E' la Maturità di Amrik all'Istituto Manzoni di Suzzara, in provincia di Mantova: una storia di inclusione e solidarietà a scuola.
del 13 luglio 2017
E' la Maturità di Amrik all'Istituto Manzoni di Suzzara, in provincia di Mantova: una storia di inclusione e solidarietà a scuola.
REGGIO EMILIA - Sono entrati spingendo la sua carrozzina e davanti alla commissione hanno esposto la sua tesina. Amrik non può parlare, se non attraverso un programma al computer che associa le parole alle immagini. I suoi compagni di classe, Giorgia Vezzani e Marcello Rizzello, gli hanno prestato la voce. E' la Maturità di Amrik all'Istituto Manzoni di Suzzara, in provincia di Mantova: una storia di inclusione e solidarietà a scuola.
Quando Amrik, studente disabile, è arrivato, cinque anni fa, in molti si sono stupiti. "Si era iscritto al liceo scientifico, opzione delle scienze applicate nonostante la sua disabilità grave: non esistevano precedenti", racconta Paola Bruschi, la preside dell'istituto che il prossimo anno accoglierà una trentina di studenti disabili su circa 950 alunni. "Oggi - aggiunge - ci auguriamo che il precedente sia lui! Sta già accadendo. Naturalmente il contesto deve essere flessibile e gli insegnanti di sostegno pensati fino in fondo come docenti dell'intera classe, per creare la necessaria osmosi tra tutti i ragazzi".
Marcello, originario di Reggiolo, musicista - suona l'oboe al Conservatorio - e Giorgia, diciannovenne di Guastalla, volontaria della Croce Rossa, sono stati ribattezzati a scuola gli "angeli di Amrik". All'esame sono entrati col compagno prima ancora di sostenere i loro orali. "Ora quasi ci scambiano per supereori", sorride Giorgia. In realtà sono amici, compagni di classe cresciuti insieme. "In questi anni Amrik ci ha dato tanto dal punto di vista affettivo".
Lo studente è stato seguito dalle docenti di sostegno Cecilia Pincella e Cristina Zorzella. La sua storia, raccolta dalla Gazzetta di Reggio, narra di quanto un istituto superiore possa fare per ragazzi in difficoltà. Come il rap per Luca, scritto e musicato dai compagni di scuola all'Istituto Salvemini di Casalecchio, a Bologna. Storie di integrazione tra i banchi. "Per chi lavora nel nostro istituto l'inclusione non è una questione di facciata, ma è diventata nel tempo un modo di pensare e di spendersi nella pratica quotidiana", spiega la preside del Manzoni di Suzzara. "Non è facile né scontato. I ragazzi diversamente abili rappresentano una sfida che ci costringe a spostare l'asse e, insieme, costituiscono una ricchezza: vedono e intuiscono ciò che normalmente il nostro occhio non coglie. Ne ho fatto personalmente esperienza in questi dieci anni".
"Amrik usa il computer per comunicare, ma i passaggi sono lenti, ci vuole tempo. Quando è con gli amici si esprime a gesti, sguardi e sorrisi: è difficile da spiegare, ma lui si fa intendere e noi lo capiamo", continua Giorgia. "Abbiamo esposto noi la sua tesina perchè ci sembrava giusto farlo: così ha concluso il suo percorso, con noi accanto, la nostra voce". Il titolo della dissertazione? Emblematico: "Una
testa per emozionare, un cuore per capire". La commissione si è commossa."Marcello e Giorgia sono diventati la felice e commovente punta di questo iceberg" di inclusione a scuola, commenta la preside. La professoressa Marina Bordonali scrive su Facebook: "La vita anche nel dolore può essere un'esperienza meravigliosa se incroci persone per bene". La meglio gioventù della Maturità edizione 2017.
Ilaria Venturi
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