Se si voleva invitare la classe a percorrere la strada del romanzo giallo, non c'era che l'imbarazzo della scelta tra gli autori da leggere e da imitare, ma suggerire l'eliminazione fisica, se pur letteraria di un compagno antipatico, ci pare davvero l'ennesima dimostrazione di come la scuola abbia perso il suo ruolo educativo, la capacità di tirare fuori da ogni ragazzo il meglio.
del 09 novembre 2007
Il Giornale di oggi, riporta una notizia che ha dell’incredibile, ma da tempo, purtroppo, la realtà ha superato la fantasia.
Viviamo in un mondo dove i RIS nell’arco di tempo di un puntata televisiva, scoprono il colpevole e lo assicurano alla giustizia.
In realtà le cose sembrano ben più lunghe e complicate, la scienza si sa, non ha tutte le risposte.
Siamo in preda a continue emergenze, i giovani non hanno più riferimenti certi negli adulti, e molti adulti non sanno più educare. Supplenti che palpeggiano le alunne, insegnanti che fanno giochi erotici, discreditano anche quel corpo docente che, tra mille difficoltà burocratiche e con uno stipendio equiparato al “corpo non docente”, lavorano con dedizione e scrupolo.
Il tema in classe si sa è un osso duro con cui confrontarsi, ci sono insegnanti che lo lasciano “libero”, scrivete ciò che volete purché scriviate qualcosa, altri, che preferiscono dettagliare nel titolo il percorso da seguire, ma il tema “come uccideresti il tuo compagno” ci sembra davvero fuori luogo.
Se si voleva invitare la classe a percorrere la strada del romanzo giallo, non c’era che l’imbarazzo della scelta tra gli autori da leggere e da imitare, ma suggerire l’eliminazione fisica, se pur letteraria di un compagno antipatico, ci pare davvero l’ennesima dimostrazione di come la scuola abbia perso il suo ruolo educativo, la capacità di tirare fuori da ogni ragazzo il meglio.
Sia chiaro, il docente replicherà che il compito è stato dato seguendo quanto suggerito dall'antologia adottata, questa evidentemente non va a discolpa dell'insegnante, caso mai, dimostra che il docente segue pedestramente i testi senza porsi domande.
 
Tema in classe: come uccideresti il tuo compagno? 
Un lettore che non finiremo mai di ringraziare per aver sollevato il problema, ci scrive di un insegnante della propria figlia (II media), che ha assegnato come compito a casa lo svolgimento di un tema che sarebbe piaciuto a gente perbene come Maigret, Sherlock Holmes, Poirot, Perry Mason, e meno perbene come Landru, Jack lo squartatore e Charles Manson. L’antologia adottata («Libri di bordo 2» edito dalla Sei), a pagina 233 suggerisce come esercitazione: «Se nella tua classe è presente un compagno antipatico, oppure un professore altamente noioso, escogita un piano diabolico per sbarazzartene, naturalmente attraverso la penna! Racconta, ambientando il giallo fra le pareti della tua scuola. Abbi cura di: presentare personaggi e abitudini; inscenare il ritrovamento di un cadavere; risalire alle caratteristiche della vittima, tali da “giustificare” la soppressione; raccogliere indizi e prove a carico di qualcuno davvero insospettabile».
La traccia sprona dunque l’alunna a elaborare un piano per assassinare un compagno antipatico o un professore noioso (magari un insegnante di religione, un prete o una suora: non è specificata la materia e c’è ampia libertà di scelta tra il corpo docente). La scena del delitto deve essere la stessa scuola frequentata dalla ragazzina.
Non si danno indicazioni sull'ora del delitto (può essere anche quella di ricreazione, tra un panino e una Coca-Cola) né sull'arma da usare (un'accetta, una scimitarra persiana, una pistola).
L'insegnante ha avuto cura di precisare, nella traccia, che il piano per sbarazzarsi del prossimo cristiano deve essere considerato solo un esercizio letterario, logica conclusione di una serie di letture dedicate al genere poliziesco, al giallo.
Il lettore si dichiara indignato verso il professore, ed escludendo un improvviso squilibrio mentale, si domanda se per caso il professore non fosse «molto distratto quando ha assegnato il compito». Al suo posto avrei fatto svolgere un tema al preside di quella scuola: «In una società dominata dalla violenza, ci si mettono pure i vostri insegnanti. Consideri se sia il caso di sopprimere - pardon - sospendere quel professore». Sperando che il preside non la pensi come Fantomas.
Nerella Buggio
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