Verso un nuovo "Family Day". Migliaia in piazza a Roma a difesa della famiglia

Migliaia di persone hanno preso parte sabato pomeriggio a Roma alla manifestazione in difesa della famiglia naturale e della libertà di pensiero promossa da “La Manif pour tous Italia”.

Verso un nuovo "Family Day". Migliaia in piazza a Roma a difesa della famiglia

  

Migliaia di persone hanno preso parte sabato pomeriggio a Roma alla manifestazione in difesa della famiglia naturale e della libertà di pensiero promossa da “La Manif pour tous Italia” contro l’approvazione della Legge Scalfarotto sull’omofobia, in corso di discussione in Parlamento. Numerose le famiglie presenti così come le associazioni cattoliche e non. Dal palco l’annuncio di una mobilitazione europea in difesa della famiglia il prossimo 2 febbraio e di un'imminente convocazione di un nuovo Family Day.

Si sono dati appuntamento in migliaia a Roma per ribadire quanto già scritto nella Costituzione: la libertà di pensiero e di opinione e la famiglia naturale. Due principi oggi messi a rischio – spiega la “Manif pour tous” – dal progetto di Legge Scalfarotto contro l’omofobia. In piazza esponenti di associazioni laiche e di varie religioni, così come persone con orientamento omosessuale che non si riconoscono nell’ideologia del gender.

Ascoltiamo alcune testimonianze:

 

R. - Non è una battaglia ideologica! Non ce l’abbiamo con nessuno, ma difendiamo un sacrosanto diritto che un bambino debba crescere con un babbo e una mamma, perché il suo sviluppo sia sereno e sia armonico. Qui c’è di mezzo veramente il bene della società.

D. – Perché oggi la famiglia è in pericolo?

R. – La famiglia è in pericolo, perché è in pericolo soprattutto il rispetto di tutto ciò che esiste dell’idea stessa di natura umana, dell’idea stessa che esista una realtà da rispettare, un Creato da rispettare.

 

R. – Non vogliamo che ci venga tappata la bocca per esprimere quello che noi pensiamo essere la società naturale, su cui è fondato il Paese, cioè la famiglia!

D. – E oggi è in pericolo?

R. – Se passa la Legge Scalfarotto sicuramente sì!

 

R. – Siamo qui con i bambini, perché si pensa che sia la testimonianza migliore per dire il nostro “Sì!” alla famiglia naturale.

D. – E oggi perché c’è bisogno di dirlo?

R. – Perché purtroppo viene messa in discussione questa legge naturale. Non importa essere cattolici o credere in Dio, è la nostra natura che lo dice, che da un uomo e da una donna nascono i figli, non da due uomini o da due donne…

 

R. – Chesterton diceva: “Sguaineremo le spade per dire che l’erba è verde, che le foglie sono verdi in estate”. E noi siamo qui per dire queste cose. Probabilmente 30 anni fa nessuno avrebbe immaginato di dover scendere in piazza per dire che si nasce maschi o femmine e non "neutri". E noi siamo qui per dire questo!

 

R. – Noi siamo qua proprio per dire che tutte le persone non devono essere discriminate, però non deve essere discriminata neanche la famiglia, appunto tra uomo e donna, che è il futuro della società.

 

R. – La famiglia non è naturale, tradizionale o nuova: la famiglia è famiglia! Uomo, donna; padre, madre e bambini. Punto!

 

 

“Questa piazza vuol dire che l’Italia è delle famiglie” ha detto il presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti:

Segnaliamo al Paese, con le famiglie in piazza, che c’è un rischio grande di democrazia. E’ apparentemente una battaglia di civiltà quella della legge contro l’omofobia: di fatto rischia di essere una legge liberticida! E a noi sta troppo a cuore il bene comune del Paese per stare zitti!”.

 

 

Presenti anche esponenti del mondo politico. Per Eugenia Roccella del "Nuovo Centrodestra" sono maturi i tempi per un nuovo Family Day:

 

R. - Questa è una piazza già sorprendente, perché è una piazza del tutto spontanea e che prefigura nuove mobilitazioni. Quindi io penso che sia – come dire – un riscaldamento in preparazione di un nuovo appuntamento che ormai sarà necessario, di un nuovo grande Family Day.

D. – Questa presenza massiccia di persone, di tutte le fasce d’età: sono qui per opporsi anche ad una visione che spesso viene data dell’Italia, come Paese retrogrado…

R. – Non c’è un’urgenza omofobia... La verità è che dicono questo perché vogliono dare l’idea – appunto – di un Paese arretrato, che deve guadagnare in termini di civiltà, perché deve introdurre leggi che negli altri sono state già introdotte. Ma, prima di tutto, bisogna vedere che cosa hanno prodotto queste leggi in altri Paesi: hanno prodotto disgregazione sociale, fine della famiglia e problemi di welfare, perché la famiglia si assume compiti che altrimenti deve assumersi lo Stato, con costi sociali ed economici forti. Noi non parliamo – come alcuni – di anomalia italiana, ma vogliamo difendere invece quella che Giovanni Paolo II chiamava “l’eccezione italiana”: tutta in positivo e non in negativo, come vogliono farci credere.

 

Intanto la “Manif pour Tous” annuncia una grande mobilitazione simultanea in varie capitali europee il prossimo 2 febbraio.

 

 

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