Una buona notte speciale da parte della Madre Generale

Con la GMG abbiamo vissuto una grande esperienza di salesianità all'interno di un'esperienza ecclesiale, e questo mi sembra che sia un segno molto bello, perché il nostro carisma è un dono per la Chiesa! È vero: la spiritualità giovanile salesiana porta alla profondità, all'incontro con Gesù! E porta alla santità!

Una buona notte speciale da parte della Madre Generale

da Madre Generale

del 29 settembre 2011

 

Buona notte della Madre Generale al ritorno dell'esperienza della GMG - 24 Agosto 2011

 

          Ho pensato di condividere un pò con voi l’esperienza che abbiamo appena vissuto a Madrid, in modo da non lasciare passare troppo il tempo.

          Penso di poter dire che l’esperienza è stata un evento molto grande di salesianità e anche un’esperienza ecclesiale. Questo mi sembra sia un segno molto bello, perché il nostro carisma è un dono per la Chiesa, un dono che è caratteristico, che è una luce e un colore particolare della Parola di Dio, attraverso lo spirito e il carisma dati a don Bosco e a Madre Mazzarello e, adesso, a noi.

Perché un’esperienza di salesianità all’interno di un’esperienza ecclesiale?

          Perché per la prima volta c’è stata l’esperienza di un incontro del Movimento Giovanile Salesiano, all’interno di queste giornate: un incontro ufficiale. Prima c’erano sì dei giovani dei nostri ambienti che partecipavano, però non c’era mai stata una collocazione precisa, per una giornata intera del Movimento Giovanile Salesiano. Ci siamo ritrovati in 7 mila giovani, provenienti da 50 nazioni del mondo, provenienti dagli ambienti delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei Salesiani. Anzi, i giovani dai nostri ambienti erano di più, perché alcuni sono andati con le diocesi e alcune nostre sorelle li hanno accompagnati, tant’è che alla veglia della sera del 17 agosto, giornata del Movimento Giovanile Salesiano, eravamo in 11 mila giovani. Il Rettor Maggiore sottolineava che a Sidney, i giovani del Movimento erano 500. Questa volta erano 7 mila e più. E ha ringraziato per questo sforzo e anche per questo potenziamento dell’esperienza.

Un’esperienza di salesianità per diversi motivi.

          Primo, perché tutti i giovani sono stati accolti nelle case dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sia nelle scuole nostre che in quelle dei Salesiani. Perciò le scuole avevano 500-800 giovani ospitati nelle proprie aule e classi, che erano state liberate per accoglierli. È  stata un’esperienza particolarmente significativa: i giovani arrivando da qualunque parte del mondo, dai posti più lontani, come dall’Australia o dall’Africa o dall’America, si sono ritrovati in una casa salesiana con lo stesso spirito! Questo li ha colpiti molto. Tanti hanno sottolineato soprattutto l’accoglienza delle Sorelle e dei Salesiani. Ed effettivamente abbiamo potuto vedere una disponibilità completa delle nostre Sorelle e dei Salesiani, qualunque era l’età e a qualunque ora i giovani arrivavano. Per qualsiasi cosa di cui avevano bisogno, erano là. L’hanno fatto con gioia, con serenità e con pace, creando questo clima di accoglienza che ha toccato molto i giovani!

          E veramente abbiamo fatto esperienza che questo carisma è vivo, perché questa assistenza, questo stare in mezzo ai giovani, senza tener conto del sacrificio e delle difficoltà di essere là, è ben vivo oggi! E lo stesso vale per le Sorelle e per i Salesiani che hanno accompagnato i giovani, venendo da diverse parti del mondo. Dunque il fatto di ricevere con gioia i giovani, è stato un grande aspetto di salesianità: questa disponibilità, questa accoglienza e questa assistenza continua!

