Il papa Pio IX è in pericolo. Cosa fa don Bosco assieme ai suoi ragazzi?...
Quinto appuntamento con Squarci di sottoBosco, un'occasione per conoscere San Giovanni Bosco ancora di più! Cosa fa don Bosco quando il segretario del Papa subisce un attentato?
SottoBosco 5/10
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Nel 1848 in Europa ed in Italia successe proprio di tutto: un vero quarant'otto!!!! Guerre, rivoluzioni, battaglie, colpi di stato, eserciti in lotta, tutto questo e molto altro lo apprendiamo dai libri di storia. A noi basti sapere che, dopo l'insurrezione in Sicilia in gennaio, come un rapido incendio la rivoluzione scoppia in tutta Europa: a Parigi è cacciato il re e si proclama la repubblica, a Vienna l'imperatore è costretto alla fuga, a Budapest sono cacciati gli austriaci.
Anche in Italia la miccia si accende: Milano e Venezia insorgono contro gli austriaci, Carlo Alberto tenta di portare soccorso alle province ribelli ma, dopo alcuni successi iniziali, è sbaragliato dalle truppe austriache e costretto alla resa in agosto. Lungo lo stivale però la rivoluzione divampa come un incendio, arrivando fino allo Stato Pontificio e a Roma.
E' il mese di novembre quando il primo ministro di papa Pio IX viene pugnalato da un rivoluzionario. Roma si infiamma e insorge, Pio IX, non volendo cedere alle minacce ed alla violenza, sceglie di rifugiarsi a Gaeta, ospite di re Ferdinando II delle Due Sicilie. La fuga del Papa è romanzesca: Pio IX lascia Roma di notte, in abiti civili, correndo verso sud sulla carrozza dell'ambasciatore di Baviera, mentre al Quirinale l'ambasciatore di Francia, fingendo di essere in udienza con il Santo Padre per coprirne la fuga, continua a parlare da solo nell'ufficio del Pontefice. Dopo alcuni giorni il Papa, accompagnato da pochissimi fidati collaboratori, è finalmente in salvo nella fortezza di Gaeta. La notizia si diffonde in un baleno in tutto il mondo: il Papa è stato cacciato da Roma! Da ogni parte la solidarietà dei fedeli si mette in moto per far giungere a Gaeta aiuti d'ogni genere.
La notizia giunge anche a Torino, dove subito si apre una sottoscrizione in favore del Santo Padre in esilio.
Don Bosco e i suoi ragazzi sono tra i primi ad aderire con entusiasmo a questa iniziativa. Ma che cosa avrebbero potuto fare poche centinaia di giovani, spesso analfabeti, che facevano fatica a mettere assieme il pranzo con la cena, affidati alle cure di un prete povero quanto loro? Eppure don Bosco aveva insegnato ai suoi ragazzi che "qualunque fatica è poca quando si tratta della Chiesa e del Papa".
A Valdocco il sacrificio non fa paura: in poche settimane, raccogliendo le piccole offerte frutto delle volontarie rinunce e dei sudati risparmi dei giovani, in oratorio si raccolgono ben 33 lire. Somma certamente non ingente, ma dal valore incalcolabile vista la sua provenienza: è l'obolo della vedova che tanto meraviglia Gesù al Tempio.
Tramite il Nunzio Apostolico l'offerta arriva a Gaeta e viene consegnata nelle mani del Papa. Lo stupore di Pio IX è grande di fronte a questo dono: non lo scorderà più, esprimendo la sua gratitudine ancora nel 1858 nel ricevere don Bosco per la prima volta in udienza in Vaticano. Intanto passa il tempo: nel febbraio 1849 a Roma si proclama la Repubblica, ma il 30 giugno il governo repubblicano è costretto alla resa di fronte all'assalto delle truppe francesi, che riconsegnano la città al Papa. Rientrato in Vaticano nell'aprile del 1850, Pio IX non dimentica la generosità dei giovani di don Bosco. Fatte acquistare ben 720 coroncine del Rosario, le benedice e le fa spedire a Torino, proprio per i suoi piccoli benefattori di Valdocco! Questi sono i semi che, anni più tardi, faranno affermare a don Bosco: "Scopo principale della Società Salesiana è sostenere l'autorità del Papa".
Matteo Rupil SDB
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