84° anniversario dei Patti Lateranensi e 29° del successivo accordo. Siamo di fronte quasi ad una riserva di valori, e di possibilità, che può aiutarci a limitare le derive individualiste che si intravedono in alcuni Paesi e mettono a rischio principi essenziali, acquisiti nel corso di una lunga evoluzione storica, cristiana e civile...
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I Patti Lateranensi, di cui si celebra quest’anno l’84° anniversario, hanno assunto con il passare dei decenni significati nuovi, oltre quelli originari e stabili nel tempo: soluzione della Questione Romana agli occhi del mondo, disciplina positiva delle relazioni tra Stato e Chiesa cattolica. Negli anni del regime autoritario, per generale riconoscimento degli storici, l’Accordo ha consentito alla Chiesa di difendere importanti spazi di libertà, formare una classe dirigente capace di assumere, con altre forze sociali, la direzione dello Stato all’atto della ricostruzione del Paese, chiudere il capitolo di vecchi conflitti ereditati dall’Ottocento e ormai privi di senso. La svolta storica del 1984 ha riformato il Concordato del 1929, armonizzando l’insieme della legislazione ecclesiastica con i princìpi costituzionali, e ha aperto la stagione delle Intese con altre confessioni che si è sviluppata negli anni successivi, intrecciandosi con il più recente fenomeno dell’immigrazione. Attualmente, in Italia, ogni culto organizzato ha già ottenuto, o avrà in tempi ragionevoli, una condizione giuridica analoga a quella delle altre, ispirata ai principi del Concordato.
Gli Accordi del 1984 hanno prodotto nuovi effetti, che ne fanno risaltare il valore storico permanente. Il Concordato italiano, la sua ispirazione ideale, i contenuti essenziali, compreso quello finanziario, hanno fatto scuola in Europa. Essi sono stati utilizzati nella riforma di alcuni Concordati nell’Europa occidentale e in numerosi accordi stipulati con la Chiesa da Paesi ex comunisti, ad esempio Polonia, Slovacchia, Ungheria e Paesi Baltici. E molte sue scelte qualificanti (matrimonio, scuola, disciplina delle attività della Chiesa) sono state studiate, e riprese, in ordinamenti che non hanno Concordati, ma vedono nelle linee guida della nostra legislazione quasi un modello di relazioni, ispirato alla distinzione delle sfere, politica e religiosa, e alla loro convergenza per promuovere i diritti e la dignità della persona. Così è avvenuto per Paesi "lontani" tra loro come la Russia, la Romania, la Svezia. Negli ultimi anni stanno emergendo ulteriori significati degli Accordi con la Chiesa che non erano certamente preventivabili, e che sembrano poter garantire stabilità e valore morale a rapporti e istituzioni sociali sottoposte a tensioni e pericolose deformazioni. La crisi della scuola ha provocato quasi ovunque un’emergenza educativa che investe i giovani, a volte abbandonati a se stessi in un vuoto di princìpi e idealità che pone a rischio il loro futuro, la loro crescita umana e culturale. La presenza dell’insegnamento cattolico, e di altre religioni, costituisce in Italia e nella grande maggioranza degli ordinamenti europei, quasi una riserva valoriale necessaria a frenare una deriva individualista che molti percepiscono come il maggior rischio per le nostre società. Il riconoscimento degli effetti civili del matrimonio religioso rappresenta, di fronte a deformazioni cui si vuole sottoporre l’istituto matrimoniale, un altro punto fermo per chi vorrà costruire il proprio futuro dentro una cornice di valori coniugali e familiari che sono erosi e negati da culture relativiste estreme. Perfino le relazioni finanziarie, disciplinate da Concordato e Intese per molte confessioni, rappresentano una garanzia e un deterrente rispetto a polemiche e critiche tanto violente quanto pretestuose che periodicamente vengono rivolte alla Chiesa cattolica senza che abbiano alcuna base reale. Il profilo normativo delle relazioni ecclesiastiche non esaurisce le più ricche e complesse relazioni tra religione e società. Tuttavia, visto con gli occhi della evoluzione della società, esso si conferma strumento prezioso per salvaguardare beni fondamentali per l’Italia e il futuro dell’Europa: la libertà religiosa per ogni culto, la possibilità per le Chiese di svolgere una missione spirituale e sociale a vantaggio di tutti, il richiamo costante a una solidarietà che permei i rapporti sociali, a cominciare dal rispetto per la vita e i legami familiari naturali. Siamo di fronte quasi ad una riserva di valori, e di possibilità, che può aiutarci a limitare le derive individualiste che si intravedono in alcuni Paesi e mettono a rischio principi essenziali, acquisiti nel corso di una lunga evoluzione storica, cristiana e civile.
Carlo Cardia
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