La Chiesa italiana si è fermata in questi giorni per riflettere e celebrare la sua fede, la sua speranza nel Signore Gesù crocifisso e risorto. Una speranza viva capace di ri-generare, di dare nuova vita a chi Gli si affida, capace di trasformare l'esistenza, di dare colori vivi allo scorrere dei giorni
del 13 dicembre 2006
La speranza è una sete radicata nel cuore dell’uomo, è ciò che fa muovere perché si spera di… raggiungere un obiettivo, si spera che si realizzi una data realtà e si lavora con tutte le proprie forze perché si concretizzi. Un uomo, una donna di-sperati, senza speranza… non possono vivere: il cuore è troppo pesante, il domani troppo nero per essere affondato.
C’è però una speranza che va oltre: sperare in… è il compimento di una promessa che dà luce nuova e supera ogni bene ottenuto.
La Chiesa italiana si è fermata in questi giorni per riflettere e celebrare la sua fede, la sua speranza nel Signore Gesù crocifisso e risorto.
Una speranza viva capace di ri-generare, di dare nuova vita a chi Gli si affida, capace di trasformare l’esistenza, di dare colori vivi allo scorrere dei giorni. Penso che i veronesi siano stati colpiti dalle quattro processioni che hanno attraversato la città per confluire in Arena alla celebrazione di apertura: i cristiani abitano il mondo, calpestano le strade delle città, ma come uomini e donne rinnovati, nutriti e dissetati per primi del pane e del vino della Salvezza, del corpo donato e del sangue versato di Cristo, l’Amore fatto carne. Come penso abbia colpito la lunga scia di santi con-vocati poi all’interno dell’Arena, sì: chiamati uno per uno a testimoniare la fede che ha dato speranza alla loro vita, che ha dato il coraggio per una vita spesa, a volte fino al martirio. La nostra è una grande famiglia che non ha confini, che unisce il cielo e la terra, che la morte ormai non può separare completamente.
Una speranza viva che alimentata continuamente da una relazione intensa diventa testimonianza, annuncio, condivisione carica di umanità, apertura ai bisogni delle persone concrete che incrociano le nostre strade.
Una speranza viva allora che invita intrinsecamente alla missione: non si può trattenere, è una gioia così grande il sentirsi trasformati dall’incontro con il Risorto che non può essere taciuta.
 
«Io spero in te per noi»... In te – per noi: qual è il legame vivente fra questo tu e questo noi che solo il pensiero più insistente riesce a svelare nell’atto della speranza? Non occorre forse rispondere che Tu sei il garante di questa unità che lega me a me stesso, o meglio l’uno all’altro, o ancora gli uni agli altri? Più che un garante che assicurerebbe e confermerebbe dall’esterno un’unità già costituita, Tu sei il cemento stesso che la sostiene. Se è così, disperare di me o disperare di noi, è essenzialmente disperare di Te. (G. Marcel)
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