Si fa tanto parlare oggi nelle nostre chiese di apertura missionaria. Siamo convinti di avere delle belle ragioni di vivere e non possiamo tenerle per noi. Non si tratta di fare proselitismo, di aumentare il numero dei cristiani, ma di essere talmente sensibili alla vita di tutti di voler mettere a disposizione di tutti il vangelo.
del 10 gennaio 2007
 
 
Si fa tanto parlare oggi nelle nostre chiese di apertura missionaria. Siamo convinti di avere delle belle ragioni di vivere e non possiamo tenerle per noi. Non si tratta di fare proselitismo, di aumentare il numero dei cristiani, ma di essere talmente sensibili alla vita di tutti di voler mettere a disposizione di tutti il vangelo. Noi lo abbiamo trovato bello, affascinante, impegnativo, ma possibile per cui facciamo di tutto per offrirlo a tutti. Non diamo per scontato che tutti ormai conoscano il vangelo. Molti infatti quando ne leggono una pagina ne restano scossi. Significa allora che non è così conosciuto, come noi crediamo. Molti non hanno più nessun riferimento alla esperienza ecclesiale e l’hanno abbandonata prima di rendersi conto della sua grandezza e bellezza.
Se la fede è una luce, allora non la si deve coprire o spegnere, ma portare a tutti. La domanda però importante che non possiamo trascurare è: ma la nostra lucerna è veramente accesa o sta lentamente spegnendosi? La vera rilevanza di ogni testimonianza o di ogni missione è la capacità di essere stati in ascolto.
Dice il vangelo: Guardate, fate attenzione a come ascoltate. Se non ascoltiamo la Parola di Dio, la nostra testimonianza è portare gli altri qualcosa di non autentico, magari una bella relazione personale, che non guasta mai, un senso di amicizia in questa realtà piuttosto anonima, ma la fede è qualcosa di più profondo.
Certo qualcuno può dire: ho già una vita tanto complicata, ci vuole anche questa ora, di preoccuparmi anche di porre gesti di testimonianza. Noi sappiano che quando abbiamo molte cose da fare ce ne sta anche una in più, invece quando nona abbiamo niente da fare, sentiamo ancora più forte la fatica a fare anche solo una cosa che ci viene chiesta. E’ sempre così nella vita: se la vivi con grinta ci sta tutto quello che ti riempie il cuore, ti fai in quattro, non ti rincresce il tempo che impieghi, se vedi qualcuno che ha bisogno non lo lasci solo… se invece la vivi con noia non ci sta mai niente, anche le cose più belle, ti viene tolto anche quel poco che credi di avere, non sei mai felice, ti pesa tutto, vivi di rimpianti, di verbi al passato.
Invece la vita cristiana è proiettarsi sempre in avanti con speranza.
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