Ogni giorno ha proprio la sua croce. Qualcuna ci capita addosso senza volerla, altre le andiamo a cercare noi con la nostra cattiveria. O la si rifiuta, ma non è facile perché è sempre lì a ricordarti il dispiacere o il dolore; ti ci puoi ribellare, ma non la cambi in felicità, non la togli; la puoi ignorare, ma ad ogni risveglio te la senti davanti
del 10 novembre 2006
 
Non occorre troppo fantasia o ragionamento per avvertire che ogni giornata si porta qualche affanno. Ti sembra di essere appena uscito da una emergenza e te ne capita un’altra; quando tutti in casa sembra stiano bene, facciano giudizio, siano a posto, sono i tuoi amici che stanno nei guai e ti chiedono partecipazione; quando sembra tutto pacifico sei tu che non carburi più e ti trovi impigliato in cose che non volevi.
Ogni giorno ha proprio la sua croce. Qualcuna ci capita addosso senza volerla, altre le andiamo a cercare noi con la nostra cattiveria. O la si rifiuta, ma non è facile perché è sempre lì a ricordarti il dispiacere o il dolore; ti ci puoi ribellare, ma non la cambi in felicità, non la togli; la puoi ignorare, ma ad ogni risveglio te la senti davanti. Qualcuno la fugge, si ubriaca per dimenticare, si droga per nascondere a sé soprattutto la sua incapacità di reagire, la sua paura di vivere; qualcuno la butta sulle spalle degli altri credendo di potersene tirare fuori. Gli può anche andar bene per tutta la vita, ma sarà sempre uno sfruttatore, non un uomo.
Gesù è di un altro avviso: occorre caricarsela sulle spalle e passare attraverso il dolore. Se Lui che è l’innocente, che non ha fatto del male a nessuno se l’è caricata sulle spalle, ogni cristiano ha davanti questa proposta scandalosa: deve fare come ha fatto lui. La croce allora la si può accettare, la si può trapassare con dignità, la si può portare per vincere. Nessuno di noi ama la croce, ma ama quell’amore che sta sulla croce, un amore per gli altri.
Vedremo che la croce ci aiuta a crescere, a valutare con saggezza la vita, a purificare le nostre paranoie, a capire che le cose vere da guadagnare e da non perdere sono altre rispetto a tante preoccupazioni inutili che abbiamo. Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso? Se non è capace di stare dalla parte delle cose vere della vita, se continua a ingannare e ingannarsi. Accogliere la concretezza della vita quotidiana come dono di Dio sempre, ci aprirà alla speranza che la croce è solo un passaggio, non è mai un fatto definitivo.
Ma questa speranza dove la trovo?
mons. Domenico Sigalini
Versione app: 3.25.0 (fe9cd7d)