“Io ho dato tutta la mia vita al Signore”. Scelse la cultura della decisione, del perenne: “Per me vivere è Cristo e morire un guadagno”. Da giovane, si era lasciata contagiare da questo amore… sa che deve uscire da se stessa per aprirsi alla solidarietà della carità e al servizio generoso di coloro che stavano soffrendo e correvano il pericolo di morire… già faceva allenamento di donazione piena, di dimenticanza di sé, di apertura alle persone bisognose di qualcuno che sapesse abbracciare la croce di Cristo.
In occasione della Festa di Madre Mazzarello ripubbichiamo una bella Catechesi a Mornese del 13 agosto 2013, di María del Carmen Canales fma
È per me un segno bello della Provvidenza poter essere oggi qui, a Mornese, con voi… Avete visitato i luoghi dove Maín ha vissuto e vi sarete resi conto che Mornese è Maín e Maín è il cuore di Mornese. Ciò che avete visitato e contemplato è stata soprattutto “un’esperienza”, l’esperienza di una giovane che ha vissuto il dono totale di sé agli altri, con il cuore pieno di amore perché lo riempiva costantemente di Dio e della vita abbondante che Egli solo dona. Diceva spesso “Abbiate un cuore tutto per Dio” e voleva dire “Abbiate un cuore tutto per gli altri”.
Le esperienze vitali sono il dono migliore per scoprire che Dio c’è e che si manifesta nella vita delle persone. Ho avuto la gioia di partecipare alla GMG 2013 a Copacabana, dove si è rafforzata un’autentica cultura della comunicazione.
Maín, che avete incontrato qui a Mornese, non solo apre gli occhi sulla realtà nella quale vive, ma si proietta più in là, al di fuori di Mornese. Matura nel discepolato di Cristo e, allo stesso ritmo, diventa missionaria […] L’interesse e la curiosità su Dio segnarono la crescita di un cuore ardente e in continua ricerca […] Le case di Maín che avete visitato corrispondono alle diverse fasi della sua vita dall’infanzia alla maturità di giovane donna […] Alle sue amiche che condividevano la scelta di donarsi al Signore per qualche tempo con il voto di castità, lei con molta semplicità, ma con piena decisione e vigore “parte in quarta” e dice: “Io ho dato tutta la mia vita al Signore”. Scelse la cultura della decisione, del perenne: “Per me vivere è Cristo e morire un guadagno”. Da giovane, si era lasciata contagiare da questo amore… sa che deve uscire da se stessa per aprirsi alla solidarietà della carità e al servizio generoso di coloro che stavano soffrendo e correvano il pericolo di morire… già faceva allenamento di donazione piena, di dimenticanza di sé, di apertura alle persone bisognose di qualcuno che sapesse abbracciare la croce di Cristo. La fede per Maín è gioia: era convinta che non ci sia dono più grande, non ci sia gioia più vera, che vedere ogni cosa alla luce dell’amore di Dio. Una gioia profonda che è l’incontro con l’amore di Dio che, con tenerezza e forza, chiama a partecipare al suo disegno di bene.
Anche voi, cari amici, sapete che, quando incontrate Gesù sul serio e lasciate che la vostra vita sia trasformata da Lui e dal Vangelo, potete cambiare la società, potete cambiare l’economia, potete cambiare la politica.
Con il Signore Gesù potete dire dei sì con fedeltà e dei no con fermezza. No a tutte le forme di dipendenza che legano e rendono sterili le vostre forze di libertà, no alle schiavitù e alle ingiustizie contro tante persone umane in questo inizio del terzo millennio, no alla manipolazione della vita, no alla violenza e ad “armarsi per difendere” la pace. Sì alla volontà di cambiare, di abbattere le ingiustizie, di aprirsi all’incontro con tutti! […] L’esempio di papa Francesco rinforza per noi oggi l’esempio di don Bosco e di Maín […] Il Movimento Giovanile Salesiano, di cui fate parte, si presenti senza paura sul territorio e nella società italiana: avete molto da dire, da proporre, da condividere.
