Sessualità ed Eucarestia: il dono del corpo prima puntata: Per capire

Sessualità ed eucarestia. Un singolare accostamento quello proposto da p. Timothy Radcliffe, già Maestro Generale dei domenicani, in un intervento alle "Giornate nazionali di pastorale giovanile vocazionale" della Conferenza dei religiosi spagnoli, a Madrid, per una riflessione sull' affettività dei giovani nell' azione pastorale. Più che un accostamento, una stretta relazione.

Sessualità ed Eucarestia: il dono del corpo prima puntata: Per capire

da Teologo Borèl

del 10 novembre 2008

Non sono sicuro del significato esatto della parola 'affettività' In spagnolo. In inglese 'affectivity' implica non solo la capacità di amare, ma anche il nostro modo di amare in guanto dotati di sessualità, dotati di emozioni, corpo e passioni. Nel cristianesimo parliamo molto di amore, ma dobbiamo amare come siamo, con la nostra sessualità, i desideri, le forti emozioni, la necessità di toccare e stare vicini all'altro.

 

È strano che non ci venga bene parlare di questo, perché il cristianesimo è la più corporale delle religioni. Crediamo che è stato Dio a creare questi corpi e a dire che erano cosa molto buona. Dio si è fatto corpo fra di noi, essere umano come noi. Gesù ci ha dato il sacramento del suo corpo e ha promesso la resurrezione dei nostri corpi. Sicché dovremmo sentirci a casa nella nostra natura corporale, appassionata... e a nostro agio nel parlare di affettività! Eppure quando la Chiesa parla di queste cose, la gente non rimane convinta. Non abbiamo abbastanza autorità quando parliamo di sesso! Dio si è incarnato in Gesù Cristo, ma forse noi stiamo ancora imparando ad incarnarci nei nostri stessi corpi. Dobbiamo scendere dalle nuvole!

 

Una volta san Crisostomo, che stava predicando sul sesso, notò che alcuni arrossivano e si indignò: 'Perché vi vergognate? L'argomento non è puro? Vi state comportando come eretici' (12ma omelia sull'epistola ai Colossesi). Pensare che il sesso faccia repulsione è un fallimento dell'autentica castità e, secondo nientemeno che san Tommaso d'Aquino, un difetto morale! (II,II,142.1). Dobbiamo imparare ad amare per quello che siamo, esseri dotati di sessualità e di passioni - a volte un po' disordinati - o non avremo niente da dire su Dio, che è amore.

 

Voglio parlare di Ultima Cena e sessualità. Può sembrare un po' strano, ma pensateci un momento. Le parole centrali dell'Ultima Cena sono state: 'Questo è il mio corpo, offerto per voi'. L'eucarestia, come il sesso, è centrata sul dono del corpo. Vi rendete coma che la prima lettera di san Paolo ai Corinzi si muove fra due temi, la sessualità e l'eucarestia? Ed è così perché Paolo sa che abbiamo bisogno di capire l'una alla luce dell'altra. Comprendiamo l'eucarestia alla luce della sessualità e la sessualità alla luce dell'eucarestia.

 

Per la nostra società è molto difficile capire questo perché tendiamo a vedere i nostri corpi semplicemente come oggetti che ci appartengono. (...). Se pensi al tuo corpo in questo modo, come la cosa più importante che possiedi insieme ad altre cose, allora gli atti sessuali non sono particolarmente significativi. Posso fare quel che mi pare con le mie cose se non faccio male a nessuno. Posso usare la mia lavatrice per mescolare pitture o impastare. È mia. E dunque, perché non posso fare quello che voglio con il mio corpo? È un modo naturale di pensare perché, a partire dal XVIII secolo, abbiamo assolutizzato quanto basta i diritti di proprietà. Essere umani è possedere.

 

Ma l'Ultima Cena guarda ad una tradizione più antica e più saggia. Il corpo non è solo una cosa che possiedo, sono io, è il mio essere come dono ricevuto dai miei genitori e dai loro prima di loro e, in ultima istanza, da Dio. Per questo quando Gesù dice 'Questo è il mio corpo, offerto per voi' non sta disponendo di qualcosa che gli appartiene, sta passando agli altri il dono che lui è. Il suo essere è un dono del Padre che Egli sta trasmettendo.

 

  Dall'eucarestia alla sessualità e ritorno. Per capire

 

La relazione sessuale è chiamata ad essere una forma di vivere questo dono di se stessi. Sono qui e mi dono a te, con tutto quello che sono, ora e sempre. Allora l'eucarestia ci aiuta a capire cosa significa per noi essere individui dotati di sessualità, e la nostra sessualità ci aiuta a capire l'eucarestia. Generalmente si vede l'etica sessuale cristiana come, restrittiva rispetto ai costumi contemporanei. La Chiesa ti dice esattamente quello che non è permesso fare! In realtà, alla base dell'etica sessuale Cristiana c'è l'apprendimento di come vivere relazioni di donazione mutua.

