Un saggio poetico sui ritmi della vita. Una contemplazione del tempo Esce in D...

'In tutto ciò che ci capita non vi è ragione di temere. Spesso ringrazio Dio per avermi reso cieco' (testimonianza di un monaco certosino nel film) Esce in DVD, edito da San Paolo e Metacinema, 'Il Grande Silenzio', film di Philip Gr√∂ning che in Germania nella stagione scorsa ha sbancato il botteghino superando persino 'Harry Potter' e sugli schermi italiani ha avuto un buon successo di pubblico e di critica

Un saggio poetico sui ritmi della vita. Una contemplazione del tempo Esce in DVD il film “Il grande silenzio”

da Attualità

del 26 ottobre 2006

Quel silenzio al cinema che fa pensare

Fuori piove e fa freddo, il primo spettacolo di un mercoledì, ma il cinema è pieno. Un film che dura quasi tre ore, praticamente muto. Un film che non genera sconcerto, né tanto meno noia. Un film ipnotico, un antidoto alle false priorità del nostro tempo. Un film in cui dall’apparente monotonia della quotidianità emerge una sola, semplice certezza: serenità. Un film ancora capace di comunicare come solo il grande cinema sa fare: ad esempio con una sequenza di primi piani tutti uguali e tutti diversi: quelli dei monaci. E tutti in silenzio. Anche in sala c’è silenzio, quello delle occasioni rare. L’uomo di oggi, distratto e incapace di parlare con la propria interiorità, trova in questo film un motivo per ripensare le sue scelte e la qualità della vita. Un film che apre il sipario su immagini mai viste, del mondo di preghiera e di silenzio della Grande Chartreuse (Francia). Ed è uno sconcertante e coraggioso tentativo di mostrare un’altra faccia del vivere e del morire ...

La telecamera ha catturato il silenzio in cui è immersa la vita del monaco, lo scorrere del tempo, immobilizzato da rari rumori e suoni e pochissime parole, sembra non obbedire alle leggi della percezione umana. Centosessanta minuti di silenzio. Interrotti appena dai rumori di una quotidianità essenziale. Il regista si sofferma spesso su gesti per noi banali, come pulire un piatto dopo aver mangiato, una porta che si apre, le campane che invitano alla preghiera, il canto della messa notturna. Niente corpi che saltano in aria, niente pallottole, esplosioni o dialoghi al vetriolo. Niente luci artificiali, niente musiche, niente voci fuori campo. È un film che penetra nell’anima come seme fecondo. I tempi del film sono gli stessi dei monaci. Chiamatelo miracolo, chiamatelo evento eccezionale, chiamatelo mistero inestricabile o come più vi aggrada, ma il fatto straordinario è che in Germania, suo paese d’origine, durante le feste di Natale ha avuto un grandissimo successo, più di tanti altri film “commerciali”.

Parliamo de Il Grande Silenzio - titolo più che mai appropriato per 162 minuti ininterrotti di pura contemplazione, con il sonoro fatto soltanto di campane che rintoccano, di salmodie notturne, di passi, di vento, di pioggia, di pochissimo altro - il film diretto e prodotto da Philip Gröning, accolto con lusinghieri apprezzamenti nei festival cinematografici in cui è stato presentato e largamente premiato.

Adesso, dopo essere stato visto sugli schermi italiani (ha incassato più di un milione di Euro), esce edito da San Paolo e Metacinema, per la sua attesissima distribuzione in DVD (dall’11 ottobre in noleggio e dal 25 ottobre in vendita). Il DVD è arricchito da alcune interviste, a card. Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; a Philip Gröning; a Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro Interdisciplinare dell’Università Lateranense; da una scheda critica di Maurizio Porro; da un commento filmato di Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose.

'Mi sono emozionato. Vedere questo film è un’esperienza unica: sono convinto che la maggior parte degli spettatori, me compreso, non sia mai stata così a lungo in completo silenzio. Il regista ci ha voluto invitare a gustare di più tutto ciò che la vita ci dà ogni giorno. La vita di questi monaci è molto dura, ma sono felici perché non sono costretti a raggiungere tutto subito. Tanta gente viene a vedere questo film, perché ha capito che costruire la propria felicità sui beni terreni è solo un’illusione' (dom Luigi Daltilia, monaco benedettino dell’Abbazia di Seregno, dopo aver visto Il Grande Silenzio).

Un fenomeno mediatico, esploso all’improvviso, senza essere preceduto da campagne promozionali che ne alimentassero l’attesa con una ben orchestrata gran cassa pubblicitaria. Il tutto reso ancor più sorprendente dal fatto che Il grande silenzio è un documentario di ben 2 ore e 42 minuti, senza commento, senza dialoghi, senza interviste, senza musiche, accompagnato soltanto da qualche didascalia e dai suoni naturali, che segue la vita monastica dell’ordine certosino all’interno della Grande Chartreuse sulle Alpi francesi nei pressi di Grenoble. La pellicola racconta dei sei mesi trascorsi dal regista nel monastero della Grande Chartreuse, nelle Alpi francesi, per fotografare la vita dei monaci certosini: i monaci del famoso monastero hanno accettato ma a una condizione, che anche lui entrasse in clausura per cinque mesi e che osservasse con loro la regola del silenzio. Una regola che viene rotta solo per pregare e per cantare. Il contratto prevede che per almeno 7 anni non verrà permesso di girare alcun altro film nel monastero. Comunque, considerato che fino a questo momento non era mai stato dato il permesso di girare, questo film potrebbe rimanere unico.

Probabilmente la rigorosa semplicità di vita della Grande Chartreuse ha sedotto e incantato il pubblico tedesco, il quale deve essersi accorto che non c’è bisogno della New Age, del buddismo o di altre filosofie orientali per spogliarsi di tutti gli orpelli del mondo e raggiungere uno stato di pace che, soltanto lo si voglia, è a portata di mano anche in casa nostra. Il Grande Silenzio è segno d’una domanda dei tempi, se al suo silenzio contemplativo conquista tanti spettatori. Per coincidenza, negli stessi giorni in cui il film usciva nei cinema italiani, c’era in Italia e nel mondo una crescente attenzione al monachesimo certosino (in Argentina, il quotidiano Clarín pubblicava una grande inchiesta sull’unica certosa di quel paese, l’editoria italiana metteva in vendita diverse opere sull’argomento…)

 

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