Don Bosco ci insegna a sperimentare la vita come festa e la fede come felicità. E' amore per tutto ciò che si fa, in famiglia, a scuola, all'oratorio... ogni giorno. E' amare il quotidiano come una realtà in cui Dio opera da Padre. E' amare la vita e farla vivere in chi non la vive in pienezza.
del 16 marzo 2011
1. SPIRITUALITA’ DEL QUOTIDIANO
          Con la sua nascita (incarnazione), Dio, in Gesù ha assunto tutto ciò che è umano. Da questo scaturisce che tutto ciò che è umano è amato da Dio, e Dio stesso è presente in esso. Il quotidiano è il luogo in cui Dio si manifesta.La consapevolezza che Dio è presente nella vita ordinaria di tutti i giorni, ci porta ad avere una visione positiva di tutto ciò che Dio ha creato. E’ amore per tutto ciò che si fa, in famiglia, a scuola, all’oratorio… ogni giorno. E’ amare il quotidiano come una realtà in cui Dio opera da Padre. E’ amare la vita e farla vivere in chi non la vive in pienezza.
 
2. SPIRITUALITA’ DELLA GIOIA DELL’OTTIMISMO  DELL’IMPEGNO
          Don Bosco ci ha insegnato a sperimentare la vita come festa e la fede come felicità. Ci ha insegnato a far esplodere le energie di bene che ci sono in ciascuno, anche nel peggiore, tanto da far dire ai suoi allievi: “Qui facciamo consistere la sanità nello stare allegri”. La musica, il teatro, le gite, lo sport, la quotidiana letizia di ogni giorno sono elementi indispensabili del sistema preventivo, perché suscitano energie di bene che possono essere orientate verso un impegno di servizio e di carità. La festa non è evasione, svuotamento, al contrario è occasione per costruire amicizia, sviluppare quanto c’è di più positivo nei giovani. Perché sia tale è però necessario che abbia la sua radice in Dio.          La consapevolezza che Dio è con noi (nato, morto e risorto) ci riempie di gioia: non siamo soli. Nonostante il nostro peccato, ci ama e ci salva. Questo è per noi fonte di gioia. Perciò vogliamo assumere la causa stessa di Cristo, quella causa per la quale ha dato la sua vita: impegnarsi perché tutti, e in particolare i più poveri, possano vivere in pienezza.
 
3. SPIRITUALITA’ DELL’AMICIZIA CON GESU’
          Gesù ha fatto una scelta precisa: dare vita a che non ce l’ha. Ha guarito i malati, accolto gli stranieri, ha abbattuto le barriere razziali, ha difeso gli ultimi, i più poveri, ha perdonato i peccatori. Non ha avuto paura di mettersi contro i potenti di allora, gli scribi e i farisei.Anche quando è stato condotto da questi sulla croce, non si è sottratto all’impegno di manifestare con la sua vita il vero volto del Padre.L’amicizia con Gesù non è semplice simpatia, ma è adesione alla sua causa per il “Regno”: impegnarsi affinché tutti siano felici, fino al sacrificio, se necessario.
 
4. SPIRITUALITA’ DELLA COMUNIONE ECCLESIALE
          Nasce dal desiderio di stare insieme. E’ fare esperienza di gruppo per imparare a condividere, collaborare, partecipare. E’ la spiritualità che non fa chiudere il giovane nel proprio gruppo, ma lo apre ad altri gruppi che condividono la stessa spiritualità: fa crescere il senso di appartenenza al Movimento Giovanile Salesiano, un’appartenenza che lo apre a orizzonti più ampi: alla chiesa locale e universale.Ha nell’incontro con Cristo nei sacramenti (Confermazione, Riconciliazione ed Eucaristia) un momento importante, una tappa, fino ad assumersi impegni di servizio nella chiesa (animatore, catechista, ministro della Parola,…)
 
5. SPIRITUALITA’ DEL SERVIZIO RESPONSABILE
          E’ vivere la vita come un progetto da scoprire e realizzare. E’ tensione verso il futuro, fino a decidersi per la causa del “Regno” in modo definitivo e duraturo.L’impegno nell’animazione educativa, pastorale e culturale, nel volontariato civile e missionario… diventa dono totale nel matrimonio, nella vita consacrata, nella secolarità consacrata, nel laicato missionario.
          Il modello di vita è MARIA, la donna del quotidiano che partecipa pienamente alla causa del Cristo, spendendo la sua vita per la salvezza degli uomini.
 
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