Forse non tutti sanno, ma Vincent aveva il cuore radicato in Cristo. Giovane aveva deciso di lasciare tutto e darsi a far conoscere a tutti l'Amore del Suo Signore. Fino a decidere di condividere la povertà dei lavoratori in miniera, le persone per cui svolgeva il suo apostolato.
del 23 febbraio 2010
'Sento profondamente, sento con tenerezza'
Colori, tratti e parole di un'anima inquieta: Vincent Van Gogh
 
Quando guardi un affresco di Giotto o di Michelangelo il tuo cuore non si chiede chi ci sta dietro. E' tutto intento e travolto in ciò che vede, è portato alla meditazione, e nell'estasi sperimenta qualcosa che anche il cuore dell'artista ha a sua volta guardato e contemplato e subìto gioiosamente e da cui si è sentito interpellato.
 
Quando sei davanti a Van Gogh sei rapito dai colori luminosi, folgoranti, dalle forme travolgenti. L'animo si agita e rasserena, ma si chiede che vicenda muova, che tormento e fede, che inquietudine e speranza hanno vissuto in quell'animo. Senza questa domanda sembra un dialogo interrotto e temi sempre di fraintendere. Chiedi l'aiuto per capire - perché senti che la cosa è grande - ad una lettera, ad una confidenza.
 
Forse non tutti sanno, ma Vincent aveva il cuore radicato in Cristo. Giovane aveva deciso di lasciare tutto e darsi a far conoscere a tutti l'Amore del Suo Signore. Fino a decidere di condividere la povertà dei lavoratori in miniera, le persone per cui svolgeva il suo apostolato. Il bacio di Cristo gli è rimasto sulle labbra, rovente ed inestinguibile. Anche dopo, fra le continue crisi, i dubbi e i ritorni, le malinconie e le disperazioni, le improvvise estasi e la certezza grata e incrollabile di un Senso cristiano delle cose e degli affetti.
 
Come doveva sentire e vedere il mondo Van Gogh che ce lo restituisce così limpido e che ce lo fa vivere così sensibilmente e intensamente, come se tutto avesse (il) senso (giusto) solo se trasformato in una invocazione carica di speranza e in una dolorosa attesa di un 'Amore più grande' di quelli che sperimentiamo, che ci venga a salvare?
 
 
 
 
 
don Fabrizio Iacuzzi
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