          La mattina del 17 agosto i giovani hanno vissuto un tempo di riflessione e di condivisione nell’esperienza del forum di circa 200 persone dove due giovani, rappresentanti di ogni nazione, un SDB e una FMA, hanno partecipato nei loro gruppi linguistici, quale fosse la loro esperienza del Movimento Giovanile Salesiano e che cosa questa esperienza dona a loro e poi che cosa vedevano per il loro futuro. Dopo questa esperienza di gruppo, che è stata di interessante interscambio, c’è stato un dialogo con il Rettor Maggiore e con me. Loro avevano preparato alcune domande che ci hanno posto e alle quali poi io e il Rettor Maggiore abbiamo risposto. Questo tempo di riflessione, che è durato tutta la mattinata, si è concluso con un’Eucarestia molto ben preparata. Significativa è stata la presenza di un Salesiano e di almeno un giovane, provenienti dal nuovo stato del Sud Sudan! Al termine dell’Eucarestia, il Salesiano del Sud Sudan ha cantato un canto che aveva espressamente composto. È stato un tempo di preghiera, di riflessione e di condivisione profonda, perché i giovani hanno fatto anche delle domande molto serie. Per esempio ci hanno chiesto come noi vediamo il fatto che i giovani possono coinvolgersi nella Chiesa, nel mondo; che cosa la Famiglia Salesiana propone loro o cosa si aspetta da loro…

          Un altro momento forte di preghiera è stata la veglia del 17 sera. Come ho detto prima, c’erano circa 11 mila giovani nel cortile dei Salesiani. È stato un clima indescrivibile. Io sono rimasta senza parole.

          Tanti giovani provenienti da tutto il mondo, raggruppati in un unico spazio, per pregare insieme! La veglia è stata preparata molto bene: combinando bene la parte artistica, la bellezza, con la riflessione, la preghiera, il canto, la musica. È stato un crescendo che preparato i giovani progressivamente dall’accogliere la croce ad accogliere la Parola per finire con l’accogliere l’Eucarestia in un momento di Adorazione nel silenzio più completo.

          Era impressionante vedere questo. E ho detto ai giovani in quel momento “questo è un miracolo!”. Vedere qui i giovani di tutto il mondo, in questo cortile. Siamo di lingue diverse, siamo di colore diverso, però tutti ci sentiamo un’unica famiglia, tutti ci sentiamo come se ci conoscessimo da sempre. Tutti ci sentiamo con lo stesso spirito, con la stessa comunione tra di noi! E questo vuol dire che la pace è possibile nel mondo, perché se noi la stiamo vivendo, vuol dire che è possibile con la presenza di Gesù! Riconoscere  e accogliere insieme questa presenza dell’Eucarestia è stato un momento molto forte! È frutto certamente della preparazione della veglia, molto ben preparata dalla commissione che ne era incaricata. È stato frutto anche della precedente preparazione dei giovani; perché un atteggiamento così non si improvvisa. Anche perché faceva molto caldo, e tanti avevano fatto molte cose durante la giornata… E poi è stato frutto anche del modo di guidarla. In questo momento, dunque, si è sentita veramente la presenza del Signore.

          È vero che la spiritualità giovanile salesiana porta alla profondità, all’incontro con Gesù! E porta alla santità! Il richiamo alla santità è stato fatto molte volte, sia in quel momento, sia durante le catechesi, sia in altri diversi momenti. La santità giovanile è stata presentata più volte, anche da parte di Vescovi non Salesiani, che facevano le catechesi nelle parrocchie. Come modelli di santità giovanile: San Domenico Savio, Beata Laura Vicuña, Beato Zeffirino Namuncurá! Dunque sono segni di come la spiritualità salesiana porta alla santità!

          Abbiamo visto che tutti i momenti sono stati preparati in comune dalla Famiglia Salesiana: Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e Salesiani Cooperatori. La Famiglia salesiana, oggi, è capace di portare i giovani alla profondità; è capace di portarli all’incontro con Gesù, è capace di proporre a loro questo cammino, che allo stesso tempo è un cammino di impegno, perché la spiritualità salesiana è anche la spiritualità del dono nella vita quotidiana.

          Dunque i momenti di preghiera. Avrete visto forse in televisione i numerosi confessionali a forma di vela, quasi duecento, dove c’erano continuamente sacerdoti a disposizione per le confessioni. Nella celebrazione penitenziale è stato detto che «ci sono davvero dei giovani che vengono, non solo per confessarsi, ma per cercare un cammino di santità». Dunque nei giovani di oggi c’è questa dimensione forte! L’insieme delle giornate è stato anche un’esperienza ecclesiale, perché due milioni di giovani, arrivando da tutto il mondo, sono stati anche un popolo, un popolo multilinguistico. In questi giovani si percepiva una pace, un’allegria! Essi hanno cambiato la vita di Madrid in questo momento! Nelle metropolitane, nelle strade cantavano, parlavano, condividevano un pò con chiunque, e la gente rimaneva là, a guardare. C’è stata anche qualche manifestazione di gruppi laici contrari, ma la massa di questi giovani è stata più forte! I nostri giovani non sono rimasti turbati; sono rimasti pacifici e allegri; dunque non c’è stata alcuna conseguenza. Anche se nelle metropolitane, per esempio, alcuni dicevano parole non particolarmente gentili nei confronti della Chiesa, del Papa, o anche di noi, tutto ciò non aveva presa; difficile sarebbe stato invece se, contrariamente, qualcuno si fosse messo a litigare. Dunque, vedere questa forza ha rappresentato per i giovani una grande presenza ecclesiale!

