Cari studenti, scusatemi se intervengo a darvi qualche indicazione sul metodo a cui dovreste adeguarvi per uno studio efficace durante gli anni di scuola. Niente trattazioni evolute. Soltanto tre appunti da prendere in considerazione su cui potreste riflettere con i vostri insegnanti e i genitori.
del 05 ottobre 2007
Non crediate che una pagina letta, magari velocemente e distrattatamente vi stia nella memoria per l'eternità. Tabellone. Alfabeto latino e greco. Ortografia. Arricchimento di vocaboli, per non parlare con la sciatteria della televisione. Procedimenti algebrici. Perché no? Qualche brano di poesia a memoria: quelle espressioni che prendono e che accendono la fantasia e che potete recitare nei momenti di silenzio forzato. Non stancatevi di ripetere le formule e le frasi più chiare e seducenti. Soprattutto se si tratta di lingue straniere, bisognerà esercitarsi con monotonia e con testardaggine così che parole e frasi si fissino nella mente e, parlando o scrivendo, non abbiate ad arrestarvi ogni istante per scartabellare mentalmente un vocabolario che non avete a portato di mano. Costanza. Persistenza. La memoria è la facoltà che dimentica. Soprattutto quando, come oggi, non viene esercitata.
 
Non rassegnatevi a sapere a naso le cose principali che vi si insegnano. Chiedete ciò che non avete capito. Rimane in mente ciò che è penetrato nella mente e viene conosciuto par coeur, come dicono i francesi: vale a dire lasciando che le cose imparate vi plasmino l'intimo e vi escano quasi di getto, perché costruiscono una base solida di apprendimento e di espressione. Non seguite le lezioni e non leggete i testi parola dopo parola, riga dopo riga, come pecore che seguono il caprone e stanno unite perché ci sono i cani che non lasciano disperdere. Una poesia può illuminare un mattino e cullare la fantasia quando si prende sonno. Cercate di farvi spiegare anche qualche brano di musica: non accontentatevi di quei rumori sgraziati di cui sono spesso composte le canzoni moderne. Passione. Entusiasmo. Capacità di gustare la bellezza e non soltanto di mandare a memoria delle formule astratte o delle arie svigliaccate con parole che non significano quasi nulla, se non parlano d'amore - quale amore? - o di noia. Una musica si inizia a gustarla quando la si conosce a memoria e si precedono le note e la melodia che verranno.
 
Non desistere davanti all'errore che può infilarsi dentro le righe della scrittura o della musica, o della matematica. Emettete qualche progetto per il futuro della vostra vita: può darsi che qualcuno sogni di fare il romanziere e finisca per fare il muratore. Può darsi che qualcuno immagini di diventare programmatore elettronico e finisca per ritrovarsi di fronte a un computer di cui deve per l'ennesima volta correggere i medesimi guasti. Fa lo stesso. L'importante è che uno si innamori del lavoro che fa. Il fiore deve aprirsi nell'aiuola in cui il Signore l'ha seminato e nella quale è insostituibile. Se no, ne esce uno sgorbio appassito ancor prima di germinare e di accestire. Chiedete che la vostra dignità che sa pensare e commuoversi e impegnarsi sia rispettata e promossa.
 
 
Fonte: IL GIORNALE  del 2 ottobre 2007
mons. Alessandro Maggiolini
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