Tutti ci accorgiamo di quanto caotica sia la nostra vita oggi: siamo travolti dagli impegni, dagli orari, da mille problemi e non abbiamo mai tempo sufficiente per arrivare a tutto. Ci ritroviamo spesso a sera stanchi, non solo fisicamente per aver corso tutto il giorno, ma anche un po' logorati dentro...
del 30 maggio 2009
Commento alla liturgia di Domenica 31 maggio 2009
 
 
Domenica di PENTECOSTE
 
 
“Regola di vita secondo lo Spirito”
 
 
 
1.      VIVERE ALLA PRESENZA DEL SIGNORE
 
Tutti ci accorgiamo di quanto caotica sia la nostra vita oggi: siamo travolti dagli impegni, dagli orari, da mille problemi e non abbiamo mai tempo sufficiente per arrivare a tutto. Ci ritroviamo spesso a sera stanchi, non solo fisicamente per aver corso tutto il giorno, ma anche un po’ logorati dentro.
Se è vero che siamo il tabernacolo dello Spirito Santo, se Lui è presente e operante in noi, allora la prima barriera da abbattere è la superficialità, la fretta di chi non si accorge di avere un tesoro prezioso tra le mani. Diventare coscienti e attenti a questa presenza silenziosa e discreta da cui siamo abitati.
Come può una donna incinta vivere e comportarsi senza continuamente far riferimento e prestare attenzione al mistero di vita e di amore che cresce in lei?
Come possiamo noi cristiani vivere senza accorgerci di questa presenza nella quale siamo immersi?  Allora vivere alla presenza di Dio, animati dallo Spirito Santo che abita in noi, significa:
        a. puntare ad una preghiera incessante, che inizia al mattino, appena svegli, con l’offerta della nostra giornata e si prolunga attraverso le attività e il lavoro che ci attende, con piccole invocazioni, silenziosi e brevi momenti di ringraziamento per quanto ci sta succedendo; quando è possibile, una sosta in una chiesa che incrociamo sul nostro cammino; il versetto di un salmo ripetuto per strada, sull’autobus ... , un pensiero del Vangelo ascoltato la Domenica a Messa ... C’è solo bisogno di liberare la fantasia, illuminata dall’amore per questa presenza.
b. curare la preghiera di offerta: si racconta che il Re Mida trasformava in oro tutto quello che toccava. Noi possiamo fare lo stesso per le azioni che compiamo lungo il giorno: azioni semplici, abituali, monotone, di nessun valore economico. Se le facciamo bene e le offriamo al Signore, le trasformiamo in oro. Suggerisco anche di aggiungere un’intenzione: per la Chiesa, per le vocazioni, per quella famiglia, quella persona in difficoltà, quell’ammalato, ... “Vi esorto dunque o fratelli, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio”(Rom 12,1). Paolo invita i fratelli di Roma ad essere contemporaneamente sacerdoti e vittime, soggetto e oggetto dell’offerta a Dio con la propria vita. Tutto questo ci riporta all’Eucarestia, alla quale partecipare portando tutta la settimana, come tesoro di vita ... trasformata in oro.
        c. prendere le decisioni con Lui: la nostra vita non solo si snoda sotto lo sguardo di Dio, ma in sua compagnia. Ogni giorno, come quel giorno con i discepoli di Emmaus, egli cammina con noi, al nostro fianco e tutto quello che siamo e facciamo gli sta a cuore. E’ importante coltivare questo dialogo profondo con Lui, fatto di ascolto e di consegna confidente: presentare a Lui problemi, dubbi, difficoltà che emergono dalla quotidianità; sottoporre alla sua luce i momenti oscuri e faticosi, come le gioie e i successi del nostro impegno. “Alla tua luce vediamo la luce” dice il salmo. Prima di decisioni importanti, di scelte che sentiamo avere un certo peso sul nostro futuro lasciarsi guardare da Lui, illuminare dalla sua luce. “Padre, per Gesù, domani lo Spirito Santo”.
 
