Le suore salesiane di Cremisan (Betlemme) raccontano la loro esperienza. «Moralmente sono tutti a terra, ma è logico che a soffrirne di più, sotto tutti gli aspetti, è sempre la parte più debole, ed è qui che si è inserita la nostra missione...».
del 01 ottobre 2010
          “Una piccola oasi in un deserto infuocato, o, se vuoi, una piccola isola in un mare in burrasca”
          Così una ragazza del nostro C.G. ha definito la nostra opera. In realtà è un piccolo seme gettato nei solchi di questa travagliata Terra Santa, dove si parla assai più di odio che di amore, di morte che di vita. 
          La nostra situazione si fa ogni giorno più, un garbuglio di violenze e di sfiducia. Palestinesi e Israeliani si trovano a vivere, gomito a gomito, in un crescente stato di terrore e di sofferenze. Ma fino a quando…?
          Ormai è difficile dire: poverini questi o poverini quelli, da ambo le parti l’angoscia è di casa, e ne hanno di che…e quando sembra di poter sperare in una nuova possibilità d’incontro, c’è qualche frangia estremista che ha interesse di farla saltare…
          Moralmente sono tutti a terra, ma è logico che a soffrirne di più, sotto tutti gli aspetti, è sempre la parte più debole, ed è qui che si è inserita la nostra missione, la missione stessa di D. Bosco: “…fino all’ultimo mio respiro per i giovani più poveri..” “…pronto ad affrontare per loro ogni disturbo…ogni fatica…”
          Accogliamo i piccoli alla scuola materna senza distinzione di religione o di condizione sociale, anzi, questa dà diritto ai più poveri tra i poveri.. sicure che la Provvidenza si alza ogni mattina prima di noi: parenti amici, compaesani, persone buone che credono ai piccoli semi seminati con amore. Anche noi ci crediamo, eccome!!!
          Nella preghiera, nelle attività, nel gioco, puntiamo molto sull’educazione al perdono, alla condivisione, al rispetto, all’amicizia… con fiducia e speranza doniamo tempo e cuore per formare in loro un terreno buono e ricco, pronto alla semina. Tramite questi piccoli, sentiamo che va formandosi, anche tra famiglie, un clima di fiducia e di rispetto che oltrepassa i confini della religione. Crediamo sia molto importante per il futuro di questo paese perché, nonostante tutto, vogliamo credere che un futuro migliore ci sarà anche per la terra di Gesù.
          “L’educazione è cosa di cuore…chi sa di essere amato, ama; e chi è amato ottiene tutto specialmente dai giovani.” È quanto cerchiamo di fare alla Scuola di Recupero: bimbi intelligenti e buoni, ma totalmente trascurati… lasciati in balia di se stessi, saranno i terroristi di domani. Conquistando il loro cuore riusciamo ad afferrare anche la loro volontà, ad impegnare la loro intelligenza, aiutandoli a liberarsi dalla schiavitù dell’ignoranza. I risultati sono ottimi: alcuni hanno fatto un salto di “qualità” da suscitare la gelosia dei compagni.
          Anche i familiari e gli insegnanti hanno dovuto ammettere di non avere figli e alunni deficienti ma solo molto trascurati…! I meno entusiasti sono i loro capi religiosi perché, distruggendo la loro ignoranza, distruggiamo la materia prima indispensabile per formare kamikaze…
          La scuola è riconosciuta (e molto apprezzata) dal Centro dell’Educazione Palestinese e, la mano lunga di Dio che la sostiene finanziariamente, si chiama”Aleimar”, una Onlus che si occupa di adozioni a distanza. Paga le insegnanti e parte dei viaggi in pulmino che trasporta i bimbi. Una vera benedizione.
          “In ogni giovane c’è un punto accessibile al bene; basta scoprirlo…” E questo vale per tutti, Cristiani e Musulmani. Noi lo scopriamo soprattutto al Centro Giovanile.
          Qui abbiamo un valido aiuto nella presenza dei chierici Salesiani dello Studentato Teologico di Ratisbonne che, con amore, disponibilità e fantasia, sanno farsi tutto a tutti…! I giovani “…non basta amarli: occorre che loro si accorgano di essere amati”. E si crea l’amicizia.
