Un mondo di bambini sfruttati e picchiati

Agghiaccianti le cifre diffuse dall'Onu e dall'Oms sulla violenza sui minori: oltre a 53mila uccisi, 223 milioni le vittime degli abusi. I soprusi sono «accettati» negli ambienti che dovrebbero tutelare l'infanzia. In 106 Paesi le punizioni corporali non sono vietate nelle scuole.

Un mondo di bambini sfruttati e picchiati

da Attualità

del 13 ottobre 2006

 

 

 

Dov’è l’infanzia? Dov’è il gioco, l’innocenza, la spensieratezza? Non tra i 53 mila bambini ammazzati nel 2002. Nemmeno tra i 223 milioni vittime di abusi sessuali. Meno che mai tra i 218 milioni che faticano nei campi, nelle fabbriche, nei cantieri. È una folla immensa di bambine e bambini violentati, sfruttati, picchiati, atterriti, non amati. Uno scenario che mette i brividi, che il «Rapporto del segretario generale delle Nazioni Unite sulla violenza sui bambini» analizza con terribile precisione. Unicef e Organizzazione mondiale della sanità lo hanno presentato in contemporanea a New York e a Roma dove sono intervenuti anche i ministri della Famiglia Rosy Bindi e della Solidarietà sociale Paolo Ferrero. Dallo studio – basato sul lavoro dell’esperto Paulo Sérgio Pinheiro – emerge che, sia pure con differenze, la violenza sui minori non conosce confini, visto che spesso è socialmente accettata perfino negli ambienti che dovrebbero tutelare l’infanzia: i genitori, i parenti, la scuola. In 106 paesi le punizioni fisiche non sono vietate a scuola, 147 non le proibiscono negli istituti di accoglienza, solo 16 ne impediscono l’uso in ambito domestico. Punizioni corporali, bullismo e violenze sessuali sono spesso percepite come normali o inevitabili.

Ambiente domestico.

In 21 paesi sviluppati il 36% delle donne e il 29% degli uomini ha raccontato di abusi sessuali nell’infanzia. Ogni anno 275 milioni di minori assiste a violenze in famiglia. Insulti, emarginazioni, umiliazioni sono violenze psicologiche che possono danneggiare lo sviluppo soprattutto se vengono da un genitore. L’abbandono è un’importante causa di mortalità. In alcuni Paesi i bambini subiscono pratiche tradizionali come mutilazioni genitali femminili, fasciature immobilizzanti, marchiature, riti di iniziazione violenti, ingrassamento forzato, matrimoni precoci, esorcismi violenti.

Nelle scuole. Solo 102 Paesi hanno messo al bando le punizioni corporali. Picchiare o frustare gli alunni è pratica ancor a diffusa. Gli stessi bambini possono essere autori di violenza: il bullismo, soprattutto se fatto di vessazioni quotidiane, lascia cicatrici profonde. Spesso non viene affrontato seriamente dalle autorità scolastiche. Vittime sono spesso studenti poveri, disabili, già emarginati. Gli stessi insegnanti sono autori di violenze sessuali.

Istituti e riformatori. Gli 8 milioni di bambini istituzionalizzati sono particolarmente a rischio. La violenza, spacciata per “disciplina”, è praticata anche con bastoni, tubi di gomma, teste sbattute al muro, chiusure in sacchi o in stanze gelide, incatenamenti, costrizioni negli escrementi. Altre volte è spacciata per “terapia”: disabili anche di 9 anni sottoposti a trattamenti elettro-convulsivi. Diffuso l’uso di tranquillanti. Un milione i minori detenuti: in 77 Paesi sono permesse le punizioni fisiche, in 31 sono previste le condanne a pene corporali. E si finisce in prigione se si “marina” la scuola.

Al lavoro. Molti esperti considerano il lavoro minorile in sé una forma di violenza. Più di 200 milioni i minori che lavorano legalmente e illegalmente, di cui 126 in lavori pericolosi. Atti di violenza sono compiuti da datori di lavoro, colleghi, clienti, agenti di polizia e – nello sfruttamento sessuale – gestori di bordelli. Il 60% delle bambine che non va a scuola sono sfruttate per lavori domestici. Spesso sono vittime di molestie sessuali. Circa 5,7 milioni di bambini – molti nell’Asia meridionale – lavorano forzatamente per estinguere un debito: è il “bonded labour”.

Nello sport, nella strada, in Internet. La competizione esasperata porta a voler plasmare i bambini: malnutrizione, allenamenti eccessivi, doping. I bambini di strada sono esposti alla violenza delle bande minorili o della polizia, allo sfruttamento sessuale o lavorativo. Droghe, alcool e armi triplicano i tassi di omicidi tra i ragazzi di 15/17 anni rispetto a quelli di 10/14. In internet i pedofili cercano di adescare minori nelle “chat room” e nei foru m per incontrarli. In Canada e Regno Unito molti studenti hanno subito molestie via e-mail o cellulare.

Almeno 53 mila bambini assassinati nel 2002 in tutto il mondo. 150 milioni di bambine e 73 milioni di maschi sottoposti nel 2002 ad abusi sessuali. 100/140 milioni di femmine nel mondo hanno subito mutilazioni genitali, 3 milioni ogni anno in Africa. 218 milioni i bambini sottoposti nel 2004 a lavoro minorile, di cui 126 milioni in attività rischiose.

Nel 2000 erano 5,7 milioni sottoposti a lavoro forzato per l'estinzione di un debito. 1,8 nel giro della prostituzione e pornografia. Ogni anno tra i 133 e 275 milioni di minori assistono a violenze in famiglia.

 

Luca Liverani

http://www.avvenire.it

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