La proposta degli Esercizi Spirituali ad Avila, nata un po' per caso, risponde al desiderio di conoscere più da vicino questa grande santa e la sua spiritualità, la terra che l'ha vista crescere e ne ha plasmato la personalità. Inoltre, don Bosco l'ha voluta un po' di casa.Di lei forse conosciamo poco... Coloro che avranno la fortuna di partecipare agli esercizi spirituali nello stile del pellegrinaggio ad Avila, potranno incontrarla in ciò che ancora oggi parla di lei lasciandosi guidare dai suoi scritti e dalla sua testimonianza di vita.Saranno senz'altro ricchi e intensi anche i momenti di confronto e di condivisione... Tornando, vi racconteremo come siamo sopravissuti all'essenzialità di questa esperienza... chi vivrà vedrà!
del 01 gennaio 2002
S. Teresa di Gesù, la santa di Avila, la Riformatrice del Carmelo, la Madre dei Carmelitani Scalzi, nacque ad Avila (Spagna) il 28 marzo 1515 da nobile e religiosa famiglia. A 21 anni divenne Carmelitana del Monastero dell'Incarnazione di Avila. Attraverso gravi e frequenti malattie, numerose prove spirituali e la generosa risposta alle sollecitazioni dell'Amore divino, giunse a quel grado di perfezione in cui l'anima è pronta a un particolare servizio.
E poiché intanto la Riforma Protestante feriva il cuore della Chiesa, proprio nel cuore della Chiesa ella voleva operare, in una azione veramente carmelitana di abnegazione e di amore, qualcosa che si opponesse a quella riforma. Concepì così, e condusse a termine attraverso infinite peripezie e contrasti e sofferenze, quella Riforma del proprio Ordine che da lei prese il nome e diede origine ai Carmelitani Scalzi. Il 24 agosto 1562 fondava in Avila il suo primo monastero, dedicato a S. Giuseppe, ove le monache cominciarono a vivere, in spirito di amore e di abnegazione, una vita il più possibile vicina a quella degli antichi monaci del Monte Carmelo e secondo quelle norme che in seguito Tersa di Gesù doveva codificare nelle sue sagge Costituzioni.
Le fondazioni dei monasteri di Carmelitane Scalze si susseguirono numerose fino al 1582; nel 1568 la Riforma Teresiana si estendeva ai Padri, dopo l'incontro della Santa con S. Giovanni della Croce, e si fondava a Durvelo il primo convento di Carmelitani Scalzi.
L'intensità della vita spirituale, la grande opera realizzata, la gravità delle malattie e delle sofferenze d'ogni genere, non impedirono a S. Teresa di scrivere quelle stupende opere in cui ci consegna la sua esperienza mistica e la sua dottrina. Attraverso l'Autobiografia, le Relazioni, il Cammino di Perfezione, il Castello Interiore, le Fondazioni, gli Avvisi, i Pensieri, le Esclamazioni, le Poesie, le Lettere, S. Teresa di Gesù svolge ancora, nel Carmelo e nel mondo, l'ardente attività della sua anima apostolica ed è sempre, a tutti, Maestra e Madre di vita spirituale. Morì nel fulgore di un'estasi, ad Alba de Tormes, il 4 ottobre 1582.
Santa Teresa ha dovuto constatare che la santità non era una conquista umana, ma un dono divino; che non è un’ascesi che stringe i pugni nella lotta ma una tale apertura al dono di sé a Dio; che non è una patina di forme religiose ma una esperienza di salvezza che prende l’uomo nella sua miseria, lo risana e lo eleva (J. Castellano).
La bellezza della nostra anima
«No, non vi è nulla che possa paragonarsi alla grande bellezza di un’anima e alla sua immensa capacità! Il nostro intelletto, per acuto che sia, non arriverà mai a comprenderla, come non potrà mai comprendere Iddio, alla cui immagine e somiglianza noi siamo stati creati» (I Mansione 1,1).
«Si sappiamo di avere un’anima, perché l’abbiamo sentito e perché ce lo insegna la fede, ma così all’ingrosso, tanto vero che ben poche volte pensiamo alle ricchezze che sono in lei, alla sua grande eccellenza e a Colui che in essa abita» (I Mansione 1,2).
La preghiera intima amicizia
«L’orazione mentale non è altro, per me, che un intimo rapporto di amicizia, un frequente intrattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo di essere amati.
Ma voi direte che ancora non l’amate. Sì, perché l’amore sia vero e l’amicizia durevole, occorrono parità di condizioni, e invece sappiamo che mentre nostro Signore non può avere alcun difetto, noi siamo viziosi, sensuali e ingrati, per cui non lo possiamo amare quanto Egli si merita. Tuttavia considerando quanto vi sia vantaggioso averlo per amico e quanto Egli vi ami, sopportate pure la pena a stare a lungo con uno che sentite così diverso da voi» (Vita 8,5).
sr Paola
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