Un mese di esperienza non mi basta (Esperienza missionaria in Romania a Costanza...

La nostra attività è stata per le prime due settimane di animazione e aiuto alla “Vara impreuna”, cioè l'estate insieme, due settimane organizzate come un Grest: la mattina attività manuali ed il pomeriggio giochi con l'acqua, caccia al tesoro, giochi a squadre. Le altre due settimane, invece, oratorio libero e giochi organizzati.

Un mese di esperienza non mi basta (Esperienza missionaria in Romania a Costanza)

da Iniziative in tour

del 01 gennaio 2002

«Ho imparato ad ascoltare il mio cuore». Questo risponderei a chi mi volesse chiedere cosa è rimasto dell’esperienza appena trascorsa in Romania per il secondo anno consecutivo con i missionari salesiani.

Sono davanti al computer e sto cercando di ricordare i momenti più belli, le ore più intense vissute in Romania, gli spazi di riflessione e di preghiera, le ore in cui ho preso decisioni difficili per me e per gli altri. Mentre scrivo ora vorrei tanto trasmettervi il suono delle risate dei bimbi con cui giocavo, le danze tradizionali ballate in cerchio, l’odore di campagna e di cibo, il profumo dei piatti tipici, il colore dei vestiti e dei campi immensi di girasole. Vorrei farvi toccare la Romania e le persone che ho conosciuto. Dire che tutto questo mi manca è poco. Non esiste solo il mal d’Africa, ma anche quello della Romania!

Partecipando al secondo anno di Scuola di mondialità, un corso organizzato dal MGS Triveneto ho capito che avevo bisogno di tornare, di continuare quello che avevo fatto l’estate precedente a Bacau. 

Quest’anno sono partita con un gruppo di tre ragazzi, Elena, Giuseppe e Davide e don Claudio Zamperin, nostro responsabile salesiano. Destinazione Costanza, una cittadina turistica portuale sul mar Nero, la seconda città più grande della Romania. Costanza è una città con all’incirca 400.000 abitanti, di cui 4.000 cattolici, 7.000 musulmani ed il resto ortodossi.

I salesiani avevano aperto nel 1997 l’oratorio e poi pian piano hanno costruito una piccola grande realtà cattolica, in una città la cui maggior parte delle persone sono appunto ortodosse. I salesiani oggi offrono un centro di prima accoglienza per i ragazzi e ragazze di strada, un atelier per imparare il mestiere del sarto e dell’elettricista, corsi di alfabetizzazione e di informatica, oltre ovviamente all’oratorio. I salesiani di Costanza hanno inoltre in affidamento dei bambini, ex ragazzi di strada o con problemi particolari in famiglia.

La nostra attività è stata per le prime due settimane di animazione e aiuto alla “Vara impreuna”, cioè l’estate insieme, due settimane organizzate come un Grest: la mattina attività manuali ed il pomeriggio giochi con l’acqua, caccia al tesoro, giochi a squadre. Le altre due settimane, invece, oratorio libero e giochi organizzati.

Come si svolgeva la giornata nella comunità salesiana? Sveglia alle sette, riflessione e lodi fino alle 8.15, poi colazione e quindi l’inizio delle attività con i bambini: braccialetti, pittura su muro, pasta di sale, pittura su vetro e gesso. Poi il pranzo e quindi dalle 14.30 fino alle 17 giochi organizzati: tornei, giochi con l’acqua, olimpiadi, giochi a stand. Alle 18 la messa, i vespri. E poi: ping pong, calcetto, pallavolo, basket, calcio. Un alternarsi quindi di preghiera e gioco, riflessione e attività nella casa salesiana.

Durante il mese di esperienza, abbiamo visitato Costanza: Ovidio, la piazza principale dedicata all’autore latino, esiliato da Augusto; le spiagge per turisti stranieri come Mamaia; la cattedrale ortodossa principale, l’unica chiesa cattolica della città e la moschea. Dall’alto del minareto abbiamo visto la città ed un’immagine molto bella mi è parsa davanti: nel raggio di appena cento metri c’erano la chiesa cattolica, quella ortodossa e la moschea vicine, in una armonia e pace, speranza per un futuro più vero.

Con il gruppo non siamo rimasti però solo a Costanza, abbiamo visitato alcune città e alcuni villaggi rurali dove l’unico mezzo di trasporto, per chi era più fortunato, era il carretto con il cavallo, e l’acqua era quella del pozzo.

Utile il confronto di questa esperienza con quella dell’anno scorso. Costanza è stata meno “traumatica” e più coinvolgente: l’anno scorso per me era la prima volta che vedevo questo paese, pertanto anche il solo fatto di ambientarmi e di imparare una nuova lingua ha fatto sì che l’impatto con una nuova realtà fosse molto forte. Quest’anno invece sono partita con il desiderio vivo di rivedere la Romania e di fare nuovamente questa esperienza, di conoscere nuove persone e di riempirmi di Dio, di lasciare spazio al Signore. Quest’anno mi sono dedicata di più alle persone, ai rapporti con i bambini, all’amicizia, al saper scovare fin dentro nel mio cuore quello che veramente desidero fare e come desidero spendermi. Ho capito che un mese di esperienza non mi basta, sento che il Signore mi chiede qualcosa di più, qualcosa che avevo e ancora adesso ho paura di fare.

Il ritorno devo dire però non mi è affatto pesato, anzi sono contenta di poter continuare a testimoniare la mia esperienza, nella mia parrocchia, tra i miei amici, tra le persone. Un’esperienza insomma indimenticabile in cui il donarsi è stato un vero e proprio arricchimento personale.

Alessandra Scroccaro

Alessandra Scroccaro

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