariana. Potremmo dire che la Chiesa ama allora esprimere in modo più intimo, in spirito e verità, il suo filiale amore verso colei che venera come madre amabilissima; diremmo che la Chiesa ama allora soffermarsi più a lungo a contemplare il volto materno di Maria. Così, come afferma la Lumen gentium al n. 65, «pensando a lei con pietà filiale e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, la Chiesa con venerazione penetra più profondamente nell'altissimo mistero dell'incarnazione e si va ognor più conformando col suo Sposo».
          Sa bene, la Chiesa, che Maria, con materna carità, si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, e veglia sul loro cammino. Per questo, la Chiesa vive il Tempo ordinario della sua pietas mariana con animo tranquillo e sereno «come bimbo svezzato in braccio a sua madre». La Memoria di Santa Maria in Sabato, sia nella Liturgia eucaristica che in quella delle Ore, è molto significativa a tale riguardo. Per la Chiesa, nessuna delle 34 settimane del Tempo ordinario deve trascorrere senza un affettuoso, filiale pensiero verso la Madre nostra. Così anche la pietas mariana del Tempo ordinario diviene un tempo forte della vera devozione che nasce dalla fede vera: una devozione straordinariamente ordinaria!
          La vita reale di Maria. Della straordinaria ordinarietà e quotidianità della nostra devozione a Maria ci è di modello, per analogia, l'esempio stesso della Vergine Maria: la 'donna feriale' che viveva sulla terra una vita comune a tutti: piena di sollecitudini e di lavoro. «Abbiamo mai pensato – si chiede Giuseppe Lazzati – a quello che potrebbe dirsi il carattere di secolarità della vita di Maria? A prescindere dall'aspetto miracoloso che tale vita presenta, essa può apparire la vita di una donna del suo tempo e nasconde l'essenza religiosa del suo stato di perfezione sotto l'apparenza della vita comune di sposa e di madre. [...]. Ma il valore delle cose che essa compie, apparentemente piccolo, se si considerano le cose prese in se stesse, diventa un valore non misurabile per la pienezza di grazia che in ciascuna è messa a frutto, per la perfezione di amore con cui ciascuna di esse è compiuta e che le fa in sé perfette e singolarmente gradite a Dio» (Dossier Lazzati, pag. 62).
          Si ricordino anche le confidenze che santa Teresa di Gesù bambino fece a suor Agnese (Paolina) cinque settimane prima di morire: «Di Maria non si dovrebbero dire cose inverosimili e che non si sanno. [...] Perché un discorso sulla Madonna mi piaccia e mi faccia del bene, occorre che io veda la sua vita reale..., che dovette essere semplicissima. La si presenta irraggiungibile. Bisognerebbe, invece, far vedere che è imitabile; mettere in rilievo le sue virtù; dire che essa viveva di fede come noi, e darne le prove, desumendole dal Vangelo».
          Ciò detto, facciamo nostri alcuni pensieri di san Luigi Maria da Montfort – definito «maestro spirituale» dal beato Giovanni Paolo II – perché nella sua vita ha formato sapientemente le anime anche alla pietas mariana del Tempo ordinario. Preghiera a Maria: «Non ti chiedo visioni e rivelazioni, gioie e soddisfazioni, neppure quelle spirituali. A te vedere chiaramente senza tenebre, gioire pienamente senza amarezza, trionfare gloriosamente in cielo alla destra di tuo Figlio, senz'ombra di umiliazione... Una sola grazia ti chiedo per misericordia: poter ripetere tre volte Amen ogni giorno e ogni istante della mia vita. Amen a quanto hai fatto in terra; Amen a quanto fai ora in cielo; Amen a quanto fai per me. Resta tu sola in me a lodare pienamente Gesù nel tempo e nell'eternità.
          «Questa devozione (a Maria) fa donare senza riserva a Gesù e a Maria tutti i propri pensieri, le parole, le opere e sofferenze, e tutti i momenti della propria vita: cosicché, sia che si vegli o che si dorma, che si mangi o si beva, le opere più grandi come le più piccole, qualunque cosa si faccia, anche se non ci si pensa, si può dire sempre che tutto appartiene a Gesù e a Maria, in virtù della donazione di sé, a meno che non si sia espressamente ritrattata. Quale consolazione!» (Vera Devozione, 136). «Quand'è che le anime respireranno Maria come i corpi respirano l'aria? Allora accadranno cose meravigliose su questa terra» (Vera Devozione, 217). «Solo nella misura con la quale ti servirai di questo 'segreto' nelle tue azioni ordinarie, potrai valutarne il pregio e l'eccellenza» (Segreto di Maria, n. 1). «Bisogna perdersi e abbandonarsi in Maria, come una pietra gettata in mare: si fa in un attimo e con facilità, con una sola occhiata dello spirito, un lieve movimento della volontà, o verbalmente, dicendo, per esempio: 'Rinuncio a me stesso e mi dono a te, mia cara Madre» (Vera Devozione, 259).
          Prima della gloria c'è l'umiltà. Con questo pensiero dei Proverbi (15,33) il Santo di Montfort apre il suo Trattato della vera devozione: «Maria è vissuta in grande nascondimento; perciò è chiamata dallo Spirito Santo e dalla Chiesa: Alma Mater, Madre nascosta e segreta. La sua umiltà è stata così profonda da non avere sulla terra attrattiva più forte e continua se non quella di vivere nascosta a sé stessa e ad ogni creatura, per non essere conosciuta che da Dio solo» (VD, 2). Alla profonda umiltà di Maria segue un vertice di gloria. «Ora tutta la terra è piena della sua gloria... Ogni giorno, da un capo all'altro della terra, nel più alto dei cieli come nel più profondo degli abissi, tutto proclama, tutto divulga l'ammirabile Maria» (VD, 8). Tutte le generazioni la chiamano beata. Ora, la Madre nascosta e segreta è divenuta la regina, madre di misericordia.
          Di questa Madre, sempre presente e operante nella vita della Chiesa e dell'umanità, si può forse dire che è e rimane pur sempre madre nascosta e segreta? È vero, sì, che nella sapienza del suo cuore materno, Maria si riserva di intervenire personalmente come e quando e quanto vuole in dati momenti della storia della Chiesa e delle anime, ma è anche vero che in via abituale ella esercita il suo ufficio materno in modo 'nascosto e segreto'. È quanto afferma il papa Paolo VI nell'introduzione alla sua Marialis cultus, quando invita all' «adorante rispetto per il sapiente disegno di Dio, il quale ha collocato nella sua famiglia – la Chiesa –, come in ogni focolare domestico, la figura di una donna, che nascostamente e in spirito di servizio veglia per essa e benignamente ne protegge il cammino verso la patria, finché giunga il giorno glorioso del Signore».
          In realtà, non è forse nascostamente che Maria continua a ottenerci le grazie della salvezza eterna con la sua molteplice intercessione? Non è forse nascostamente che con la sua materna carità ella si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti sulla terra? Non è forse nascostamente che ella coopera con amore di madre alla rigenerazione e alla formazione dei fedeli? «La vostra vita», scriveva l'apostolo Paolo, «è ormai nascosta con Cristo in Dio!» (Col 3,3). Ecco come Giovanni Paolo II traduce l'opera nascosta e segreta della mediazione materna di Maria: «Maria, serva del Signore, ha parte nel regno glorioso del Figlio. La gloria di servire non cessa di essere la sua esaltazione regale: assunta in cielo, ella non termina quel suo servizio salvifico, in cui si esprime la mediazione materna, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti» (RM 41).
Giuseppe Daminelli
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