Visitando il sito Web dell'iniziativa si può partecipare a un «gioco» per conquistarsi il passaporto dell'amore. Il messaggio è chiaro: siccome in vacanza si deve farlo noi ti diciamo come. Nulla da eccepire, secondo questa logica. Credo la questione stia tutta qui, nel trasformare il rapporto sessuale fra più giovani in un atto comandato. Alla faccia della scelta.
del 12 luglio 2011
 
 
          L'estate è esplosa, i giovani sono già in vacanza, tranne chi è alle prese con gli esami all’università o per la Maturità. Fra poco comunque si sposteranno verso mete a lungo desiderate. Quest’anno per iniziativa della Sigo (la Società italiana di ginecologia e ostetricia) negli aeroporti e nei porti troveranno un libretto pensato per loro. Il «Passaporto dell’amore», un testo ricco di dettagliate informazioni sulla contraccezione in vacanza.
          Per capirne la portata merita una visita il sito Web dell’iniziativa dall’accattivante nome http://travelsex.sceglitu.it, in cui si può partecipare a un «gioco» per conquistarsi il passaporto dell’amore. Dopo essersi guadagnati l’accesso dichiarando il proprio sesso e la propria età bisogna rispondere a una singolare domanda: secondo la tua esperienza quale fra questi popoli è il più «focoso»? Segue una lista di svariate genie. È proprio scritto «secondo la tua esperienza».
          Sorge il dubbio che il «passaporto dell’amore» che arriverà a casa potrebbe essere un libretto in cui elencare le nazionalità dei partner occasionali che si avranno in vacanza, come i timbri che si collezionano alla frontiera. Proseguendo col gioco viene il momento di riempire uno zaino virtuale con quattro oggetti indispensabili per partire, a scelta fra otto. Se un ragazzo non sceglie il preservativo non potrà continuare: «Ehi, non dimentichi nulla? Non vorrai correre il rischio che lei ti rifiuti solo perché non c’hai pensato prima… vero?». Se invece la ragazza non mette, dei quattro articoli, almeno un preservativo e il blister della pillola si vede rimbrottare: «Attenzione, hai scordato qualcosa che potrebbe costarti molto caro.. provvedi subito e ricordati di usarlo sempre!». 
          Il messaggio è chiaro: siccome in vacanza si deve farlo noi ti diciamo come. Nulla da eccepire, secondo questa logica. Credo la questione stia tutta qui, nel trasformare il rapporto sessuale fra più giovani in un atto comandato. Alla faccia della scelta. Nulla contro l’informazione, è corretto che a una certa età i ragazzi non siano ingenui: devono conoscere le conseguenze dei loro atti così come fare per prevenirle. Realtà e conoscenza non vanno mai evitate. L’alternativa a iniziative come queste non sia certo un invito all’ignoranza in materia.
          Ciò che davvero impressiona è l’unilateralità dell’offerta in cui si ravvede tutto il sarcasmo di quel contraddittorio «scegli tu» per cui nello zaino in realtà si può mettere solo ciò che è stato deciso da un altro. Perché nessuno ha pensato che a una tredicenne che compili il questionario non possa aprirsi una pagina diversa, che piuttosto che chiederle l’esperienza sulla focosità dei pregressi partner internazionali, la aiuti invece ad approfondire i suoi desideri di ragazza? Non ci pensa nessuno perché nessuno pensa più. È più facile viaggiare in automatico, per slogan, in una dimensione fatta di statistiche mediche e allarmi mediatici.
          Raramente si pensa a cogliere la questione individuale dei più giovani, a sollecitare il racconto dei desideri e delle paure che vivono, a dirimere talora la confusione e certi disorientamenti che li investono. Uso del profilattico e pillola sono solo la meta più facile da raggiungere, con la minima spesa, nelle campagne cosiddette sociali. La sfida invece è delle più grandi: costruire luoghi, facilitare rapporti, generare un clima in cui i ragazzi possano parlare di tutto con verità e senza censure, dove il loro desiderio non vada nascosto o camuffato, ma possa essere comunicato e giudicato assieme a qualcun altro. Vivo e non fatto di pixel sullo schermo del pc.
          C’è bisogno di adulti di riferimento, disponibili all’ascolto, non arroccati su posizioni di scandalo o pregiudizio, ma in grado di sollecitare mete e soluzioni non ovvie né scontate. Occorrono parole nuove, dette da uomini appassionati e affascinanti che spalanchino gli orizzonti.
Luigi Ballerini
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