          I giovani hanno preso coscienza che il Movimento Giovanile Salesiano non è una piccola cosa che riguarda un corridoio, una casa e un angolo. Quando si sono trovati in 11 mila, hanno capito che tutto il mondo è incluso in questo Movimento, in questo carisma. Hanno capito che questo carisma è molto forte per i giovani, e arriva in tutte le parti del mondo! E sono ripartiti con una nuova speranza, con una nuova forza per testimoniare la loro fede e per desiderare di comunicarla. Ed è stato vero per tutti i giovani, perché lo abbiamo visto con l’accoglienza del Papa. Ho voluto andare in mezzo ai giovani in questi momenti, e ho visto un’accoglienza calda, si sentiva l’affetto. Certo, alcuni erano lontani, però il Papa era là, e si respirava questo clima, questo desiderio dei giovani di far sentire al Papa la loro presenza. Il Papa ha detto che le Giornate Mondiali sono come una cascata di luce. Lui sorrideva ai giovani con tanta speranza, con tanto amore e con tanta gioia. Certamente è stata un’esperienza di Chiesa, perché lì era presente la Chiesa universale. E per noi, il fatto di essere in mezzo a tutti i giovani, è stata una bella esperienza! La presenza del Rettor Maggiore e quella mia penso siano stati il simbolo dell’attenzione della Famiglia Salesiana e delle nostre due Congregazioni. Questa attenzione della Pastorale Giovanile è stata caratterizzata allo stesso tempo sia dalla spiritualità salesiana sia come dono della Chiesa.

          Le diverse proposte emerse dalle catechesi e i momenti di preghiera, sono stati molto seguiti dai giovani. C’è stato anche un festival della vita consacrata: è stato bellissimo! Sono stata con 14 mila persone giovani, partecipando a questo festival, preparato dalla Confederazione della Vita Religiosa in Spagna. Hanno presentato anche un bel volto della vita religiosa. In questo parco di Madrid avevano allestito alcuni stands vocazionali. Il nostro stand, fatto come Famiglia Salesiana, era stato preparato dai Salesiani, dalle FMA e dai Salesiani Cooperatori. E vi era sempre presente almeno un componente di questa nostra Famiglia. Sono stata là quasi per due ore e mezza, e ho visto molti nostri giovani, che facevano foto, che parlavano… Il Salesiano che stava presso lo stand mi aveva detto che nella prima giornata, il 16 agosto, si erano fermati molti giovani, da una lato per prendere sussidi e materiale vario, dall’altro anche per parlare. Ci sono stati molti giovani dell’Europa che dicevano di non saper con chi parlare. E tra questi giovani ci sono stati molti che sentivano il bisogno di impegnarsi, come laici o anche in una vocazione più speciale come quella di una vita consacrata o sacerdotale. Perciò in questi numerosissimi stands vocazionali di tante congregazioni e di diversi gruppi, c’è stata anche l’occasione di condivisione, di presenza e di conoscenza.

          Penso che questa grande esperienza di Chiesa sia stata anche un momento di trasformazione della città di Madrid; ma è stato un momento di trasformazione anche di tutti i giovani che vi hanno partecipato, per la stessa esperienza da loro fatta. E alcuni mi dicevano che probabilmente, una volta tornati, si renderanno conto ancora di più dell’esperienza da loro vissuta. Ho incontrato molti di loro per strada, che probabilmente mi avevano visto precedentemente o su un sito, o sui volantini del proprio oratorio, che mi dicevano: “La Madre Generale, non solo sul sito, ma anche qui!”. Penso sia un grande segno dell’amore dei giovani! C’era un ragazzo del gruppo di giovani siciliani in Plaza de Cibeles, dove il Papa doveva arrivare, che ha chiamato la direttrice del suo centro in modo che lo raggiungesse immediatamente per parlare con me! Se non è bello questo! Lui era così contento, che ha voluto far partecipe di questa sua gioia, la direttrice della casa e un’altra sorella! Sono dei segni, che ci mostrano come i giovani siano molto sensibili alla presenza, alla vicinanza, alla relazione. E si sentono famiglia. Questo per me è stata una grande speranza, perché qualche volta noi diciamo “Cosa facciamo…ecc ecc..”. E lì è stato in realtà un po’ come una rivelazione.

