«Avevamo sentito parlare Gianna ed eravamo stati presi dalla sua storia. Non avevamo mai pensato che potessero esserci dei sopravissuti all'aborto. Ci è apparso necessario affrontare l'argomento da un punto di vista umano e non politico. Abbiamo deciso che sarebbe stato un contesto potente per questa storia d'amore».
del 18 aprile 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
 
          «Avevamo sentito parlare Gianna ed eravamo stati presi dalla sua storia. Non avevamo mai pensato che potessero esserci dei sopravissuti all’aborto. Ci è apparso necessario affrontare l’argomento da un punto di vista umano e non politico. Abbiamo deciso che sarebbe stato un contesto potente per questa storia d’amore».
          A parlare è Andrew Erwin, che insieme al fratello Jon ha diretto il film uscito recentemente nelle sale cinematografiche “October Baby”, che nel primo weekend ha già fatto registrare una notevole risposta di pubblico. La pellicola racconta la storia di Hannah, ragazza diciannovenne che, dopo aver scoperto di essere stata adottata, parte alla ricerca di quella donna che, in un lontano giorno di ottobre, ha cercato di mettere fine alla gravidanza. I due registi hanno anche fatto sapere che devolveranno il dieci per cento dei profitti alla loro “charity” Every Life Is Beautiful a favore dell’adozione e dei centri di aiuto alla vita.
Erwin, è vero che è stato difficile trovare a Hollywood un distributore per il film, forse perché parlava dell’aborto?
          È stato in effetti molto difficile, perché si aveva paura del tema. Ma quando abbiamo incominciato a proiettare October Baby la risposta è stata sorprendente e abbiamo capito di avere in mano qualcosa di veramente speciale. Ringraziamo Dio perché Provident e Samuel Goldwyn Films si sono presi questo rischio.
Come siete riusciti a trovare alla fine un distributore?
Abbiamo iniziato con un test limitato a 14 sale. L’eccezionale risposta del pubblico ci ha dato notorietà.
Siete sorpresi del successo che il film sta avendo?
          Sono molto contento che October Baby abbia trovato il suo pubblico. È gratificante sedere in un cinema e vedere come il pubblico risponde e si coinvolge nella storia. È straordinaria l’attenzione che suscita questo piccolo film con un grande cuore.
Ci sono state critiche al film da parte della stampa o dal mondo della politica?
          La risposta è stata grande, ne parlano tutti e con commenti decisi da entrambe le parti. Ma è questo il punto con ogni buon film, dar vita a discussioni. A me fa piacere sentire chiunque ne parli.
Le è piaciuto il film Juno? In un certo senso, anche questo è un film contro l’aborto.
          Juno è stato fatto e diretto in modo eccellente. Una storia stratificata in modo sorprendente e penso che sia una descrizione molto bella e realistica di una scelta difficile per una giovane ragazza. Ha mostrato le emozioni di quel percorso e il valore della vita umana. Questo è il cuore anche dietro October Baby. La potenza della storia è in quel percorso.
Voi siete cristiani?
          Siamo protestanti, ma abbiamo un profondo apprezzamento per come la Chiesa cattolica ha difeso così a lungo la causa della vita. Sono orgoglioso che October Baby ci unisca in Qualcosa in cui entrambi crediamo così profondamente.
Parliamo di Rachel Hendrix: pensate che sia stata la scelta giusta per questa parte? Ed è stato facile lavorare con lei? Come ha reagito di fronte al soggetto?
          Questo era il primo lungometraggio di Rachel. L’abbiamo scoperta diversi anni fa ed è la sola persona che io potessi immaginare nel ruolo di Hanna. Sono orgoglioso della sua memorabile prestazione in October Baby!
Quale pensa sia il principale obiettivo di questo film e perché sta commuovendo così tante persone?
          Lo scopo principale di October Baby è di raccontare una bella storia che impegna emotivamente il pubblico e lo intrattiene. È sorprendente vedere come è proprio questo che accade ed è qualcosa che uno deve sperimentare personalmente.
Ci può parlare di Every Life is Beautiful?
          Volevamo restituire qualcosa, così abbiamo deciso di versare il 10% dei profitti che produrrà il film in questo fondo Every Life is Beautiful (Ogni vita è bella) a favore di varie organizzazioni che aiutano gli orfani, le adozioni e le gravidanze difficili. È per noi emozionante poter aiutare in un modo concreto.
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