Domenica 19 Febbraio 2012, sì è svolto il primo appuntamento del nuovo ciclo di incontri (Anno II) di “Un Anno con Don bosco”. Don Aldo Giraudo, che proprio un anno fa aveva dato il via al primo ciclo di incontri, è tornato a trovarci per parlare questa volta di “Don Bosco Fondatore: i Salesiani di Don Bosco e i Salesiani Cooperatori”.
del 24 febbraio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
         Domenica 19 Febbraio 2012, sì è svolto il primo appuntamento del nuovo ciclo di incontri (Anno II) di “Un Anno con Don bosco”, il cammino di approfondimento del carisma salesiano proposto dalla Ispettoria Salesiana San Marco, l’Ispettoria Triveneta Madre Mazzarello e l’Associazione Salesiani Cooperatori Nord Est.
         Don Aldo Giraudo, che proprio un anno fa aveva dato il via al primo ciclo di incontri, è tornato a trovarci per parlare questa volta di “Don Bosco Fondatore: i Salesiani di Don Bosco e i Salesiani Cooperatori”.
         Se l’atto di fondazione dei Salesiani di Don Bosco risale al Dicembre 1859, l’Unione dei Cooperatori Salesiani nasce formalmente soltanto nel 1876. In realtà l’idea di una congregazione che riunisca in sé la duplice figura del religioso e del laico è nei pensieri di Don Bosco molti anni prima.
         Nelle premesse storiche delle Costituzioni Salesiane Don Bosco fa risalire la prima idea di Famiglia Salesiana nel lontano 1841, quando incomincia l’attività di catechismo per i giovani più abbandonati della città di Torino, grazie a quella che lui stesso definisce “una specie di congregazione” di religiosi e laici. Don Bosco da sempre ha sostenuto l’importanza della duplice presenza religiosa e laicale all’interno dell’oratorio e più in generale nel progetto formativo dei giovani, ma all’epoca il termine “congregazione” definisce semplicemente un insieme di persone unite da un unico scopo: non esisteva ancora un’associazione o organizzazione nel senso giuridico del termine.
         Inizialmente la primitiva congregazione, nel senso più generico del termine, era dunque unica e verrà di fatto sdoppiata solo nel 1859 con la fondazione della “Pia Società Salesiana” come congregazione religiosa vera e propria, formata da religiosi “interni” alla società stessa. Il laico “promotore”, “benefattore”, in altre parole “cooperatore”, “esterno” alla congregazione religiosa propriamente detta, rimane escluso dalla stessa per volontà della Santa Sede, la quale approva la Costituzione della nuova congregazione nel 1874. La figura del salesiano laico vede in seguito una sua propria evoluzione che conduce ad una formale definizione giuridica soltanto nel 1876, con la costituzione dell’Unione dei Cooperatori Salesiani.
         Il cammino delle idee di Don Bosco di quegli anni rivela come l’organizzazione dei Cooperatori sia uno di quei fatti che maggiormente rivelano in lui l’uomo pratico, che costruisce in base all’intuito, alla sua straordinaria capacità assimilativa e organizzativa. Ovunque Don Bosco propone la congregazione salesiana e le adesioni si moltiplicano a migliaia in tutto il mondo.
         Nell’ultima parte dell’incontro don Aldo ci illustra lo Statuto e il Regolamento del Progetto di vita Apostolica dell’Associazione Salesiani Cooperatori, rinnovato nel 2007, concludendo con una carrellata di documenti storici che narrano l’evoluzione del pensiero e della struttura organizzativa dell’opera salesiana nella sua totalità.
Igino
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