Negli USA si rafforza nel mondo cattolico, e non solo, l'opposizione alla decisione dell'Amministrazione Obama di obbligare le istituzioni sanitarie religiose ad includere nei loro piani assicurativi prodotti contraccettivi ed abortivi. Centinaia di ospedali e associazioni cattoliche si sono mobilitate per chiedere il rispetto della libertà religiosa e dell'obiezione di coscienza.
del 09 febbraio 2012(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));
          Negli Stati Uniti, si rafforza nel mondo cattolico, e non solo, l’opposizione alla decisione dell’Amministrazione Obama di obbligare le istituzioni sanitarie religiose ad includere nei loro piani assicurativi prodotti contraccettivi ed abortivi. Assieme alla Conferenza episcopale degli Stati Uniti, centinaia di ospedali e associazioni cattoliche si sono mobilitate per chiedere il rispetto della libertà religiosa e dell’obiezione di coscienza, tradite da questa disposizione contenuta nelle linee-guida della riforma sanitaria. Per un commento sulle ragioni di questa mobilitazione, Alessandro Gisotti ha intervistato suor Carol Keehan, presidente della “Catholic Health Association”, ente che dal 1915 riunisce gli operatori sanitari cattolici americani: R. – This is the first time, on a federal level, in our Country, that we’ve had …
          Questa è la prima volta che a livello federale, nel nostro Paese, il governo dice alla Chiesa di dover acquisire qualcosa a cui la Chiesa da lungo tempo si oppone. Ed è anche la prima volta che si è arrivati a coniare questa definizione tanto riduttiva di “datore di lavoro religioso”. Da oltre due secoli, ospedali cattolici, scuole cattoliche e università cattoliche esistono sul suolo americano, e noi ci siamo sempre considerati ministri della Chiesa. E il fatto che il governo federale abbia improvvisamente modificato la definizione in “datore di lavoro religioso”, potenzialmente apre la strada a molte ingerenze nei riguardi delle nostre convinzioni morali. Dai tempi del nostro primo presidente, Thomas Jefferson, fino allo stesso presidente Obama, siamo sempre stati rassicurati sul rispetto della nostra libertà di coscienza. D. – Ci può dire quali sono state le reazioni, i sentimenti dei componenti della “Catholic Health Association” – medici, infermieri, religiosi e laici – che lavorano presso gli ospedali cattolici?R. – You know, I think the interesting thing is not only in Catholic hospitals …
          Vede, mi sembra che l’aspetto interessante sia che non soltanto negli ospedali cattolici, ma nella nostra stampa laica, perfino tra gente che ritiene che la contraccezione sia una cosa giusta e non aderisce alle posizioni della Chiesa in materia, perfino loro sono rimasti molto male per il fatto che il governo federale tenti di costringere le istituzioni ecclesiastiche a fare qualcosa che è palesemente contrario alla loro natura. Noi abbiamo detto: questa non è una decisione saggia; questa disposizione deve essere ripensata. Noi ci stiamo impegnando per far comprendere alle autorità che questa non è stata una buona mossa, e che è necessario ripensarla.D. – Quale tipo di soluzione potrebbe essere accettabile?R. – There are probably three major avenues to look at. …
          Probabilmente, tre sono le possibili strade da intraprendere. La prima è trattare per far comprendere all’Amministrazione che questa non è una decisione utile: di questo devono convincersi. La seconda è la via della legislazione, con una firma finale del presidente; la terza è la via quella di una causa legale. Sono tutte opzioni aperte. Certo, sarebbe molto meglio trattare per risolvere la questione.
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