          Oltre allo svago, e alla possibilità di sviluppare le loro doti artistiche e musicali, cerchiamo di dar loro una formazione morale e, al di sopra di tutto, la convinzione sperimentata, che DIO UNICO in cui tutti crediamo, ci vuole uniti e felici.
          Questo lo offriamo loro tramite il Progetto Educativo. Ogni anno, secondo la situazione, scegliamo una favola, un romanzo per ragazzi, e lo traduciamo in percorsi di vita tramite incontri formativi e impegni concreti (le varie calamità nei vari posti del mondo hanno sempre avuto una forte eco nel cuore dei nostri ragazzi e bambini). Molto puntiamo su esperienze di amicizia sincera e duratura che ignora la differenza di religione e la situazione sociale.
          Abbiamo un gruppetto di animatrici “meraviglioso”! Cristiane, ortodosse e musulmane. Sono 14 e sono una! Ci frequentano dall’età di 8/9 anni e ora sono alla terza Liceo, I e II anno di università e già due laureate. Ci aiutano molto e sanno farsi valere con piccoli e grandi, specialmente nei mesi estivi, giugno e luglio, quando il C.G. si trasforma in Campo Scuola quotidiano… Senza di loro saremmo fritte!
          Hanno una profondità spirituale sorprendente che le aiuta a superare il soffocamento della situazione che hanno definito così: “un caos che ci sommerge, qualcosa che non è noi ma, nostro malgrado, ci possiede: rancore, vendetta, voglia di schiacciare, di scoppiare… confusione fra bene e male… parli di pace? Sei un’illusa! Parli di perdono? Sei un debole! Parli di condivisione? Sei un traditore! E ti vien voglia di mollare, di lasciar perdere, di fare come tutti… ma qualcosa ci ha prese dentro: come un raggio di luce e calore che segna il nostro cammino: un cammino di VERITÀ E GIUSTIZIA, di MISERICORDIA e AMORE che solo può condurci verso la vera PACE.”Sono parole loro…!
          L’ultima piccola opera si è aggiunta in questo tempo di semicarestia. Lavoro di ricamo per le mamme Palestinesi che Milano compra e paga bene.. tramite il gruppo Aleimar, e, a turno, giornate di lavoro nell’orto per alcuni papà: chi dissoda, chi ara, chi semina…e, spesso e sovente, assieme raccolgono e portano a casa un buon companatico, oltre la loro paga giornaliera.
          Sulla collina dietro la nostra casa, da tempo ha cominciato a estendersi la rete spinata che dovrebbe segnare il confine con la zona araba. Dico “segnare il confine” e non chiudere il passaggio, perché questo il cielo non lo permetterà! Le autorità Israeliane ci hanno assicurato che la nostra missione non sarà ostacolata e continuerà ad essere così com’è. E noi aggiungiamo: senza nessun muro né confine…! Abbiamo la consapevolezza di essere una piccola goccia di speranza e di aiuto in un mare di sofferenze e di necessità. Ma non vogliamo che questa piccola goccia venga a mancare e con i nostri giovani, continuiamo a pregare, sperare e credere che tutto può cambiare.
          “La speranza che non deve venir meno è che Israele ascolti la voce degli oppressi e ricordi la sua vocazione di “luce per le nazioni” (Is 49,6), di popolo attraverso il quale saranno benedette tutte le generazioni”!!!??? (Vedi “Testimoni” 15/01/2007).
Per questo preghiamo: Israele e Palestina trovino una via diversa da quella intrapresa, usino intelligenza e umanità per valutarne tutte le conseguenze, e la FEDE nell’UNICO DIO che ci affratella tutti e che appelliamo il DIO della MISERICORDIA e dell’AMORE, guidi i passi dei responsabili dei due popoli nella ricerca e attuazione di ciò che può essere il vero bene per tutti!
“Verrà un giorno in cuinon ci saranno più frontiere,né confini, né bandiere, né città.E l’unico passaporto sarà il Cuore!”
FMA di Cremisan
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