L'Italia ha paura? Gli italiani hanno paura? L'Italia è un Paese impaurito? Quali sono le paure che fanno correre i brividi sulla schiena degli italiani? Di sicuro, non ce la passiamo bene...
del 20 maggio 2010
 
          L’Italia ha paura? Gli italiani hanno paura? L’Italia è un Paese impaurito? Quali sono le paure che fanno correre i brividi sulla schiena degli italiani? Di sicuro, non ce la passiamo bene e nemmeno il sistema Paese fa scintille, anzi. L’umore volge al grigio scuro e l’ansia da declino sembra avvolgere anche le classi dirigenti.
 
          Fatta questa premessa, è persino difficile stabilire da che parte cominciare, se dall’economia o dalla politica, dai rapporti interpersonali o da quelli sociali. E allora abbiamo voglia di stupirci e cerchiamo di scavare un po’ di più nel nostro mondo fatto di paure, per descriverle e anche circoscriverle. Magari partendo lì da dove nessuno immaginerebbe: dal peccato, anzi dalla paura di perdere il senso del peccato.
          Abbiamo letto in questi giorni analisi raffinatissime sul rapporto fra reato e peccato. Pagine ispirate, ma per noi sta proprio lì, in quella paura ben nascosta di non saper più cogliere la differenza tra il bene e il male, la radice di tante altre paure. Una paura che le precede tutte e che in qualche modo le riassume. Un mondo senza la percezione del male, in ogni sua forma, ci spaventa e ci rende ancor più fragili dinanzi alle difficoltà del quotidiano e alle asperità e agli scossoni di sistema.
          Non è il nostro un modo facile facile per allentare le tensioni personali e sociali che tutte le altre paure, talvolta anche drammatiche, innescano nelle nostre vite. E’ piuttosto un ritornare all’essenziale, un ricordare a tutti noi che è impossibile rinunciare alla speranza nella possibilità del genere umano di far fronte anche all’ignoto. E’ stato così per intere generazioni ed è ben difficile, per noi, sottrarci alle sfide del nostro di tempo e alle paure che esso alimenta. Ma sarebbe un grave errore prospettico pensare che tutte le difficoltà di struttura e sovrastruttura possano essere colmate con forme di ingegneria sociale e politica. C’è un “prima” che noi dovremmo conoscere bene e che non possiamo nascondere o minimizzare.
          Sono molti i segni della lotta fra il bene e il male nella vita italiana. Solo uno sguardo assuefatto, ottuso o disattento, può non scorgere gli scricchiolii che si avvertono nella nostra comunità nazionale. Primo fra tutti, l’incapacità di coniugare il bene in scelte, parole e azioni. Il male, in tante forme, sembra riaffiorare con tutta la sua forza dirompente e con i suoi nomi più conosciuti: corruzione pubblica e privata, infedeltà personale e istituzionale, menzogna strutturale, offesa alla verità, prevaricazione sociale, violenza diffusa e strisciante. Non facciamo nomi, ma troppe biografie sembrano piegate e disegnate su queste inquietanti prassi.
          Ecco perché, nell’affrontare le paure degli italiani che andiamo a sminuzzare, e per l’amore che abbiamo per il nostro popolo e per la nostra comunità nazionale, non perdiamo mai di vista la cornice. E per tutte le paure cerchiamo di offrire una speranza, mai a buon mercato. Le paure non si vincono da soli, ma certo non basta un’aspirina.
Domenico delle Foglie
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