''Tu prova a recità 'n'Ave Maria''

Esageratamente bella e passionale. Eppure il corpo non l'ha concesso a nessuno. Ma pensa te. Ogni donna sogna un compagno che la carezzi per sciogliere in lei il timore dell'universo, che le dia una casa dove nascondersi e dormire.

''Tu prova a recità 'n'Ave Maria''

da Quaderni Cannibali

del 21 dicembre 2010

        

         Bestemmie funamboliche e poi La invocano. Se ne infischiano di Lui ma fanno carte false per Lei. Non pregano suo Figlio ma fanno a Lei di nascosto propositi grotteschi e disperati. Nel sudiciume delle osterie di Cafarnao, ho visto sul collo di prostitute e di furfanti la medaglia con la sua immagine, sulla pelle di bestemmiatori da trivio tatuata la sua figura. Ho udito milioni di volte il suo nome sulla bocca di tutti gli uomini e di tutte le donne: per stizza, per sorpresa, per una buona o cattiva notizia, per una morte o per un nonnulla. Sempre e solo il suo nome, Maria!

         Esageratamente bella e passionale. Eppure il corpo non l'ha concesso a nessuno. Ma pensa te. Ogni donna sogna un compagno che la carezzi per sciogliere in lei il timore dell'universo, che le dia una casa dove nascondersi e dormire. Maria - scompigliando usi, costumi, colori e profumi - firma la seduzione di quello Sposo sconfinato, senz'occhi per guardarla, senza mani per toccarla, nascosto nel tessuto delle cose eppure così misteriosamente lontano e Gli ha risposto il suo sì.

         La verginità: la pazzia che nessuno conosceva, l'eresia non concepita razionalmente da uomo sulla faccia della terra. La follia: avere un corpo e non darlo a nessuno, una vigna di carne e chiuderla alle carezze. Maria di Nazareth La Bellezza scelse per prima questo frutto odioso agli uomini. E quel giorno forse anche Dio si stupì. In quel mattino tutto ebraico, cominciò la gravidanza e Dio ebbe una pista d'atterraggio sulla terra. 'Lo Spirito Santo scenderà su di te e ti coprirà con la sua ombra'.

         Non è un uomo Colui che la carezza: è un'ombra, un'ombra altissima calata dalle torri del cielo, che traforerà il suo ventre scendendo dalle vette celesti. 'Eccomi, sono la serva del Signore. Si faccia di me secondo la tua parola'. Si definisce serva, ma la serva del Signore. Non degli uomini coi loro sogni e bi-sogni. E in questo mondo di schiavi l'unico modo per essere liberi veramente è essere servi del Signore. Se a Cafarnao non capiranno che c'è un solo Dio a cui chinare il capo e piegare le ginocchia, cambieranno i nomi e i volti ma rimarranno sempre schiavi di qualcuno.

         Spiegaglielo a Giuseppe, innamorato e facilmente suscettibile di gelosia. Ad essere giusto, ieri come oggi, passi per fesso. A lui, l'uomo più limpido del casato di Nazareth, capita l'incidente più scabroso: Maria – essenza suprema dei suoi sogni – è incinta. Giuseppe non ricorda notte d'amore tra le lenzuola. Scandalo beffardo e crudele in una terra che non sa compatire e nemmeno sorridere. Solo condannare. Il problema non è sentirsi il ludibrio di una città puritana, non è il rancore di chi si sente tradito, di chi perde la donna del suo cuore.

         E' molto di più: è quello di chi scopre fallibile la creatura che credeva migliore di tutte. L'uomo tradito, l'orgoglio ferito, i sogni spezzati. Giuseppe – mentre il suo dramma si gonfia nel petto - ragiona da signore: 'decise di ripudiarla in segreto'. Ripudiarla in segreto: cioè lasciarla andare senza vergogna. Quasi come succede oggi...! (figurati) Ma c'è un sempre un Dio che scioglie i nodi alle anime giuste. E Giuseppe accetta la forza del Mistero.

         Poi basta: silenzio su di lui. Il Vangelo lo ingoia e il suo sarà un lento tacere, un capire il mistero di quella donna da spartirsi con Dio. Lo ritroveremo sugli altari delle chiese, nei quadri a capo del letto, nelle immagini delle anime pie e devote, canuto e rugoso, come se davvero fosse stato sempre un vecchio. Un giorno chiederemo scusa a Giuseppe per averlo dipinto come lo sfigato del villaggio. A noi fa comodo dimenticare che, vicino a Maria, fu un giovane bello e forte: un giovane innamorato.

         Perché essere belli a Cafarnao è una grossa responsabilità.

don Marco Pozza

http://www.sullastradadiemmaus.it

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