 

L'Ultima Cena è stato un momento di crisi inevitabile nell'amore di Gesù per i suoi discepoli. È stato il momento per il quale è dovuto passare nel suo cammino dalla nascita alla resurrezione, il momento in cui tutto è esploso. È stato venduto da uno dei suoi amici; la rocca, Pietro, era sul punto di rinnegarlo e la maggioranza dei suoi discepoli sarebbero scappati correndo. Come sempre, furono le donne a mantenersi tranquille e a rimanere fino alla fine! Gesù, all'Ultima Cena, non è andato via fuggendo dalla crisi, ma ha preso il toro per le corna. Ha preso il tradimento, il fallimento dell'amore, e l'ha trasformato in un momento di donazione: 'Mi consegno a voi. Voi mi avete consegnato ai romani perché mi uccidano. Mi consegnerete alla morte, ma io faccio di questo momento un momento di dono, ora e sempre'.

 

Arrivare ad essere persone mature che amano significa che ci imbatteremo in queste crisi inevitabili, nelle quali il mondo sembra andare in pezzi. Questo succede in modo drammatico quando si è adolescenti, e può succedere in tutta la nostra vita, tanto se ci sposiamo quanto se ci facciamo religiosi o sacerdoti. Spesso questo genere di crisi avviene cinque o sei anni dopo aver preso il proprio impegno, nel matrimonio o nell'ordinazione sacerdotale. Dobbiamo affrontarle.

 

Gesù avrebbe potuto scappare dalla porta di dietro. Avrebbe potuto rifiutare i suoi discepoli e non aver voluto avere niente a che fare con loro. Ma no, egli ha affrontato il momento nella fede. E noi saremo capaci di aiutare i giovani a fare questo solamente se noi stessi saremo passati per momenti così e se li avremo affrontati. Io l'ho fatto! Ricordo che, alcuni anni dopo l'ordinazione, mi innamorai fortemente di una persona. Per la prima volta avevo incontrato una persona con la quale sarei stato felice di sposarmi e che sarebbe stata felice di sposarsi con me. Era questo il momento della mia scelta. Avevo fatto professione solenne con gioia, amavo le mie sorelle e i miei fratelli domenicani, amavo la missione dell'Ordine. Ma quando avevo fatto la professione avevo una piccola fantasia nella testa: 'come sarebbe essere sposato?'.

 

Dovetti accettare la scelta che avevo fatto nella mia professione solenne, o, meglio, dovevo accertare la scelta che Dio aveva fatto per me, che era questa la vita alla quale Dio mi chiamava. Fu un momento doloroso, ma anche di felicità. Ero molto felice perché amavo questa persona, e siamo ancora buoni amici. Era un momento di felicità perché stavo per liberarmi dalla fantasia che avevo mantenuto viva durante la professione solenne. Piano piano stavo scendendo dalle nuvole. Il mio cuore e la mia mente stavano per incarnarsi nella persona che sono, con la vita che Dio ha scelto per me, in carne ed ossa. La crisi mi ha riportato con i piedi per terra.

 

Alla maggior parte di noi questo non capita una sola volta. Possiamo attraversare varie crisi di affettività lungo la nostra vita. Io certamente le ho passate e chissà che non ce ne sia una dietro l'angolo. Ma dobbiamo affrontarle, come ha fatto Gesù nell'Ultima Cena, con coraggio e fiducia. Allora, se lo faremo, a poco a poco entreremo nel nostro mondo reale di carne ed ossa.

 

Un benedettino irlandese chiamato Mark Patrick Hederman scrisse: 'L'amore è l'unico impeto che è sufficientemente straripante da forzarci ad abbandonare il confortevole rifugio della nostra beneamata individualità, spogliarci dell'impenetrabile guscio di autosufficienza e farci uscire gattonando nudi verso la zona del pericolo, il crogiolo dove l'individualità viene purificata per farsi persona' (Manikon Eros: Mad Crazy Love, Dublino 2000, p. 66). E se non credete ad un benedettino irlandese, sicuramente crederete in san Tommaso: 'La persona che ama deve pertanto allentare questo cerchio che la manteneva all'interno dei propri limiti. Per questo si dice dell'amore che scioglie il cuore: ciò che è sciolto non è contenuto nei propri limiti, al contrario di quello che succede nello stato che corrisponde alla 'durezza di cuore'' (Comm. On Sentences, III, 25, 1, 1, 4m). Solo l'amore rompe la nostra durezza di cuore e ci dà cuori di carne.

 

padre Timothy Radcliffe

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