          Un’altra fatto che mi è successo: quando sono stata a Częstochowa, nei giorni precedenti alla GMG, per il Congresso Mariano Internazionale, mi si è avvicinata una giovane che aveva studiato Scuola per interpreti, e mi ha detto “Madre, io ti voglio dire una cosa. Ti voglio dire che l’unico amore materno che ho conosciuto è dalle Figlie di Maria Ausiliatrice”. Ha voluto dirmi questo. Io l’ho detto alle Sorelle della Polonia. Questi sono come piccoli segni di luce che il Signore ci dà in alcuni momenti per dirci di andare avanti. “State lavorando bene, continuate, anzi potenziate la vostra donazione ai giovani, perché Io ci sono, e attraverso di voi Io faccio capire quello che voglio far capire loro”. Ad alcune Sorelle giovani che dicevano che il carisma sta morendo, io dicevo “Non è vero!”. E dicevano “Sì, è vero”, e io controbattevo: “No! Non è vero!”. Perché è evidente che con tutta questa gioventù c’è un grande potenziale di forza! Dicevo ai giovani: “Vedete quanto i giovani della Famiglia salesiana, uniti a tutti i giovani della Chiesa, sono una forza; che forza siamo! E ciascuno di noi è una piccola risorsa di questa grande forza! Uniti tutti insieme in questa grande rete, siamo una grande forza di trasformazione per il mondo!”. Anche se siamo modeste… e dobbiamo essere modeste… Però è vero! Ho incontrato un Vescovo all’aeroporto di Madrid che mi ha chiesto se fossi riuscita a portare alcuni giovani. Io l’ho guardato e gli ho detto: “Sì, Eccellenza, dall’Italia i giovani erano un gran buon numero e dal mondo erano 7 mila”. Mi guarda e mi dice: “Davvero?!?” “Sì, Eccellenza, anche di più… perché alcuni sono arrivati con le diocesi. Una sera ci siamo ritrovati in 11 mila”. “Dalle vostre scuole?” “Sì, Eccellenza”. “Allora meritate una medaglia!”

          Il Movimento Giovanile Salesiano non è stato nominato pubblicamente, però c’era! L’importante è che ci sia e che abbia preso coscienza che il Movimento ha un’identità, che il Movimento esiste, e non è soltanto un’idea, solo per pochi. E il Movimento prenderà più forza da questa esperienza, perché i giovani hanno capito meglio cosa sia il Movimento Giovanile Salesiano! Dunque, penso che per tutte noi è importante non far sentire i giovani soli, specialmente nei paesi in cui tutto è più difficile, nei quali la secolarizzazione è più avanzata; paesi nei quali vedere questa manifestazione di fede dà forza per manifestare la propria identità. E il Papa stesso lo diceva. Dicevo a qualche giovane: “Non è facile quando siete da soli, però se vi mettete insieme, condividete come vivete la vostra fede, come condividete la Parola, come potete vivere oggi il Vangelo, che è anche socialmente una forza di trasformazione, e come anche l’educazione è importante!”. Speriamo anche che ci sia, e sicuramente ci sarà, una fecondità vocazionale di tutte le vocazioni, perché delle giornate così non possono lasciare indifferenti! E questo si sentiva!

          E allora dobbiamo pregare don Bosco e madre Mazzarello, che sono ancora buone guide oggi, attraverso i loro figli e le loro figlie, e anche attraverso i giovani stessi, i giovani animatori…

          I giovani del Piemonte, di Torino, mi dicevano che l’esperienza fatta alla veglia del 17, dà loro voglia di ri-vivere un’esperienza di questo tipo. E adesso noi dobbiamo cominciare a ripensare al 2015, in cui il Rettor Maggiore ha già proiettato una concentrazione di giovani di tutto il mondo al Colle don Bosco e a Torino. Loro dicevano che alla luce di questa esperienza non possono fare a meno, questa è una qualità che si sentono di dover seguire. È vero: tutte le esperienze, se rese profonde e interiorizzate, fanno scuola e ci incoraggiano!

