quali sono le qualità che bisogna educare per crescere un uomo realizzato e felice? Il rischio di ogni educatore è di non avere degli obiettivi concreti e chiaramente definiti. La conseguenza è un azzardato ventaglio di interventi a vanvera.
del 24 marzo 2011
 
 
          Da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità li ha presentati, i Life Skills sono diventati celebri. È un modo concreto per rispondere alla domanda: quali sono le qualità che bisogna educare per crescere un uomo realizzato e felice?
          Il rischio di ogni educatore è di non avere degli obiettivi concreti e chiaramente definiti. La conseguenza è un azzardato ventaglio di interventi a vanvera.
          Un buon corredo per la vita invece deve essere formato da alcune precise “competenze” interiori, da promuovere e coltivare con opportuni progetti educativi fin dagli anni zero.
          Autoconsapevolezza. Una delle chiavi del successo è la capacità di analizzare se stessi. I ragazzi devono sviluppare modi per capirsi, valutarsi e accettarsi. Questo senso dell’io è della massima importanza, essenziale per ogni altro aspetto del proprio benessere mentale. Tutti i ragazzi hanno bisogno di qualcuno che regga loro lo specchio. Devono essere aiutati con pazienza, ma concreta spietatezza, a conoscere se stessi, il proprio carattere, i propri bisogni e desideri, i propri punti deboli e i propri punti forti. È la condizione indispensabile per una comunicazione efficace, per instaurare relazioni interpersonali, per sviluppare empatia nei confronti degli altri. Il rischio è quello di «avere un veicolo senza guidatore». Più tardi sarà incredibilmente arduo riparare un precario senso di sé formatosi nell’adolescenza.
          Gestione delle emozioni. La sicurezza di sé permette di conservare la propria stabilità emotiva senza bisogno dell’appoggio altrui. Le emozioni hanno un’intensità molto varia, da lieve a intensissima. Ci accompagnano costantemente: non siamo mai privi di sentimenti! Esistono quattro emozioni fondamentali: la rabbia, la paura, la tristezza e la gioia. Tutte le altre sono combinazioni di queste. Crescendo, i ragazzi devono imparare ad armonizzare la vita emotiva e le sue manifestazioni con il contesto sociale, trovando maniere costruttive per sfogare le energie che i sentimenti producono.
          Gestione dello stress. Per chi cresce, l’ansia è sempre dietro l’angolo, accentuata spesso da genitori che “sognano la perfezione”. I ragazzi devono essere capaci di saper conoscere e controllare le fonti di tensione. In questo campo i genitori contano molto. Niente rende un bambino più ansioso e depresso che una madre che continua a dirgli che potrebbe far meglio, che deve mettercela tutta. I bambini possono affrontare qualsiasi cosa, purché sappiano come comportarsi.
          Senso critico. Capacità di analizzare e valutare le situazioni, saper analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo, valutandone vantaggi e svantaggi, al fine di arrivare a una decisione più consapevole, riconoscendo e valutando i diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il comportamento, quali ad esempio le pressioni dei coetanei e l’influenza dei mass media.
          Capacità di prendere decisioni. Nessuno metterà in discussione il fatto che vorremmo preparare i nostri ragazzi a diventare bravissimi nel prendere decisioni. Molti di loro, tuttavia, e altrettanti adulti, prendono troppe decisioni in modo impulsivo. Non esaminano una sfida, né la identificano come tale per poi rallentare il pensiero e pensare come meglio affrontarla. Spesso chi non valuta i pro e i contro ricorre all’aggressione, talvolta verbale, talaltra fisica, e in alcuni casi al semplice rancore o alla resistenza passiva. Per un giovane adulto gli impulsi incontrollati possono somigliare a mine antiuomo che polverizzano le fondamenta della carriera. La tattica del processo decisionale andrebbe discussa e resa esplicita durante la crescita del bambino.
          Capacità di risolvere problemi. Il problem solving è diventato addirittura una disciplina universitaria. Permette di affrontare e risolvere in modo costruttivo i diversi problemi che, se lasciati irrisolti, possono causare stress mentale e tensioni fisiche.
          Creatività. È la capacità di affondare in modo flessibile ogni genere di situazione, saper trovare soluzioni e idee originali. È importante insegnare ai ragazzi a dedicarsi alla libera associazione di idee, avere una mente aperta e curiosa, produrre a getto continuo pensieri e formulare idee che possono essere criticate, trovare un mezzo con cui esprimere lo sforzo creativo. Ma perché il pensiero sia produttivo i ragazzi hanno bisogno di aiuto.
          Comunicazione efficace. Significa essere capaci di manifestare opinioni e desideri, bisogni e paure, esser capaci, in caso di necessità, di chiedere consiglio e aiuto. Durante le discussioni in classe, ci si imbatte in moltissimi studenti affetti da evidente dislalia e imprecisione verbale. Le loro espressioni linguistiche sembrano grattare come le marce mal sincronizzate di un’automobile e il motore della loro mente sembra sputare neri gas di scarico quando si sforzano di comunicare su un piano più alto; il vocabolario e l’appropriata costruzione delle frasi sono una fatica immane. C’è bisogno che la scuola dia un forte impulso al perfezionamento del linguaggio verbale e aiuti i ragazzi a rendersi conto che esprimere bene le idee significa migliorarle. Si potrebbe persino dire: «Come faccio a sapere che cosa penso se non provo ad esprimerlo?».
          Empatia. È ascoltare e vedere con il cuore, lasciar risuonare in se stessi la sofferenza e la gioia degli altri, mettersi con l’immaginazione al posto del prossimo. Significa accettare le diversità etniche e culturali. L’empatia cambia la regola aurea: invece di trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi, ci fa trattare gli altri come loro vorrebbero essere trattati. L’empatia è cruciale per migliorare il nostro galateo spirituale e la capacità di andare d’accordo con gli altri.
          Capacità di relazioni interpersonali. Per avere successo non basta sapere tante cose, lavorare sodo e sfornare servizi o prodotti di qualità. Bisogna piacere e dimostrare simpatia e rispetto per le persone alle quali si vuole piacere. È una questione di strategia politica. È vitale per i giovani acquisire la capacità di interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo, sapersi mettere in relazione costruttiva con gli altri, saper creare e mantenere relazioni significative. I giovani adulti vanno avvertiti che le interazioni sociali possono arrecar loro delle offese. Si renderanno conto che per prevenire il danno dovranno imparare a comunicare, a crearsi alleanze, a formarsi una reputazione e ad acquisire abilità relazionali. La creazione dei rapporti interpersonali è un processo sempre in corso che si apprende perlopiù dall’esperienza diretta.
  
Bruno Ferrero
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