Il Liceo Classico e Scientifico "Don Bosco" di Catania inizia l'avventura del concorso nazionale per giovani giornalisti "Teen Reporters". La nostra piccola grande "Redazione" ha raggiunto il 12° posto su 59 scuole d'Italia proponendo un significativo articolo dal titolo "Un'estate per...un'estate felice!". Saranno in gara per tutto l'anno scolastico proponendo tre articoli al mese.
Il Liceo Classico e Scientifico "Don Bosco" di Catania inizia l'avventura del concorso nazionale per giovani giornalisti "Teen Reporters", proposto dal sito www.cogitoetvolo.it. La nostra piccola grande "Redazione" ha raggiunto il 12° posto su 59 scuole d'Italia proponendo un significativo articolo dal titolo "Un'estate per...un'estate felice!". Ora saranno in gara per tutto l'anno scolastico proponendo tre articoli al mese.
Il detto "vivi e lascia vivere”, attribuito frequentemente ai giovani, definiti anche “la generazione bruciata”, riflette la realtà o forse no? Estate: sole, mare, amici e niente studio. Si può trascorrere una parte del proprio anno in pace, senza seccature e levatacce, solo il dolce far nulla. Ma si può chiamare vacanza? Il riposo è sacro, non c'è dubbio, con gli amici lo spasso non manca, ma alla lunga? Si può essere disposti a vivere una parte della vita così? Cambiare può essere la parola d’ordine: scommettere su qualcosa di nuovo e benefico sia per chi lo fa sia per chi lo riceve. Tre storie di adolescenti e giovani catanesi, cresciuti all'ombra di Don Bosco, tre storie controcorrente dicono che è possibile un'estate alternativa e felice! Marco, 16 anni, ha aderito alla proposta di passare l'estate ad aiutare i più piccoli e a farli divertire come animatore del Grest dell’oratorio: «All’inizio ero contrario, ma sono stato convinto dai professori e dai miei compagni. Alla fine è stato come sentirsi in famiglia». Marco racconta di come sia stato importante aver vissuto momenti di grande gioia e allegria, e di quando un bambino lo ha abbracciato dicendo: «Tu per me sei come mio papà». A far piacere non sono solo le parole, ma anche l’atteggiamento, tanto commosso da far venir voglia di mettersi in gioco l'anno prossimo. Ma questa non è solo la sua storia, è anche quella di tanti altri giovani che sono felici contribuendo alla felicità del prossimo. Francesco, 19 anni, ama leggere, fare sport e uscire con gli amici. Si alza presto, vuole godere di ogni giorno d'estate. Non sprecherà un istante delle vacanze, è deciso a divertirsi con le persone che ama. Mentre sfreccia sull'asfalto al mattino, l'unica persona a cui pensa è Arianna. Non è solo un pensiero, è una presenza discreta seduta all'ombra in un piccolo cortile, felice di vederlo arrivare. Gli occhi stanchi di lei si illuminano di gioia e un sorriso si fa largo tra le rughe. Arianna ricorda un ramo di salice, piegata a tratti su se stessa. Ogni passo è una fatica e ogni nuova fatica è un passo verso la solitudine che la vecchiaia spesso accompagna. Però oggi Francesco è arrivato di nuovo. È arrivato con la busta della spesa colma. Biscotti del panificio, latte, verdure, un po' di lattuga per la tartaruga che d'estate si fa vedere spesso e sembra osservare Francesco che stende grembiuli e strofinacci, travasa l'acqua nelle bottiglie, decifra gli importi delle bollette. La sua presenza riempie le ore. Le ore non sono tutte uguali, alcune sono immobili e non passano mai, altre invece scorrono come stormi migratori e sanno di condivisione, di compagnia, a volte di ricordo. Francesco è un ragazzo come tanti altri!
Federica e Rosario, 18 anni entrambi, sin da bambini sono entrati a far parte dell’oratorio, ormai una seconda famiglia. Che le differenze sociali tra gli individui ci siano non è un dato eliminabile, ma le esperienze formative dimostrano che non necessariamente le diversità sono un ostacolo, piuttosto, se condivise, si trasformano in ricchezze. È accaduto in un quartiere popolare di Palermo, dove i due hanno trascorso una parte di agosto per animare le attività di un oratorio cosiddetto "a rischio". «Sono stati giorni fantastici - dice Rosario - non solo stavamo in oratorio, facevamo animazione in strada ma ciò che più contava era la fraternità con le famiglie del luogo». «È bello poter donare un sorriso - aggiunge Federica - così come condividerlo nello stile di una grande famiglia, un modo diverso per trascorrere l'estate che va al di là del non saper come passare il tempo». Queste le risposte dei giovani alle accuse di essere perditempo: vivere esperienze positive in nome di valori ad oggi sempre più dimenticati e riuscire a godere della bellezza di un’età non fatta solo di egoismo. Ci insegnano che nella vita vi è bisogno di solidarietà e che il più bisognoso è colui che, nonostante viva accanto a noi, rimane ancora troppo lontano dai nostri occhi.
Ottavia Ferrara, India Arena, Paolo Parziano Liceo Classico e Scientifico "Don Bosco" - Catania
Marco Pappalardo
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