Papa Francesco ha detto ai giovani argentini: «… io voglio che vi facciate sentire nelle diocesi, voglio che si esca fuori, voglio che la Chiesa esca per le strade, voglio che ci difendiamo da tutto ciò che è mondanità, immobilismo, da ciò che è comodità, da ciò che è clericalismo, da tutto quello che è l’essere chiusi in noi stessi. Le parrocchie, le scuole, le istituzioni sono fatte per uscire fuori… Grazie per ciò che potrete fare».(1) Costruite lì, dove siete all’opera con Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, comunità autenticamente giovanili, cristiane, vive, di giovani che sanno costruire “laboratori di fede”, dove si usa il linguaggio delle metafore, che parla della quotidianità più semplice, dove si testimonia con credibilità l’amore e la cura per i piccoli, i poveri, i deboli…
Non abbiate paura dei vostri dubbi di fede: dialogate, cercate, condividete per rendere ragione della vostra speranza. Solo così matura la vostra fiducia nel Dio che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, nel Dio della comunione trinitaria. Tutti vedano la vostra gioia di credere, tocchino l’esuberanza di rivelarvi come cristiani anche in quegli ambienti dove non vi accettano facilmente come discepoli di Gesù. Se amate con tenerezza e perdonate senza indugio, se siete misericordiosi con tutti, se siete buoni con tanti vostri amici che cercano accoglienza (anche se mascherata con indifferenza, prese in giro, cinismo…) conquisterete il cuore di tanti. Siate un MGS che sforna tanti buoni, freschi, fragranti pezzi di pane per sfamare la fame di senso di tanti vostri coetanei. Come un buon pezzo di pane fresco, “lasciatevi mangiare” dalle necessità e dai bisogni di giovani, piccoli, poveri, spesso senza voce […]
Comunità giovanili autenticamente salesiane, che ‘sanno di Vangelo’, dove, con semplicità e insieme motiviamo ogni gesto e ogni parola della nostra fede. Proprio Maín in questo paese di Mornese, in queste colline, tra queste persone, sapeva contagiare di gioia di vivere, a partire dalle cose più semplici e quotidiane: il saluto, la comunicazione, l’attenzione, i pasti… riscoprendo dimensioni talvolta dimenticate, come quella del silenzio, della volontà, del sacrificio, del pudore. È in queste situazioni, cari amici, che – come a Mornese‚ possiamo oggi sviluppare e rafforzare una fede autentica e una capacità nuova di preghiera, quella “preghiera coraggiosa” di cui spesso ci parla papa Francesco, che ‘lotta’ per chiedere a Dio, seriamente e fiduciosamente, ciò che serve ai nostri fratelli e sorelle oggi. La pastorale giovanile «ha come obiettivo prioritario quello di condurre all’incontro con Gesù di Nazareth»,(2) all’incontro con il Dio narrato dall’umanità di Gesù di Nazareth.
Gesù attirava Maín, e lei, alla scuola di Gesù, imparava a lasciarsi contagiare dall’amore per gli altri, a guardarli sempre con bontà e misericordia, alla scuola di Gesù ha imparato a pregare il Padre, a orientarsi verso di Lui in ogni istante della vita, facendo di ogni azione un atto d’amore. Maín era così in sintonia con Dio che non solo lodava, ma a Lui manifestava anche il suo amore tenero e intenso, comunicandolo in modo contagioso anche alle altre persone che incontrava […] Ogni istante può essere tempo di amare Dio, di essere tutti di Dio, di mettere Cristo al centro della propria vita.
La vita di Maín cambiò proprio perché pose Cristo al centro della sua vita. È questo ciò che Papa Francesco ha detto ai giovani convenuti a Rio: «Quando c’è Dio, nel nostro cuore dimora la pace, la dolcezza, la tenerezza, il coraggio, la serenità e la gioia, che sono i frutti dello Spirito Santo (Cf Gal 5, 22); allora la nostra esistenza si trasforma, il nostro modo di pensare e di agire si rinnova, diventa il modo di pensare e di agire di Gesù, di Dio. Cari amici, la fede è rivoluzionaria e oggi ti chiedo: sei disposta, sei disposto a entrare in quest’onda rivoluzionaria della fede? Solo entrando in quest’onda la tua giovane vita acquisterà senso e così sarà feconda!»(3).
