The Magdalene sisters da Giovani per i Giovani

Appena premiato è stato definito da molti come un film-scandalo e uno scambio colorito di accuse si è acceso immediatamente. Il Leone d'oro è stato assegnato dalla giuria, esplicitamente anticlericale, in circa tre minuti con la motivazione che il film di Mullan è un'opera d'arte che denuncia i soprusi che la Chiesa Cattolica irlandese ha fatto a donne ritenute pericolose o irrecuperabili nei riformatori-conventi attorno al 1964...

The Magdalene sisters da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 10 ottobre 2002

...“Mi ha fatto ricordare i drammi e le ribellioni che alcune donne della Cina del passato hanno attuato. Mi ha fatto riflettere sul ruolo della donna nella famiglia e nella società. Quello che accade in quel riformatorio accade ancora oggi in molte parti del mondo; per questo e per il suo grande valore artistico il film di Mullan è stato premiato…il leone d’oro era suo.” ha dichiarato la presidentessa della giuria Gong-li. 

Il regista stesso ha specificato “il mio film non parla solo della Chiesa Cattolica ma di come tante giovani donne vengono oppresse da tutte le fedi”. Sembra quasi sincera tale affermazione, fino a quando però accusa, dicendo i cattolici sono dei talebani…il vero scandalo è quello che ha fatto la Chiesa in Irlanda.”

A tale espressione mons. E. Tonini, come portavoce del Vaticano, ha dimostrato una grande amarezza. “Il premio è stato dato a un film che non dice la verità sulla Chiesa, diretto, poi, da un regista che si esprime in modo calunnioso contro i cattolici. Se è un film denuncia , allora bisogna dire che l’arte dovrebbe essere obiettiva… Non solo voci clericali sono state sollevate, ma anche esponenti laici, praticanti o no, hanno espresso un evidente rammarico per la scelta.

Nella mia vita ho visto molti orfanotrofi, bambini abbandonati e ho visto anche i sacrifici che i sacerdoti dovevano fare per mantenerli. Ci sono stati errori specifici , ma paragonare i cattolici ai talebani è davvero calunnioso.”

 

Personaggi come V. Riva del CDA della Biennale, non condividono affatto il giudizio della giuria.

Non voglio- dice - censurare alcun giudizio, ma ci sono cose che mi mettono un gran sospetto: prima le polemiche sull’ 11 Settembre e poi il leone d’oro ad un regista che sostiene la tesi che i cattolici sono peggiori dei talebani. Non sono cattolico fervente, né praticante, ma il film l’ho visto due volte e con molta attenzione. Lo giudico feuilleton. La scelta di premiarlo la vedo come una provocazione…non mi si venga a dire che questa è un’opera d’arte e che è stata premiata come tale. Anche i film di Riefnsthal durante il Nazzismo erano tali, ma con Hitler ancora vivo erano solo propaganda.”

Già si sapeva che al mondo i modi di ragionare, di vivere e di credere sono tanti e questo per fortuna non dà scandalo se viene mantenuto il rispetto reciproco. Inoltre, ultimamente, si è anche percepito che il Cristianesimo e in particolare la Chiesa cattolica sono biasimati e spesso accusati, ma non si sarebbe mai pensato di arrivare a certi livelli che sono stati definiti oltraggiosi da alcuni.

Purtroppo qualche anno fa in Irlanda si scoprì la storia di Philly, di Martha e di altre “Magdalelne” che alla BBC hanno testimoniato la loro terrificante odissea vissuta all’interno di quelle lavanderie-rifomatori-conventi. Nel Regno Unito queste storie hanno scosso l’intera società già nel 1998 quando la tv irlandese ha messo in onda un dossier riguardante proprio i conventi-riformatorio della Maddalena.

Queste informazioni ci scuotono molto e ci disorientano ma, d’accordo con sr.Valente, responsabile della formazione professionale negli istituti salesiani, sono convinta che non si può mai generalizzare.

Se un prete o una suora commettono errori non significa che tutta la Chiesa sbaglia. Anche loro sono uomini e donne fragili e fallibili come tutti gli esseri umani e dobbiamo finirla di idealizzarli e vederli come esseri diversi e per questo prediletti o addirittura immunizzati dalla caducità umana (che, come noi, investe anche loro).

Dio ha attrezzato ognuno di noi della libertà di fare del bene e del male, qualsiasi sia la scelta di vita, religiosa o non religiosa. Tutti quindi siamo responsabili singolarmente del nostro stesso operato, anche se, come scrive S.Paolo, è bene ammonire il nostro vicino se sbaglia secondo la legge di Dio. Questo non vuol dire, però, che dobbiamo sentirci in diritto di fare da giudice ed accusare gratuitamente chiunque erri (vedi la storia de “la trave e la pagliuzza” ndr).

Dunque, cattolici uguali a talebani? Non credo. Più semplicemente uomini ignoranti e crudeli uguali a uomini ignoranti e crudeli di qualsiasi razza, fede, nazione.

 

 

Lucia Andretta

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