Umili, forti, robusti: verso la GMG con una fede "antisismica"

L'attesa è vissuta come una festa, come sempre un tempo per la riflessione e la preghiera attorno al tema della GMG. Si tratta di vedere con quale profondità nella vita ci si nutre di Dio e, alla luce di questo, come si affrontano le difficoltà e i problemi senza perdere di vista l'essenziale o distaccarsi da ciò in cui si crede.

Umili, forti, robusti: verso la GMG con una fede 'antisismica'

da Quaderni Cannibali

del 11 luglio 2011

 

            Manca un mese alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) in Spagna, il grande incontro internazionale dei giovani con Benedetto XVI, e dovunque fervono i preparativi sia a livello formativo che organizzativo. L’attesa è vissuta come una festa, come sempre un tempo per la riflessione e la preghiera attorno al tema della GMG: «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede». L’essere radicati è l’immagine del legame con Dio.

          Un cristiano dovrebbe essere come un albero secolare ben piantato e con radici forti: come la vita di un albero dipende dalla profondità e forza delle sue radici, così quella del cristiano dipende dalla qualità della sua esperienza di fede. Ci si chiede allora: «A che punto è la mia fede? Qual è la qualità? Sono ancora in superficie?». Si tratta di vedere con quale profondità nella vita ci si nutre di Dio e, alla luce di questo, come si affrontano le difficoltà e i problemi senza perdere di vista l’essenziale o distaccarsi da ciò in cui si crede. Le radici trasmettono la linfa che dà vita, ma di quale linfa ci si nutre nel quotidiano?

          Dinanzi al disorientamento è possibile e anche necessario guardare ai modelli e ai santi, persone che nel mondo hanno creduto e testimoniato Cristo in tutte le condizioni, nel dolore, a rischio della vita, pur non comprendendo sempre tutto. L’essere fondati è, invece, la capacità di resistere. L’immagine è quella della costruzione di una casa in relazione al progetto di vita. Ci si chiede così: «Quale progetto per la mia vita? Quale il mio modello di umanità?». Si tratta così di pensare a come la vita possa essere veramente realizzata e felice, e poi a sua volta come concretizzare questo progetto. La casa-vita può essere bella, funzionale, dalle relazione fondamentali allo stesso tempo oppure escludere qualcuno dei tre elementi perdendo sicuramente qualcosa di importante.

          È certo, però, che da soli non si può costruire, servono molte competenze, serve una compagnia significativa, un architetto motivante; il rischio al contrario è di trovare falsi consulenti e ritrovarsi con fondamenta instabili quando meno ci si aspetta. Per comprendere l’essere saldi potremmo pensare alla staticità delle colonne e della spina dorsale; all’interno di una società tendente al relativismo in tutti i campi e alla liquidità, saldo non vuol dire rigido e per tornare all’immagine della casa l’attributo giusto è “antisismico”. Una vita salda nella fede – antisismica- implica scelte coraggiose e non tiepide, un nutrimento spirituale costante e non “festivo”, una “temperatura” di umanità appassionata e non superficiale. Ai giovani che andranno a Madrid viene chiesto di essere umili (radicati in Dio), forti (fondati in Cristo), robusti (saldi nello Spirito Santo).

*L’articolo rielabora i contenuti di una relazione di don Marcello Mazzeo, Delegato SDB Pastorale Giovanile Sicilia

 

Marco Pappalardo

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