          Io mi sono sentita rinnovata nella speranza. Ora vi sto dicendo qualche parola, però il più profondo non lo posso dire, perché è stato vissuto ed è qualcosa che tocca il Mistero, che tocca la Presenza di Dio. Mi ha dato tanta fiducia per il cammino delle nostre Congregazioni! Quando ci vedono insieme, Salesiani e FMA, penso siamo un grande segno per i giovani, c’è poco da dire. È un segno! Credo ci sia stata grande fraternità! A Madrid i SDB e le FMA hanno partecipato a tutti gli incontri di preparazione a livello diocesano, vuol dire che sono stati presenti! Tutto è stato coordinato e integrato, non è stato qualcosa a parte che noi ci organizziamo e poi… C’è stato questo atteggiamento, che penso abbia giovato molto all’identità, anche per rafforzare i giovani in questo grande ambiente ecclesiale! Allora che questa esperienza non rimanga esterna a noi! Facciamola nostra, perché noi siamo la Chiesa! Facciamola nostra accogliendo il dono della Grazia, che è il carisma.

          La fede “radioattiva” deve irradiare! Che questa fede sia prima di tutto in noi tra di noi; da noi ai giovani! Credere che il nostro carisma è oggi risposta ai giovani! Non avere paura di fare le proposte, non avere paura di andare loro incontro, di accoglierli e soprattutto di portarli nella nostra preghiera! Tra di noi c’è chi è più in contatto diretto e chi meno, però noi, qui, siamo tutte in contatto diretto-diretto, attraverso la preghiera e la nostra esistenza donata per loro! Dunque che questo ci rafforzi sempre! “Da mihi animas, caetera tolle”: quello che ci importa sia sempre il Regno di Dio! Non dobbiamo perderci in cose che ci fanno perdere energie, che ci stancano per niente, che ci fanno perdere tempo… no! Coltiviamo dentro di noi questo “Da mihi animas, caetera tolle” di don Bosco, e viviamolo nel quotidiano, nella nostra vita, nella nostra preghiera, nel nostro modo di donarci, nel coltivare questo cammino di santità in noi stesse, chiedendo al Signore di aumentare la nostra fede, di mettere in noi il Suo Amore, e di lasciarLo irradiare, lasciare che Lui stesso lo faccia irradiare attorno a noi.

          Alla GMG ho visto molti giovani, provenienti da diverse parti e Ispettorie del mondo. C’erano il Brasile, il Centro-America, l’Etiopia, lo Zambia, il Sud Africa, l’Angola, il Congo, l’India, il Giappone, le Filippine in grande quantità; c’era l’Australia, la Corea, la Cina, altre diverse nazioni dell’America: Stati Uniti e Canada. I giovani dell’Australia erano abbastanza numerosi, anche perché la scorsa GMG è stata fatta a Sidney, perciò vi era una buona rappresentanza. Al forum della mattina del 17 agosto, c’ era una giovane australiana che chiedeva come fare per sostenere la fede, quale consiglio dare ai giovani dell’Australia, in questa cultura così secolarizzata. I giovani sentono il desiderio di poter approfondire la propria fede e di esprimerla. C’erano poi giovani di altri contesti, dell’Europa dell’Est. Numerosi poi i giovani dell’Italia, della Spagna. I giovani che sono stati accolti nelle diverse diocesi della Spagna, hanno fatto una bellissima esperienza nelle famiglie Hanno pianto quando si sono separati. C’è stata una vera e propria irradiazione all’interno della stessa Spagna e del Portogallo.

Il fatto di potersi trovare da tante parti del mondo e di essere contenti di riconoscersi è stato un grande segno di famiglia.

Allora conserviamo questo bellissimo spirito di famiglia; è un dono e una chiamata a curarlo sempre di più e a curare la qualità della nostra vita, perché notiamo che questo cammino di evangelizzazione porta i suoi frutti.

Allora vi ringrazio sorelle e vi auguro buona notte!

Madre Generale, suor Yvonne Reungoat (La buona notte mantiene lo stile spontaneo, discorsivo di famiglia.Non è stata rivista dalla Madre)  

Madre Yvonne Reungoat

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