La fecondità del cuore di Maín, cuore tutto per Dio e per gli altri… ogni giorno, sin da adolescente, svolge un servizio generoso e di totale disponibilità alle necessità della sua famiglia e con sacrificio si pone in cammino verso la Chiesa parrocchiale per cercare Colui che ama. Mette Cristo nella sua vita e dà spazio alla celebrazione dell’incontro con Lui nell’Eucaristia. Vive la preghiera sistematica, coinvolgendo anche i suoi fratelli e sorelle più piccoli e i genitori. Alla sera, volgendo lo sguardo agli orizzonti ampi ed estesi dalla finestrella della cascina della Valponasca, Maín contemplava nel silenzio della preghiera e dell’adorazione, ascoltava l’invocazione, il lamento, il grido dell’umanità, di tante e tanti giovani che avevano bisogno della sua amicizia, del suo incoraggiamento, della sua testimonianza di fede.
La fecondità del cuore di Maín può diventare anche la vostra esperienza di giovani donne e uomini oggi. Tutti respiriamo un certo clima di “stagnazione”, vediamo pochi volti di bimbi attorno a noi, si pospone l’esperienza di “generare vita”, che non è solo un’esperienza biologica ed affettiva. Come MGS siamo chiamati a scegliere in modo consapevole, dettato da volontà e libertà, di generare vita, prendendosi cura soprattutto di chi è più debole, vulnerabile, meno amabile. Siamo chiamati come MGS a scegliere – non solo attraverso la genitorialità responsabile – di dare alla luce, mettere al mondo talenti, sorriso, cura, vita, dimenticandoci di noi stessi […] Lì Dio vive e si incarna.
Il MGS è questa comunità ecclesiale giovane, capace di umanizzare la società, capace di accompagnare all’incontro con il Signore Gesù e capace generare alla fede e educare alla fede, offrendo ascolto, offrendo la voce, soprattutto ai giovani che non hanno voce, offrendo presenza. Non abbiate paura di donare la vita, di porre i vostri grandi doni al servizio degli altri. Se Cristo è nella vostra vita, allora è possibile mettere Cristo nel cuore degli altri, insieme con la fede, la speranza e l’amore che il Signore Gesù ci dona. Non dimenticatevi che in Maín c’è il realismo concreto e saggio, paziente e pieno di speranza dei piccoli passi, delle scelte nel quotidiano che preparano e aprono agli orizzonti di grandi ideali.
Maín ci mostra anche un grande e fiducioso amore per Maria, l’Immacolata e Ausiliatrice: lei divenne la prima Figlia di Maria Ausiliatrice! E Maria sia anche per voi, cari amici, Aiuto e Madre. Lei, la donna della decisione, illumini la vostra mente e il vostro cuore, perché senza paura sappiate obbedire alla Parola del suo Figlio Gesù. Che Lei vi doni il coraggio della decisione, di non lasciarvi trascinare da altri che orientano la vostra vita verso mete diverse. Ricordate che la nostra gioia non è quella che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato la Persona di Gesù, che vi invita ad essere discepoli missionari nella realtà in cui vi trovate. Uscite, come Maria fece, in fretta, verso Elisabetta… uscite verso l’incontro con tutte le persone che hanno meno possibilità di voi e che sono al margine della storia.
Ascoltate e rendete vita ciò che sentite nel profondo del cuore. Non lasciate che queste giornate del Confronto trascorrano e si concludano senza progettare un impegno chiaro di fede e di servizio agli altri. Senza paura anche voi potete vivere come visse Maín. GRAZIE per l’ascolto.
di María del Carmen Canales fma
(1) FRANCESCO, Incontro con i giovani argentini. Viaggio apostolico in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, Cattedrale di San Sebastian, Rio de Janeiro, 25 luglio 2013.
(2) ISTITUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE, Perché abbiano vita e vita in abbondanza. Linee orientative della missione educativa, Leumann (Torino), Elledici 2005, n. 78.
(3) FRANCESCO, Saluto e omelia. Festa di accoglienza dei giovani – Viaggio apostolico in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, Lungomare di Copacabana, Rio di Janeiro, 25 luglio 2013.
Versione app: 3.25.0 (fe9cd7d)