Servizio civile: Lettera aperta al ministro Riccardi

"Le scriviamo a nome del mondo salesiano impegnato nel servizio ai giovani a fronte dell'ennesima difficoltà creata al servizio civile. Non crediamo siano insormontabili i problemi sollevati dalla sentenza di Milano: il diritto soggettivo va garantito, ma senza togliere l'altrettanto sacrosanto diritto dei 18.000 giovani già ammessi ad esercitarlo".

Servizio civile: Lettera aperta al ministro Riccardi

da Servizio Civile

del 26 gennaio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

Lettera aperta al ministro dell'Integrazione e della Cooperazione Internazionale Andrea Riccardi, con delega al Servizio Civile

Gentile signor ministro,            le scriviamo a nome del mondo salesiano impegnato nel servizio ai giovani a fronte dell’ennesima difficoltà creata al servizio civile dalla sentenza di Milano che rende accessibile il servizio anche ai giovani non italiani.            Siamo contenti che tale diritto sia riconosciuto, ma ci sembra assolutamente inaccettabile che tutto questo finisca con il non rendere possibile il diritto di quanti, superate le dovute selezioni si trovano a dover attendere senza sicurezza alcuna la possibilità di prestare il servizio che hanno scelto.            Questa è solo l’ennesima difficoltà che si impone al Servizio Civile che tanto ha contribuito in questi anni a formare cittadini in grado di amare la loro comunità nazionale e di difenderla con uno spirito di servizio che mira a costruirla come comunità di persone nel concerto di un mondo sempre più ricco nell’accoglienza e nel rispetto delle differenze.  Facciamo appello alla Sua esperienza e al Suo ruolo per togliere questi inciampi e rendere possibile quanto la legge prevede e secondo la legge i giovani hanno scelto.             Non crediamo siano insormontabili i problemi sollevati dalla sentenza di Milano: il diritto soggettivo va garantito, ma senza togliere l’altrettanto sacrosanto diritto dei 18.000 giovani già ammessi ad esercitarlo. Credo sia la convinzione anche dello studente pachistano residente in Italia e di coloro che hanno promosso la causa garantire un diritto, non toglierne o limitarne altri.            Ci sembra inoltre non più accettabile anche il silenzio del Parlamento nei confronti della riforma del servizio civile, mentre ancora l’Ufficio Nazionale rimane senza un responsabile.  A quando il nuovo direttore dell’UNSC? Sappiamo che il governo ha gravi e urgenti responsabilità da affrontare, ma ci sembra poco seria nei confronti dei giovani questa latitanza di risposte. Già nei mesi precedenti abbiamo segnalato che una nazione che pensa al futuro deve dare risposte ai giovani, non limitarne le opportunità, per questo a fronte del taglio continuo di risorse e all’assenza di risposte rimaniamo molto delusi.              Le segnaliamo che questa situazione sta già mettendo in grave difficoltà i giovani che con speranza ed anche sacrificio hanno scelto il Servizio Civile come esperienza di formazione e testimonianza di cittadinanza attiva e responsabile. Per molti di loro che hanno rinunciato ad altre possibilità  di “tirocini, master, stage dopo aver sostenuto spese per i colloqui, per i viaggi nel caso di progetti all’estero”, sarebbe davvero una beffa dovere attendere ancora mesi la possibilità di iniziare il servizio.              Forse con maggior profitto si potrebbe rimandare al prossimo bando l’applicazione della sentenza senza ledere il diritto acquisito di chi con impegno ha fatto la scelta di prestare un anno di Servizio Civile.              Attendiamo con fiducia una Sua presa di posizione che aiuti a chiarire la situazione, convinti che la Sua esperienza saprà intervenire a difesa di questo così importante diritto dei giovani.             Concludiamo riprendendo alcune righe da una lettera di protesta che una giovane che parteciperà ad un nostro progetto, ha scritto all’ufficio nazionale. “Con la valigia quasi fatta e il timore di dover aspettare non solo un mese, come auspicato e suggeritomi dall'associazione del mio progetto, ma più tempo (visto che su internet le notizie sembrano voler suggerire che potrebbero dover essere riaperte le selezioni in seguito a questo provvedimento) mi auguro che venga preso in considerazione il mio disagio. RingraziandoVi anticipatamente dell'attenzione, vi auguro di risolvere questo problema nel modo più equo e più giusto possibile nei confronti di tutti i coinvolti. Irene”. 

Federazione SCS/CNOS - Salesiani per il SocialeUfficio per il Servizio Civile Nazionale

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