2.      AMARE LA PAROLA DI DIO.
 
Ho sempre insegnato ai giovani di far precedere la lettura della Parola di Dio da una doppia preghiera:
        * di ringraziamento per il dono di Dio che hanno tra le mani e per il desiderio che si portano nel cuore di capirla meglio , di farla diventare nutrimento della loro giovinezza
        * di richiesta di luce per comprendere bene, per scorgere in quelle parole un’indicazione di cammino, una correzione di rotta, un invito ad accelerare il passo.
E’ il momento in cui ci si sforza, attraverso la preghiera, di entrare in sintonia  e questo è dono dello Spirito Santo.
Leggere la Parola di Dio è incontrare la voce stessa dello Spirito Santo, è scoprire il disegno di amore del Padre che in Gesù si è manifestato nella storia dell’umanità.
Amare la Parola di Dio è amare lo Spirito Santo che quella Parola ha ispirato e attraverso la quale comunica ancora oggi nella Chiesa la forza di Dio. La Bibbia che abbiamo tra mano è la voce dello Spirito Santo, incarnatosi nella storia e nella cultura di un popolo, nella vicenda terrena di Gesù e nell’azione della Chiesa, fino ad oggi. Allora il comando di Paolo: “Vivete secondo lo Spirito” trova nella Parola di Dio aiuto, forza, incoraggiamento, indicazioni di percorso, stimolo alla purificazione del cuore e alla riconciliazione con i fratelli ... per attuare una condotta di vita secondo lo Spirito di Gesù.
Se vuoi iniziare, leggiti lungo la settimana, con calma e più volte, la Parola di Dio che sarà proclamata la Domenica successiva durante l’Eucarestia: falla scendere nel tuo cuore invocando lo Spirito Santo che ti aiuti a cogliere la sua voce, a scoprire a poco a poco cosa dice alla tua vita, ad avere la forza di cambiare in base a quanto quella Parola ti ha suggerito. Ogni invito che porti a vincere l’egoismo, la superbia, la durezza di cuore, ..., non dubitare, viene dallo Spirito Santo!
 
 
3.      FEDELTA’ ALLA PREGHIERA.
 
Abbiamo già sottolineato un dato costante che emerge dalla Parola di Dio e dall’esperienza dei Santi: lo Spirito Santo non scende se non è invocato, se non c’è un contesto di preghiera. Non per nulla Luca dipinge la prima Comunità cristiana, riempita del dono dello Spirito Santo, con la pennellata: “... erano assidui alla preghiera” cui fa eco l’invito di Paolo: “Siate perseveranti nella preghiera” (Rom 12,12).
Una preghiera che ha due caratteristiche:
                    + concorde, che cioè nasce da un cuore unito e porta come frutto un’unità ancora maggiore. “Se stai portando la tua offerta all’altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare e vai a far pace con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta” (Mt 5,23-24).
La tua preghiera è sempre ‘concorde’ oppure ci sono attriti, ruggini, dissapori che inquinano il rapporto con Dio e lo rendono inefficace, sterile? E’ lo Spirito Santo che ti suggerisce la via della riconciliazione, del perdono implorato e offerto.
                    + perseverante: l’invito alla perseveranza è frequente sulle labbra di Gesù e tra le esortazioni finali delle lettere di Paolo. “Pregate sempre; pregate incessantemente senza stancarvi mai”. Essere tenacemente aggrappati alla preghiera; considerarla come la cosa più importante, da cui dipende tutto il resto.
La fedeltà alla preghiera è la fedeltà all’amore di Dio presente e operante in noi, nella Chiesa, nel mondo attraverso la potenza del suo Spirito.
Ci sono persone che sono fedeli alla preghiera finchè tutto va bene, finchè non insorgono difficoltà, problemi ... E invece più aumentano i problemi, più deve aumentare la preghiera; più grandi sono i pericoli, più estesa e profonda deve diventare la preghiera.
Il primo passo è sapersi ritagliare uno spazio ogni giorno, scelto con cura e difeso da altri impegni che inevitabilmente sopraggiungeranno. Troppo spesso mettiamo Dio in “lista di attesa” e permettiamo a tante persone, preoccupazioni, cose da fare, ... di avere la precedenza sul nostro impegno e dovere di fedeltà alla preghiera. Alla fine, se c’è posto, diamo un po’ di tempo a Dio!
 
don Gianni Ghiglione
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